aquila Pour un monde sans islamAquila è una giovane cabila che ha trascorso 30 anni della sua vita in Algeria prima di andare a vivere in Francia. Per le edizioni Tatamis ha pubblicato Pour un monde sans islam, la terribile esperienza di una donna in quel “gulag islamico” che era ed è il suo Paese natale. Aquila è stata intervistata da Eric Muth, un giornalista freelance che ha poi proposto l’intervista a “Riposte laïque”. Ne proponiamo a nostra volta una versione in italiano, curata da Maurizio Vasapolli.

1) Perché questo libro, Pour un monde sans islam, mentre in Francia si cerca di minimizzare la portata di questa ideologia?

Questo libro è il frutto di 40 anni di vita, di cui 30 sotto l’oppressione islamica in Algeria e 10 in una Francia in via di completa islamizzazione. I sanguinosi attentati che hanno colpito la Francia, la mia terra di adozione, mi ha spinto a reagire, a pubblicare questo libro, affinché tutti i francesi, tutti gli occidentali capiscano cos’è davvero l’islam.
La mia esperienza dimostra che l’islam è diabolico. I francesi forse lo ignorano ancora, o piuttosto si rifiutano di ammetterlo per paura. Io, la fase della paura, l’ho superata perché l’ho vissuta: ho vissuto in una società islamizzata, e il mio libro ha l’obiettivo di testimoniare la mia esperienza per mettere in guardia i francesi. La paura e l’ignoranza non vi salveranno dall’islam e dalla sua barbarie.

2) L’islam esiste davvero o è un grande inganno per dominare il mondo?

Nessun inganno, purtroppo. Nel mondo ben 57 paesi sono totalmente musulmani, spesso sottomessi alla sharia, la legge islamica. 1,3 miliardi di musulmani pregano verso la Mecca, dove di recano quando possono fare il pellegrinaggio. Il Corano è uno dei libri più letti in tutto il mondo. Hanno un profeta che non si può né disegnare, né criticare, né farci satira, pena la morte. È una religione che non si può nemmeno abiurare, pena la morte. L’inganno è semmai che l’islam non è una religione, ma una setta politica, giuridica e teocratica.

3) Esistono secondo lei Paesi che proteggono gli islamisti? Se sì, quali sono?

I Paesi occidentali che hanno interessi con le petro-monarchie del Golfo fanno il gioco dell’islamismo, tollerando l’intollerabile nelle loro democrazie.
E in Francia si lascia che i territori persi dalla Repubblica ospitino e proteggano le “canaglie islamiche”, vere cellule dormienti pronte a svegliarsi per commettere l’irreparabile appena possibile.
Infine l’apertura delle frontiere (soprattutto da parte della cancelliera Angela Merkel) permette agli islamisti di arrivare liberamente nei nostri Paesi democratici per seminare il caos.
Durante la guerra civile algerina, l’Occidente ha dato asilo politico agli islamisti; per esempio il “Londonistan” risale a quell’epoca. Anche Parigi ha ospitato molti terroristi non pentiti, rifiutando contemporaneamente l’accoglienza a persone minacciate, che hanno finito per essere uccise.

 

4) Chi ha interesse a incitare l’islam alla distruzione dell’Occidente?

Innanzi tutto i Paesi musulmani. Boumedienne aveva detto negli anni ‘70, che i Paesi occidentali sarebbero stati sconfitti dai ventri fecondi delle donne musulmane.
In secondo luogo, i marxisti hanno interesse a provocare il caos nei Paesi che governano per rafforzare ancora di più il controllo dello Stato e per ragioni elettorali.
Infine gli Stati Uniti, che cercano di indebolire l’Europa favorendo la sua islamizzazione, non rendendosi conto che rischiano, indirettamente, di essere islamizzati a loro volta.

5) Lei è nata in Algeria, da cui è fuggita a 30 anni a causa di una guerra civile in nome di Allah. La sua sofferenza di fronte l’orrore è stato il vero motivo?

Il vero motivo risale a prima della guerra civile, al periodo detto “decennio nero”. Ho vissuto due terrorismi permanenti (sociale e familiare) prima di vivere quello islamista. Avrei voluto partire prima, ma ci è voluto tempo per programmare tutto. La guerra civile fu solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso pieno di sangue e lacrime.

