Obama è un personaggio misterioso, la cui stessa autobiografia è piena di lacune e anche di menzogne. Ad esempio, per vendere la sua autobiografia, nel 1991 asserì mendacemente che “era nato in Kenya”. Ha mentito dicendo di non essere mai stato membro e candidato del socialista Nuovo Partito di Chicago negli anni Novanta; e quando Stanley Kurtz produsse le prove per dimostrare che invece ne era stato membro, gli agenti pubblicitari di Obama denigrarono e trattarono con disprezzo Kurtz.
L’autobiografia di Obama del 1995, I sogni di mio padre, contiene un mucchio di inesattezze e menzogne riguardo a suo nonno materno, suo padre, sua madre, il matrimonio dei genitori, il padre del suo patrigno, il suo amico del liceo, la sua ragazza, Bill Ayers e Bernardine Dohrn, il reverendo Jeremiah Wright. Come commenta Victor Davis Hanson: “Se uno scrittore è capace di inventare i dettagli di una malattia terminale della propria madre e la richiesta all’assicurazione, allora probabilmente distorcerà qualsiasi cosa”.
In questa tela di menzogne riguardo al suo passato si inserisce la questione del dibattito di Obama sulla sua fede, forse la più fondamentale e scandalosa delle sue bugie.

obama musulmano - nobel
Un neopresidente insignito del primo nobel per la pace sulla parola solo perché di pelle scura, nonché acclamato come un eroe dai postcomunisti italioti: abbastanza da tremare per le sorti della civiltà occidentale. E infatti…

Contraddizioni

Alla domanda in merito alla religione da lui professata durante l’infanzia e la giovinezza, Obama risponde in modo contradditorio. Nel 2004, egli aggirò la domanda “Sei sempre stato cristiano?” replicando: “Sono stato allevato più da mia madre e mia madre era cristiana”. Nel dicembre 2007 lo confermò con parole più nette: “Mia madre era una cristiana del Kansas. (…) Io sono stato allevato da mia madre. Pertanto sono sempre stato un cristiano”. Tuttavia, nel febbraio 2009 raccontò una storia completamente diversa.

Non sono stato allevato in una famiglia particolarmente religiosa. Ho avuto un padre musulmano di nascita ma che è diventato ateo, dei nonni che erano metodisti e battisti non praticanti e una madre che era scettica sulle religioni istituzionalizzate. Non sono diventato cristiano fino a quando (…) non mi trasferii nel South Side di Chicago dopo il college.

Egli elaborò ulteriormente questa risposta nel settembre 2010 dicendo: “Sono tornato alla mia fede cristiana più tardi nella vita”.
Qual è la verità? Obama è “sempre stato cristiano” oppure è “diventato cristiano” dopo il college? Una contraddizione su una questione d’identità così fondamentale, se aggiunta alla perplessità generale sull’accuratezza della sua autobiografia, solleva domande sulla veridicità: può uno che racconta di sé una cosa e il suo opposto dire la verità? L’incoerenza è tipica della menzogna: quando s’inventano le cose, è difficile attenersi alla stessa storia. Obama sembra nascondere qualcosa. Era il figlio areligioso di genitori irreligiosi? O è sempre stato cristiano? O musulmano? Oppure era, di fatto, qualcosa di sua creazione: un cristiano-musulmano?
Obama fornisce alcune informazioni sul suo passato islamico nei suoi due libri, I sogni di mio padre e L’audacia della speranza. Nel 2007, quando Hillary Clinton era ancora il candidato democratico favorito alle presidenziali, un certo numero di giornalisti scovò delle informazioni sul periodo trascorso da Obama in Indonesia. Le dichiarazioni di Obama da presidente hanno fornito importanti spunti su ciò che lui aveva in animo. Tuttavia, le biografie principali di Obama sia benevole (come quelle di David Maraniss, David Mendell e David Remnick) sia ostili (Jack Cashill, Jerome R. Corsi, Dinish D’Souza, Aaron Klein, Edward Klein e Stanley Kurtz) dedicano poca attenzione a questo argomento.
Io dimostrerò che è nato musulmano ed è stato educato come tale, fornirò delle prove sugli ultimi anni, esaminerò l’immagine che si ha di lui come musulmano, e inserirò questo raggiro nel contesto più ampio delle fandonie autobiografiche su Obama.

