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La datazione delle pitture rinvenute in 7 grotte dell’isola di Sulawesi – 40.000 anni – ha cambiato l’opinione dei paleoantropologi sulla presenza dell’arte figurativa del paleolitico superiore, che si credeva circoscritta all’Europa.
A fronte di una quantità di manifestazioni artistiche sofisticate, come pitture e incisioni rupestri e manufatti intagliati, presenti nel nostro continente a partire da 35-40.000 anni fa, le aree asiatiche e oceaniche hanno sempre mostrato una scarsità, per non dire assenza, di espressioni figurative così antiche. Un team di paletnologi autraliani dell’università di Griffith, utilizzando l’analisi del decadimento dell’uranio sui sedimenti calcarei depositati sulle pitture di Sulawesi – peraltro già note da oltre mezzo secolo – ha scoperto i “record” cronologici di questi siti: per esempio, la serie di mani in negativo, con i suoi 39.900 anni, costituisce il primo esemplare di stencil della storia umana.
Secondo Chris Stringer, paleoantropologo presso il Museo di Storia Naturale di Londra, “le nuove scoperte sullo sviluppo dell’arte figurativa suggeriscono che queste espressioni artistiche siano state una componente fondamentale della natura umana già 60.000 anni fa, quando il moderno Homo sapiens non solo occupava gran parte dell’Africa, ma cominciava a migrare verso l’Europa e l’Estremo Oriente”.