6) Da musulmana, come vive l’islam di oggi?

Io non sono musulmana né lo sono mai stata, come spiego nel mio libro. Per contro sono nata in una famiglia e in una società musulmana. L’islam è totalitario, liberticida, fallocrate, misogino, antisemita, violento, sessualmente ossessivo, antiliberale, e da quello che vedo tutto ciò non è cambiato in 1400 anni.
I 30 anni che ho vissuto in Algeria non sono in alcun modo diversi dai 30 anni che verranno, sia che li passi in Francia, Inghilterra o Germania, poiché questi Paesi stanno diventando come l’Algeria.

7) La Francia ha i mezzi per sradicare questo terrorismo?

L’islam è composto da tre terrorismi, come ho spiegato prima. Se mi parlate di islam in tempo di guerra, sappiate che l’islam è ugualmente terroristico anche in tempo di pace. L’unico modo per sradicare questo terrorismo è quello di liberare l’Occidente dall’islam, organizzare una separazione tra due civiltà che non possono né convivere né coesistere, in quanto sono opposte su ogni argomento.

8) La Francia ha un ruolo in questi attacchi? È in qualche modo complice?

La Francia ha fatto arrivare valanghe di musulmani nel suo territorio (anche attraverso il ricongiungimento familiare e le locazioni fornite troppo generosamente), la giustizia è estremamente lassista; i servizi speciali sembrano sopraffatti dagli eventi; la polizia è sotto organico e ha l’ordine di non intervenire nei quartieri più sensibili per paura di disordini, come nel 2005, e così via. Queste omissioni quotidiane fanno sì che, concessione dopo concessione, l’islam guadagni terreno.

9) Perché i musulmani in Francia sono così passivi?

Non sono affatto passivi, anzi islamizzano il Paese a tutto spiano. Non a caso, secondo i vari sondaggi sull’argomento, la maggior parte di loro sono a favore della sharia. Sono terrorizzati dai loro fratelli praticanti, quindi non possono dire nulla contro la diffusione dell’islam.
Peggio ancora: nonostante gli ultimi tragici eventi vissuti – con centinaia di morti e feriti – alcuni “studiosi islamici” spesso invitati dai media continuano a colpevolizzare i francesi, accusandoli di islamofobia alla minima critica dell’islam (il burkini di recente, il burqa prima, eccetera).

10) I cristiani di Francia e il clero sono troppo remissivi di fronte a questa ondata di odio?

La chiesa cattolica è totalmente complice dell’islamizzazione e ha una responsabilità pesante per gli attacchi sul nostro suolo, tra cui di recente contro un prete. Conoscendo la situazione dei cristiani in oriente, la teoria della chiesa sull’islam come una religione di pace è a dir poco suicida.
Racconto nel mio libro come, in una chiesa parigina, un prete si sia rifiutato di convertirmi perché, mi spiegò, l’islam è una grande religione che non dovevo lasciare, dato che alla fine veneriamo lo stesso Dio. Io gli avevo spiegato che non ero musulmana, ma le mie origini sono bastate a guadagnarmi questa propaganda islamofila e anticristiana.

11) Eppure papa Francesco stesso sostiene che l’islam è una religione di pace…

Non apre bocca per le migliaia di cristiani torturati, terrorizzati, uccisi ogni giorno in Medio Oriente; ma bacia i piedi di musulmani e ospita i migranti musulmani piuttosto che cristiani. Insomma, tace di fronte al massacro dei cristiani in Oriente – che implorano l’Occidente di reagire – e acconsente a una islamizzazione dell’Europa. E i cattolici non osano andare contro il loro pontefice in carica.

12) Per tornare al suo libro, ha avuto difficoltà a trovare un editore?

Ho scoperto il mio editore leggendo Ces maires qui courtisent l’islamisme (quei sindaci che corteggiano l’islamismo) di Joachim Véliocas, e poi Il était une foi l’islam (c’era una volta l’islam) di Majid Oukacha. Così ho capito che questo editore non avrebbe avuto paura ad accettare il mio manoscritto. Infatti non sono rimasta delusa perché mi ha dato carta bianca.