“Non sono mai stato musulmano”

Obama ammette di buon grado che il nonno paterno, Hussein Onyango Obama, si convertì all’islam. Infatti, I sogni di mio padre contiene una lunga citazione di sua nonna paterna che spiega i motivi che indussero suo marito a farlo: le pratiche del cristianesimo gli sembravano “un sentimento sciocco”, “qualcosa che serviva di conforto alle donne”, e così si convertì all’islam, pensando che “le sue pratiche fossero più conformi alle sue convinzioni”. Obama l’ha raccontato volentieri a tutti: ad esempio, quando gli fu chiesto da un barbiere: “Lei è musulmano?”, lui rispose: “Lo era mio nonno”.
Obama presenta i suoi genitori e il patrigno come persone non religiose. Egli osserva (in L’audacia della speranza) che suo “padre era stato educato da musulmano”. ma era un “ateo convinto” quando incontrò la madre di Barack che a sua volta era una “laica dichiarata”. Il suo patrigno, Lolo Soetoro, “come la maggior parte degli indonesiani, ha ricevuto un’educazione musulmana”, sebbene fosse non-praticante, un sincretico che “seguiva un tipo di islam che avrebbe potuto far posto ai resti di fedi religiose più antiche come quella animista e indù”.
Quanto a se stesso, Obama ammette numerosi legami con l’islam ma nega di essere musulmano. “L’unico legame che ho avuto con l’islam è che mio nonno paterno proveniva da quel Paese”, egli dichiarò nel dicembre 2007. “Io, però, non ho mai professato l’islam. (…) Ho vissuto per un po’ in Indonesia perché mia madre insegnava lì. E quello è un Paese musulmano. E lì sono andato a scuola. Ma non l’ho praticato”. Così pure, egli disse nel febbraio 2008: “Non sono mai stato musulmano. (…) oltre al mio nome e al fatto di aver vissuto in un popoloso paese musulmano per 4 anni da bambino, ho pochissimi legami con la religione islamica”. Si noti qui di seguito la sua inequivocabile dichiarazione: “Non sono mai stato musulmano”. Sotto il titolo Barack Obama non è mai stato musulmano, il sito web della prima campagna presidenziale di Obama recava un’asserzione del novembre 2007 ancora più categorica che affermava: “Obama non ha mai pregato in una moschea, non ha ricevuto un’educazione musulmana ed è un cristiano impegnato”.

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Nella sua classe elementare alla Besuki.

“Barry era musulmano”

Sono però molte le prove a favore della tesi che Obama sia nato e cresciuto da musulmano.
1) L’islam è una religione patrilineare. Nell’islam, il padre trasmette la sua fede religiosa ai figli e quando un uomo musulmano ha dei figli con una donna non musulmana, l’islam considera i bambini musulmani. Il fatto che il nonno e il padre di Obama lo fossero – il grado della loro religiosità non ha nessuna importanza – implica che, agli occhi dei musulmani, Barack sia nato tale.
2) I nomi di battesimo arabi sono basati sulla radice trilaterale H-S-N. Tutti questi nomi (Husayn o Hussein, Hasan, Hassân, Assanein, Ahsan e altri) vengono esclusivamente dati ai bambini musulmani. (Lo stesso dicasi per i nomi basati sulla radice H-M-D.) Il secondo nome di Obama, Hussein, dichiara esplicitamente che lui è musulmano di nascita.
3) Registrato come musulmano alla scuola cattolica San Francesco d’Assisi di Giacarta.
È stato iscritto come musulmano all’elementare cattolica con il nome “Barry Soetoro”. Un documento comprova correttamente che è nato a Honolulu il 4 agosto 1961; in esso figura inoltre che Obama è di nazionalità indonesiana e di religione musulmana.
4) Registrato come musulmano alla scuola elementare Besuki. Anche se la Besuki (nota anche come SDN 1 Menteng) è una scuola pubblica, Obama fa curiosamente riferimento a essa nel libro L’audacia della speranza come “la scuola musulmana” frequentata a Giacarta. I documenti scolastici sono andati perduti, ma diversi giornalisti (Haroon Siddiqui del “Toronto Star”, Paul Watson del “Los Angeles Times”, David Maraniss del “Washington Post”) hanno tutti confermato che anche lì Obama è stato iscritto come musulmano.
5) Le lezioni di religione islamica alla Besuki. Obama dice nell’Audacia che alla Besuki “l’insegnante scrisse a mia madre che facevo le boccacce durante le ore di lezione coranica”. Soltanto gli studenti musulmani frequentavano le due ore settimanali di Corano. Riporta Watson:

