La stupida follia si fece strada proprio dopo i micidiali attentati alla metro londinese. Cinquantotto morti, 7 luglio 2005. Non una bazzecola. Strage coordinata e scientìfica del fanatismo jihadista contro gli infedeli, peraltro così ospitali… Che cosa avreste pensato che accadesse dopo un cataclisma del genere?
Repressione, naturalmente. Fulmini e saette. Islamisti wanted. Indaginia tappeto e retate. Mega-stretta all’immigrazione facile, vanto e fissa del laburista multiculturalista Mr. Blair, oggi milionario conferenziere peripatetico. Insomma, caccia senza quartiere alle cellule estremiste niente affatto dormienti. Macché. La furia investigativa durò un pugno di settimane.

Resa incondizionata

Come gli allarmati e dotti dibattiti in tivù. Stravinsero i “buoni”, i colti, i sociologi arcobaleno, gli psico-globalisti. Respinti con perdite i “cattivi”, che – più semplicemente – invocavano attenzione e mano dura. Nossignori… Comprendere, rispettare, concedere,convincere, INCLUDERE. Fu allora (ero appena arrivato in quel di Londra) che andò in scena la grande rinuncia. Dilagò in un battibaleno. Figlia dell’ideologia e della fifa blu. Andare incontro. Blandirli per deradicalizzarli. E, allora, giù con le concessioni. Più soldi e graziosi incentivi. Più case. Tribimali islamici separati (per le contese civili), trionfo dei tanto equilibrati dettami della sharia. Persino banche solo per loro. A tasso di interesse zero, perché il profeta non permette che il denaro renda, il profitto è peccato (e i petrodollari un incidente della storia…). Come se non bastasse – e questo mi mandò in bestia – i soloni del politically correct, allevati a flebo di laica utopia lib-lab – imposero, per il Natale, la sparizione degli offensivi presepi e il falò dei sani auguri di Merry Christmas. No, meglio non pronunciarli certi nomi dalle compromettenti radici cristiane.

Buone feste

Più equanime e internazionale un bel generico “buone feste”. Evitando, poi, quelle garrule festicciole che – solitamente – negli uffici precedono i giorni dedicati al Signore. Così, pensavano i furboni, non s’incazza nessuno.Tutti d’amore e d’accordo! Previsione miseramente sballata. Fallimento sonoro e autolesionista delle generose (maledette) politiche di inclusione. Come inserire chi vuole auto-escludersi, preservare la sua purezza, importare di peso le proprie leggi, vivere a “Londonistan” e non a London city? Eppure – malgrado il successivo cambio della guardia tra Labour e “tories” – i testoni d’Oltremanica hanno perseverato diabolici.
La sera del 3 giugno scorso, commemorazione dell’attentato al London Bridge (un anno prima undici vittime), nella cattedrale londinese di Southwark si inneggiava alla fratellanza e alla compassione tra popoli e religioni e si servivano cene rigorosamente “iftar”, il pasto che dopo il tramonto i musulmani consumano durante il Ramadan. Poche ore dopo, a una manciata di isolati, venivano arrestate tre donne pakistane – madre e due figlie – la cellula al femminile delle bombe al British Museum. Gli ex padroni di casa si profondono in complimenti, gli ospiti conquistatori li puniscono. E sarebbe potuta andare molto peggio. Negli ultimi cinque anni – dati dell’Home Office – sono stati sventati 25 attentati. La strombazzata e ramificata strategia “Prevent” – varata nel 2011 per strappare i giovani islamici all’abbraccio del radicalismo – è riuscita soltanto in tre progetti sui trentatré avviati.

Infibulazione

La Gran Bretagna “vanta” il più alto tasso di diffusione dell’estremismo jihadista in Europa. L’antiterrorismo valuta che ci siano tra i 20 e i 35 mila soggetti pronti a entrare in azione. 5-600 di loro sono seguiti passo passo dall’MI5, i servizi segreti interni. E la società è sempre più permeata da alcune delle peggiori e inveterate usanze dei Paesi islamici. Le mutilazioni genitali femminili – finalmente perseguite in alcuni Stati africani – sono diventate una piaga nelle assistite comunità musulmane d’Oltremanica: una ogni tre giorni. E i matrimoni forzati – altro orribile dono che ci viene da laggiù – vengono praticati nell’indifferenza, quasi il 20% delle predestinate ha meno di sedici anni. Questa è inclusione? Non sarà contagio? Siamo a Karachi, o sotto Westminster?

Giovanni Masotti, “Libero”.