Finora gli ebrei spagnoli non si erano pronunciati sulla questione catalana, ma dopo gli ultimi clamorosi avvenimenti la FCJE (Federación de Comunidades Judías de España), che ufficialmente rappresenta l’intera comunità ebraica, ha comunicato il 27 ottobre il suo appoggio incondizionato alla costituzione e all’unità dello Stato.
Tuttavia, nella maggior parte dei Paesi europei gli israeliti non costituiscono un’etnia a sé ma una comunità religiosa (e anche culturale) all’interno delle varie popolazioni locali, di cui sono parte integrante. È quindi logico che i loro esponenti catalani – un terzo del totale spagnolo di 45.000 unità – non la pensino allo stesso modo. O meglio, come gli altri concittadini della Regione, sono piuttosto divisi sull’argomento. Il dirigente della comunità barcellonese, Victor Sorenssen, sostiene che si tratta di una questione puramente politica che non coinvolge il giudaismo, e quindi non è il caso di prendere posizione. Un gruppo chiamato Judíos de Cataluña si dichiara leale a Madrid, mentre un altro, Judíos pro Independencia, è decisamente schierato a favore dell’autodeterminazione.
Il problema – come emerge dalle interviste fatte a cittadini spagnoli di fede ebraica – è che comunque la si giri, parte delle forze nell’uno e nell’altro campo sono antisemite. Rigurgiti franchisti e fascisti nello schieramento centralista, partiti di sinistra antisionisti e filo BDS nel fronte catalanista. Un bel guaio. 

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Il saluto romano di un neofranchista.