Due dei suoi insegnanti, l’ex-vicedirettrice Tine Hahiyari e il maestro di terza elementare Effendi, hanno detto di ricordare chiaramente che anche in questa scuola egli era stato iscritto come musulmano, facendo sì che Obama frequentasse ogni settimana le lezioni di religione. “Gli alunni musulmani avevano un insegnante musulmano e gli scolari cristiani avevano un insegnante cristiano”, ha detto Effendi.

Andrew Higgins del “Washington Post” cita Rully Dasaad, un ex compagno di classe, asserendo che Obama faceva baccano in classe e, durante le ore dedicate alla lettura del Corano, “si prendeva gioco della sua pronuncia buffa”. Maraniss è venuto a sapere che in quella classe non solo si imparava “come pregare e come leggere il Corano”, ma di fatto si provvedeva altresì a recitare le preghiere del venerdì proprio nel cortile.
6) Frequentazione della moschea. Maya Soetoro-Ng, la sorellastra più giovane di Obama, ha detto che suo padre (ossia il patrigno di Obama) frequentava la moschea “in occasione dei grandi eventi comunitari”, e Barker ha rilevato che “Obama seguiva occasionalmente il patrigno in moschea per le preghiere del venerdì”. Watson riferisce:

Gli amici d’infanzia dicono che talvolta Obama si recava a recitare le preghiere del venerdì nella locale moschea. “Pregavamo, ma non sul serio, limitandoci a seguire i gesti delle altre persone più anziane presenti in moschea. Essendo però dei ragazzini amavamo incontrare i nostri amici e recarci in moschea tutt’insieme a giocare”, ha raccontato Zulfin Adi, che dice di essere stato uno dei più cari amici d’infanzia di Obama. (…) A volte, quando il muezzin faceva risuonare la chiamata alla preghiera, Lolo e Barry se ne andavano insieme in moschea. “Sua madre spesso si recava in chiesa ma Barry era musulmano. E andava in moschea”, ha dichiarato Adi.

7) Abbigliamento musulmano. Adi racconta di Obama: “Rammento che indossava un sarong”. Anche Maraniss ha rilevato non solo che “i suoi compagni di classe ricordavano che Barry indossava un sarong”, ma gli scambi epistolari stanno a indicare che lui ha continuato a indossare questo indumento anche negli Stati Uniti. Questo fatto ha implicazioni religiose perché, nella cultura indonesiana, solo i musulmani indossano il sarong.
8) La religiosità. Obama dice che in Indonesia “non praticava [l’islam]”, un’asserzione con cui egli ammette inavvertitamente la sua identità musulmana, lasciando intendere di non essere un musulmano osservante. Ma molti di coloro che l’hanno conosciuto contraddicono questo ricordo. Rony Amir descrive Obama come “un islamico già molto religioso”. Un’ex insegnante, Tine Hahiyary, citata nel “Kaltim Post”, asserisce che il futuro presidente frequentava dei corsi avanzati di religione islamica: “Ricordo che lui ha studiato il mengaji”. Nel contesto dell’islam professato nel Sud-Est asiatico, mengaji Quran significa recitare il Corano in arabo, un compito difficile che denota uno studio avanzato.
In sintesi, le prove fanno pensare che Obama sia nato musulmano da un padre musulmano non praticante e che abbia vissuto per quattro anni in un ambiente musulmano sotto gli auspici del patrigno indonesiano musulmano. Per questi motivi, quelli che hanno conosciuto Obama in Indonesia lo considerano musulmano.

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Documento di iscrizione alla scuola elementare San Francesco di Giacarta. Obama viene chiamato Barry Soetoro, di religione islamica e nazionalità indonesiana.

