Movimento Autonomista Toscano programma

1) Difesa dei nostri “Ultimi” (disoccupati, poveri, emarginati, anziani, disabili, giovani coppie) aggrediti dall’invasione extracomunitaria (invasione voluta e sostenuta dal PCI, oggi PD, e dall’imprenditoria sfruttatrice di manodopera a basso costo, che il MAT denuncia fin dal 1989).
Si richiedono:
– il blocco immediato di qualsiasi ulteriore arrivo di “rifugiati”, che altro non sono se non clandestini e invasori;
– lo smantellamento immediato di “centri di accoglienza”, campi rom ecc.;
– l’attivazione di capillari controlli di ordine pubblico per la prevenzione e la repressione dei reati compiuti dagli extracomunitari (droga, furti, prostituzione, lavoro nero etc.);
– l’introduzione della residenza da un congruo numero di anni sul territorio come criterio nelle graduatorie per alloggi, impieghi, posti negli asili, rilascio di autorizzazioni commerciali, prestazioni sanitarie;
– l’elargizione di specifiche indennità per i disoccupati toscani 40-50enni e per le badanti e baby-sitter toscane.

2) Sostegno dell’agricoltura, della piccola e media impresa e dell’artigianato toscano.
Si richiedono:
– la concessione di agevolazioni fiscali per le nuove imprese aperte da toscani;
– lo sviluppo di reti di vendita di prodotti esclusivamente toscani;
– l’attivazione di “Sportelli Trova Lavoro” riservati ai toscani;

3) Battaglia Localista e Autonomista, in coerenza con l’ideale dei “20.000 Sanmarini”.
Si richiedono:
– uno Statuto Speciale, a cui la Toscana ha diritto, storicamente ed economicamente, analogo a quello accordato alle altre regioni a statuto speciale;
– la suddivisione della regione geografica italiana in 9 “Regioni” o “Stati” autonomi, in luogo delle attuali 20, con l’eliminazione di enti inutili come le provincie e il potenziamento del ruolo dei Comuni;

4) Codice di Comportamento, o “Decalogo”, Solidale (redatto congiuntamente da Mazzerelli e Don Milani nel 1966 a Barbiana), di cui si richiede la rigorosa applicazione per ogni amministratore pubblico, che prevede:
– i divieti di ricoprire più di una carica pubblica, di rimanere per più di due volta alla stessa carica pubblica, della pubblicità personale dei candidati a qualsiasi carica pubblica, di ricoprire una carica pubblica e una di Movimento, di costituire correnti o gruppi di potere, di aprire uffici per la promozione del clientelismo, l’obbligo della dichiarazione annuale, pubblica e giurata, di tutti i redditi e di tutte le proprietà, l’irreprensibilità morale nella vita pubblica e privata, la predisposizione della lista dei candidati mediante una “scala dei meriti”, l’esercizio della politica come servizio, evitando qualsiasi contrasto personale con gli altri servitori.