Dall’India alle Filippine: in mancanza di guerriglieri si ammazzano indigeni e contadini

india e filippine si ammazzano indigeni e contadiniMascherare la repressione pura e semplice, in molti casi l’esecuzione extragiudiziale, come “operazione militare contro la guerriglia” rientra nei metodi, nello stile delle guerre a bassa intensità (per quanto “bassa” risulti spesso un eufemismo). Lo si è visto in America Latina, dalla Colombia al Guatemala, dove venivano venduti ai media come cadaveri di combattenti i poveri corpi massacrati di contadini e indigeni. Talvolta interi villaggi. O addirittura, variante ugualmente adottata dai soliti regimi, per vittime della guerriglia.
Succedeva anche in India.
Due recenti episodi sembrerebbero riproporre lo schema. Il 25 ottobre tre indigeni adivasi, esponenti del Partito Comunista dell’India (Maoista), sono stati uccisi dalle forze di sicurezza nei pressi della frontiera tra gli Stati del Telangana del Chhattisgarh. Si trattava di quadri a livello regionale del partito, ma non di esponenti della guerriglia naxalita come invece ha cercato di dare a intendere un comunicato delle forze di sicurezza; parlando di uno “scontro a fuoco” che in realtà non sarebbe mai avvenuto, stando almeno a quanto dichiara il PCI (M) che definisce l’episodio “un’esecuzione mascherata da combattimento”. Va detto che i naxaliti rivendicano sempre le loro operazioni e i militanti caduti in combattimento. La precisazione e l’accusa alle forze di sicurezza di aver agito come una squadra della morte va quindi presa in seria considerazione. Di conseguenza il PCI(M) ha chiamato la popolazione della regione a sollevarsi con uno sciopero generale contro la barbara esecuzione.
Quasi contemporaneamente, nelle Filippine il capo della polizia nazionale, generale Guillermo Eleazar, si è complimentato con l’ufficio regionale della polizia 5 (PRO-5) per aver “neutralizzato” (ossia ucciso) cinque presunti appartenenti a NPA (nuovo esercito popolare) a Barangay Bugtong, provincia di Masbate. Ma anche in questo caso, come ha immediatamente comunicato il partito comunista delle Filippine (ramo politico di NPA), si trattava di semplici contadini non di guerriglieri. Anche perché in questa zona notoriamente non è presente alcuna unità di NPA.