“La mia fede musulmana”

Inoltre, molte dichiarazioni di Obama degli ultimi anni fanno riferimento alla sua infanzia musulmana.
1) Nel gennaio 2007, Robert Gibbs, responsabile delle comunicazioni nella prima corsa presidenziale di Obama, asserì: “Il senatore Obama non è mai stato musulmano, non è stato educato da musulmano ed è un cristiano impegnato che frequenta la United Church of Christ di Chicago”. Ma nel marzo 2007 egli ritornò sui propri passi, affermando che “Obama non è mai stato un musulmano praticante”. Focalizzando l’attenzione sulla pratica da bambino, la campagna sollevò una questione che non è considerata tale dai musulmani (come dagli ebrei) che non reputano la pratica fondamentale per l’identità religiosa. Gibbs aggiunse, in accordo con una parafrasi di Watson, che “da bambino Obama aveva trascorso del tempo nel centro islamico del quartiere”. Chiaramente, “il centro islamico del quartiere” è un eufemismo per “moschea”: trascorrervi del tempo sta ulteriormente a indicare che Obama è musulmano.
2) Può anche aver fatto boccacce e baccano in classe durante le ore dedicate all’insegnamento del Corano, ma Obama ha imparato a recitare la salat durante le lezioni di religione; il suo ex insegnante alla Besuki, Effendi, ricorda che lui si sarebbe “unito agli altri alunni per recitare le preghiere musulmane”. Recitare la salat ha fatto di Obama un musulmano. Inoltre, egli conserva ancora con orgoglio la consapevolezza di quelle lezioni frequentate molto tempo fa: nel marzo 2007, Nicholas D. Kristof del “New York Times” ha mostrato come Obama “ricordasse le frasi iniziali della chiamata araba alla preghiera, recitandole [a Kristof] con accento eccellente. Obama non recitava la salat ma l’adhan, la chiamata alla preghiera (in genere salmodiata dai minareti). La seconda e la terza riga dell’adhan costituiscono la dichiarazione di fede islamica, la shahada, la cui enunciazione fa di una persona un musulmano. L’intera adhan nella sua iterazione sunnita (saltando le ripetizioni) è la seguente:

Allah è il più grande.
Attesto che non c’è altra divinità all’infuori di Allah.
E che Maometto è il Suo Messaggero.
Venite a pregare.
Venite al successo.
Allah è il più grande.
Non c’è altra divinità all’infuori di Allah.

