La stampa italiana ed europea, stizzita, la chiama “ultradestra populista”; in realtà è semplicemente uno dei partiti che, in Svizzera come in tanti altri Stati d’Europa, si oppone all’invasione migratoria e all’accettazione delle demenziali politiche UE. Il tutto, tra l’altro, in un Paese che nel 2014 contava ben due milioni di stranieri su una popolazione complessiva di 8.237.700, ovvero il 24,3%. Parliamo dell’UDC-SVP, Unione Democratica di Centro o Schweizerische Volkspartei, che alle elezioni federali del 18 ottobre ha preso quasi il 30% dei voti.
Pur essendo la prima formazione politica del Paese, l’UDC ha un solo ministro, ma secondo il presidente Toni Brunner il partito riconquisterà il secondo seggio governativo nel Consiglio Federale, perso nel 2007. Brunner ha sottolineato che “in Svizzera la problematica dell’asilo non è risolta. La questione dei veri rifugiati e dei rifugiati economici non è stata regolata”. Per conoscere la composizione definitiva del parlamento bisognerà aspettare i risultati delle elezioni al Consiglio degli Stati (la camera dei cantoni, con 46 seggi) dove molti candidati sono in ballottaggio e andranno al secondo turno. In Ticino, l’alleata dell’UDC è la Lega dei Ticinesi.