Il “Corriere del Veneto” titola così un articolo del 7 febbraio 2017: “Prima i veneti”, il governo impugna: “È una legge incostituzionale”. Anche l’Unicef aveva scritto a Palazzo Chigi contestando i criteri di residenza nell’accesso agli asili.
Il giornale riferisce che il governo impugnerà davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale denominata “Prima i veneti”, che crea una corsia preferenziale nell’accesso agli asili e alle scuole materne a chi vive da più tempo nella nostra regione. L’articolo si riferisce alla legge regionale numero 6 del 21 febbraio 2017.
Voglio mettere in evidenza che la legge impugnata non concerne i diritti speciali dei veneti riconosciuti dalla L.reg.n. 28 del 2016 che riconosce al popolo veneto i diritti di “minoranza nazionale”, di cui abbiamo già parlato. Questi ultimi derivano dalla Convenzione Quadro per la protezione delle minoranze nazionali, quindi in virtù di una legge internazionale che l’Italia non può modificare, una legge sovraordinata all’ordinamento giuridico italiano, e al quale l’Italia deve conformarsi per l’art.10 della Costituzione.
I diritti dei veneti valgono per tutti quelli che possono dichiararsi tali in virtù di ragioni storiche e culturali o linguisticamente accertate, quindi anche al di là delle Regioni e degli Stati come nel Friuli-Venezia Giulia, ma anche a Bergamo, Brescia, Istria, eccetera.
Veneti quindi, per la legge regionale 28 del 2016 ma anche per noi, sono coloro che si dichiarano tali all’Ente di raccolta e valutazione delle Autodichiarazioni, che legalmente è solamente Aggregazione Veneta.
Da questo deriva che, senza entrare nella questione della legge sugli asili, certamente i motivi di impugnazione saranno completamente diversi da quelli della L.reg.n.28 del 2016: per quest’ultima il governo ha confuso il concetto di “veneti” con il concetto di “residenti della Regione Veneto”.
I veneti, nel senso di popolo veneto, non sono i residenti della Regione Veneto. Chi afferma che i residenti in Regione Veneto sono i veneti, vorrebbe imporre l’identità veneta anche ai residenti stranieri (11% ufficialmente) e agli italiani residenti (circa il 25%), che veneti non vogliono dichiararsi e nemmeno si sentono. E inoltre significa di fatto negare ai veneti la loro storia nel loro territorio, che è anche di presenza attuale in più Regioni e in più Stati.
Negare l’identità e assimilare forzatamente è illegale per la Convenzione Quadro, ma per altro non è nemmeno bello: come ti sentiresti se fatta la residenza a Bolzano ti chiamassero “tedesco”? E come ti sentiresti se vivendo in Istria negassero la tua storia “italiana”?