Agli occhi dei musulmani, recitare l’adhan nel 1970 in classe ha fatto di Obama un musulmano, e recitarlo di nuovo per un giornalista nel 2007 lo ha fatto una volta di più.
3) Durante una conversazione con George Stephanopoulos nel settembre 2008, Obama parlò della “mia fede musulmana” per poi dire “la mia fede cristiana” dopo che Stephanopoulos l’aveva interotto e corretto. Nessuno avrebbe potuto lasciarsi uscire di bocca senza riflettere “la mia fede musulmana” senza avere qualche motivo di base per commettere un simile errore.
4) Quando si rivolge al pubblico islamico, Obama usa espressioni particolari che tradiscono la sua identità musulmana. L’ha fatto sia al Cairo (nel giugno 2009) sia a Giacarta (nel novembre 2010) dicendo “As-salaamu alaykum”, un saluto che Obama, che ha frequentato i corsi coranici, sa essere riservato a un musulmano che si rivolge a un altro come lui. Al Cairo egli ha anche utilizzato molti termini pii per indicare ai maomettani che è uno di loro:
“Il Sacro Corano” (un termine citato cinque volte): una traduzione fedele dal riferimento arabo standard alla scrittura islamica, al-Qur’an al-Karim.
“La giusta via”: una traduzione dall’arabo as-sirat al-mustaqim, attraverso cui i musulmani chiedono ad Allah di guidarli ogni volta che pregano.
“Ho conosciuto l’islam in tre continenti prima di mettere piede nella regione dove esso fu rivelato per la prima volta”: i non-musulmani non fanno riferimento all’islam come rivelato.
“La storia dell’Isra, quando Mosè, Gesù e Maometto (…) si unirono in preghiera”: questo racconto coranico di un viaggio notturno stabilisce la leadership di Maometto su tutte le altre figure sacre, incluso Gesù.
“Mosè, Gesù e Maometto, su di loro sia la pace”: una traduzione dall’arabo ‘alayhim as-salam, che un pio musulmano dice dopo aver menzionato i nomi dei profeti morti che non siano Maometto. (Un saluto differente, sall Allahu alayhi wa-sallam, “Possa Allah onorarlo e concedergli pace”, segue correttamente il nome di Maometto, ma questa frase non è quasi mai detta in inglese.)
Che Obama abbia detto “su di loro sia la pace” ha altre implicazioni oltre all’essere una forma puramente islamica di una frase mai utilizzata dagli ebrei e dai cristiani arabofoni. Innanzitutto, essa contraddice le convinzioni di una persona che si professa cristiana, poiché la frase implica che Gesù come Mosè e Maometto è morto; la teologia cristiana sostiene che egli è risuscitato, che è vivo e che è l’immortale Figlio di Dio. In secondo luogo, includere Maometto in questa benedizione implica avere rispetto per lui, il che è qualcosa di bizzarro come sentire parlare un ebreo di Gesù Cristo. In terzo luogo, è naturale che un cristiano cerchi la pace da Gesù piuttosto che augurare la pace a lui.
5) La descrizione ampollosa e inaccurata che Obama fa dell’islam negli Stati Uniti sa di una mentalità islamista. Egli sovrastima clamorosamente le cifre e sopravvaluta il ruolo dei musulmani negli USA, annunciando nel 2009 che “se si calcolasse realmente il numero dei musulmani residenti in America, saremmo uno dei più grandi Paesi musulmani al mondo”. (Neanche per idea: secondo una classifica delle popolazioni musulmane, gli Stati Uniti, con i suoi 2,5 milioni, occupa il 47° posto.) Tre giorni dopo, egli fece una stima gonfiata di “quasi 7 milioni di musulmani americani presenti oggi nel nostro Paese” e annunciò in modo bizzarro che “l’islam ha sempre fatto parte della storia dell’America. (…) Dalla nostra fondazione, i musulmani americani arricchiscono gli Stati Uniti”. Nell’aprile 2009, Obama asserì anche in modo discutibile che molti americani “hanno in famiglia dei musulmani oppure hanno vissuto in Paesi a maggioranza musulmana”. Nell’ordine di priorità delle comunità religiose negli Usa, Obama mette sempre al primo posto i cristiani, ma il secondo posto varia tra ebrei e musulmani; in particolare nel suo discorso inaugurale del gennaio 2009 egli disse: “Gli Stati Uniti sono una nazione di cristiani e musulmani, ebrei e induisti, e di non credenti”.
Obama sopravvaluta in modo così smisurato il ruolo dei musulmani nella vita americana da far pensare a una mentalità islamica suprematista tipica di qualcuno che proviene da un ambiente musulmano.
6) Il suo modo di interpetare il ruolo di occupante della Casa Bianca ne tradisce le origini islamiche.
Disse nel suo discorso al Cairo: “Considero parte delle mie responsabilità di presidente degli Stati Uniti combattere contro gli stereotipi negativi dell’islam ovunque si manifestino”. Un’espressione che rivela sia la sensibilità musulmana di Obama, sia il suo bizzarro concetto di presidenza: immaginiamo se John F. Kennedy si fosse lasciato scappare qualcosa di simile in Vaticano a proposito del cristianesimo…
Nel complesso, queste dichiarazioni confermano le testimonianze sull’infanzia di Obama, ovvero che è nato musulmano e ha ricevuto un’educazione islamica.

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Con i compagni alla scuola Besuki.

“Tutta la mia famiglia era musulmana”

Diverse persone che conoscono bene Obama lo vedono come musulmano. Da notare quanto asserito dalla sua sorellastra Maya Soetoro-Ng: “La mia intera famiglia era musulmana”. La sua intera famiglia, ovviamente, includeva il suo fratellastro Barack. Nel giugno 2006 Obama raccontò come, dopo una lunga evoluzione religiosa, egli fu “un giorno finalmente in grado di camminare lungo la navata della Trinity United Church of Christ sulla 95esima strada del South Side di Chicago e di affermare la mia fede cristiana” con una chiamata all’altare. Ma quando fu chiesto (da Edward Klein, The Amateur) al suo pastore della Trinity United, il reverendo Jeremiah Wright, “Lei ha convertito Obama dall’islam al cristianesimo?”, non si sa se per ignoranza o per discrezione, Wright aggirò la domanda replicando in modo criptico: “È difficile dirlo”. Da notare che il reverendo non rigetta l’idea che Obama sia stato musulmano.
George Hussein Onyango Obama, il fratellastro trentenne di Obama che l’ha incontrato due volte, nel marzo 2009 raccontò a un giornalista che egli “può comportarsi diversamente a causa della posizione che ricopre, ma dentro di sé Barack Obama è un musulmano”.

“Il suo secondo nome è Hussein”

I musulmani non riescono a togliersi dalla testa l’impressione, che sotto la sua proclamata identità cristiana, Obama sia in realtà uno di loro.
Recep Tayyip Erdogan, il primo ministro della Turchia, ha fatto riferimento a Hussein come a un nome “musulmano”. I dibattiti musulmani su Obama a volte menzionano il suo secondo nome considerandolo un codice, senza bisogno di altri commenti. Una conversazione svoltasi a Beirut, riportata dalle pagine del “Christian Science Monitor”, rende bene le perplessità dilaganti. “Per gli arabi deve andar bene perché è musulmano”, ha osservato un droghiere. “Non è musulmano, è un cristiano”, ha replicato un cliente. “No”, ha continuato il droghiere, “non può essere cristiano. Il suo secondo nome è Hussein”. Il nome ne è la prova.
La scrittrice musulmana americana Asma Gull Hasan osserva in Obama, il mio presidente musulmano:

So che il presidente Obama non è musulmano, tuttavia sono tentata di pensare che lo sia, come tende a fare la maggior parte dei musulmani che conosco. In un sondaggio assai empirico ed effettuato a voce tra i membri della famiglia e i conoscenti musulmani, molti di noi pensano (…) che abbiamo il nostro primo presidente USA musulmano in Barack Hussein Obama, (…) Dal giorno delle elezioni ho avuto sempre più conversazioni con i musulmani in cui ci siamo trovati concordi nel pensare che Obama sia musulmano, ammettendolo con noncuranza o dichiarandolo con entusiasmo. Esprimendo un commento sul nostro nuovo presidente, prima di avere l’opportunità di riflettere, mi sarebbe scappata di bocca la frase: “Devo appoggiare il mio confratello musulmano”. Per poi aggiungere rapidamente: “Be’, lo so che non è proprio musulmano”. Se però i miei interlocutori erano musulmani, affermavano: “Sì, lo è”.

A titolo esplicativo, la Hasan menziona il secondo nome di Obama; la scrittrice ne conclude: “La maggior parte dei musulmani che conosco (me compresa) non riesce ad accettare che Obama non sia musulmano”.
Non sorprende affatto che i musulmani abbiano queste impressioni, è così anche per l’opinione pubblica americana. Cinque sondaggi del 2008-2009, condotti dal Pew Research Center for the People and the Press, nel porre la domanda: “Sai qual è la religione di Barack Obama?” hanno rilevato una consistente percentuale dell’11-12 per cento di elettori i quali hammo asserito che Obama è veramente un musulmano, con una percentuale molto più ampia fra i repubblicani e gli evangelisti. In un sondaggio del Pew dell’agosto 2010, la percentuale è aumentata arrivando al 18. Un sondaggio del marzo 2012 ha rilevato che circa la metà dei potenziali elettori repubblicani in Alabama e in Mississippi pensa che Obama sia musulmano. Secondo un altro sondaggio del Pew, condotto nel giugno-luglio 2012, il 17 per cento degli intervistati ritiene Obama musulmano e il 31 per cento non sa quale sia la sua religione, con solo il 49 per cento che lo identifica come cristiano. Questo evidenzia un’equa divisione fra chi afferma che Obama è cristiano e chi non è d’accordo.
Il fatto che chi lo considera musulmano disapprovi quasi sempre il suo operato sta a indicare una correlazione fra l’identità musulmana e una presidenza fallita. Che questo segmento importante di opinione pubblica persista in quest’opinione denota una certa riluttanza a prendere Obama in parola sul suo professarsi cristiano. Di conseguenza è diffusa la sensazione che Obama modifichi a piacimento e per proprio tornaconto la sua biografia.

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Obama in abiti islamici al matrimonio del fratellastro Malik, all’inizio degli anni ’90.

“Era interessato all’islam”

Mentre frequentava la scuola in Indonesia, notoriamente Obama seguiva le lezioni di Corano; è meno risaputo quanto da lui ricordato nel marzo 2004, ossia che alla scuola San Francesco d’Assisi egli “studiava la Bibbia e andava a catechismo”. Poiché queste lezioni – cattoliche e musulmane – sono destinate solo ai credenti, frequentarle entrambe era irregolare. Molti dei suoi ex insegnanti confermano i ricordi di Obama. Ecco cosa dicono tre di loro su quest’argomento…
1) Israella Dharmawan, sua insegnante di prima alla San Francesco, ha detto a Watson del “Los Angeles Times”: “In quel periodo, Barry pregava anche da cattolico, ma Barry era musulmano. Fu iscritto come musulmano perché suo padre, Lolo Soetoro, era musulmano”.
2) Effendi, suo insegnante di terza alla Besuki, ha raccontato ad Anne Barrowclough del “Times” di Londra che la scuola era frequentata da allievi di molte fedi religiose e ha rammentato come gli studenti seguissero le lezioni di religione in base alla fede da loro professata; a eccezione di Obama, che era il solo a voler frequentare entrambe le lezioni, cristiana e islamica. E lo fece anche contro la volontà di sua madre: “Sua madre non voleva che lui apprendesse gli insegnamenti islamici, anche se suo padre era musulmano. Qualche volta la donna è venuta a scuola, arrabbiata con l’insegnante di religione, chiedendo: ‘Perché lei gli insegna il Corano?’. Ma Obama ha continuato a frequentare le lezioni perché era interessato all’islam”.
3) Akhmad Solikhin, un amministratore della Besuki, ha espresso (al “Kaltim Post”, 27 gennaio 2007) una certa perplessità sulla religione di Obama: “In effetti è stato iscritto come musulmano, ma lui afferma di essere cristiano”.
Bisogna ammettere che si parla di questa doppia religiosità adesso che Obama è diventato una figura internazionale e la sua appartenenza religiosa ha assunto connotazioni politiche. È tuttavia sorprendente che ognuno di questi tre personaggi del suo passato indonesiano abbia fatto la stessa considerazione, e ciò mette in luce una complicata evoluzione personale di Barack Obama. Queste testimonianze suggeriscono l’ipotesi che Obama, già in un’età compresa tra i sei e i dieci anni, abbia cercato di fondere la religione materna e quella paterna in un unicum sincretico e personale, presentandosi come cristiano e musulmano. E a ben vedere è ciò che sotto sotto sta continuando a fare.

Alla scoperta della verità

In conclusione, le prove disponibili indicano che Obama è nato ed è stato allevato da musulmano, mantenendo un’identità islamica fino a oltre vent’anni. Egli è musulmano per linea paterna, gli è stato dato un nome musulmano, ha frequentato in due scuole indonesiane le lezioni di religione islamica dove leggeva il Corano, ancor oggi recita la dichiarazione di fede islamica e parla a un pubblico musulmano come un correligionario. Tra il padre che non era un musulmano praticante, il patrigno che invece lo era, e i suoi quattro anni trascorsi in un ambiente musulmano, Obama non solo era considerato islamico dagli altri ma anche lui si sentiva tale.
Questo non vuol dire che fosse un islamico praticante o che lo sia tutt’oggi, né tantomeno un islamista, né che questo suo passato influenzi in modo significativo la sua visione politica (che è tipica di un americano di sinistra). E non c’è alcun problema riguardo alla sua conversione dall’islam al cristianesimo. Il problema è che Obama ha mentito in modo categorico e ripetuto sulla sua identità musulmana. Più di ogni altro singolo inganno, il modo in cui egli affronta il suo passato religioso rivela la sua debolezza morale.

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