Come ogni anno, la prima domenica di settembre si è tenuto a Sancto Lucio, estremo baluardo orientale della Provenza in territorio piemontese, il “Roumiage” d’autunno. Questa volta, accanto alla tradizionale festa, una solenne presa di posizione: l’elaborazione della “Carta di Coumboscuro”, un progetto di accordo transfrontaliero, importante affermazione dell’unità culturale della Provenza e testimonianza del fatto che i crinali alpini non separano, ma uniscono chi vive sui due versanti.

È difficile parlare di Coumboscuro in modo adeguato, perché Coumboscuro ha un segreto; quello della “normalità”, della semplicità del “cuore”. In questo stretto fiordo alpino il professor Arneodo e i suoi figli hanno deciso di costruire l’estremo baluardo della Provenza, il suo lembo orientale. Che cosa vuol dire? Che − contrariamente a quanto di solito si pensa − le Alpi (come del resto i Pirenei) non separano ma uniscono; la linea dello spartiacque non corrisponde a una linea di diversificazione etnico-linguistico-culturale; il “confine di Stato” è un segno artificioso e artificiale, legato a contingenze storiche che possono e dovranno cambiare, come nei secoli sono cambiate. Siamo a pochi chilometri da Cuneo, in quel Piemonte occidentale che, come dice il suo nome, sta davvero ai piedi dei monti, che si ergono direttamente sulla pianura senza l’intermediario delle Prealpi di altre regioni. Il paese è piccolo e ridente, si chiama (in provenzale, ossia in “lingua d’oc”) Sancto Lucio: c’è una piccola chiesa, un campanile, quattro case, una delle quali − su due piani − è quella abitata dalla famiglia Arneodo. Al piano di sopra si vive e si lavora, al pianterreno c’è il museo delle tradizioni popolari di questo lembo di Provenza Alpina. Per salvarne la lingua, le musiche, le danze popolari, gli Arneodo si sono fatti trovatori, antropologi, ricercatori, animatori sociali, o semplicemente insegnanti, “maestri” di vita. È nato così una ventina d’anni or sono, sviluppandosi a poco a poco, un passo dopo l’altro, con la metodica fedeltà di questa gente montanara, fino a diventare un cuore pulsante e vivo che richiama e dà vita, pompa sangue vivo da entrambi i versanti dei monti, giù giù fino al Po e fino al Rodano. I figli di Arneodo, maschi e femmine, sono laureali in lingue, diplomati in conservatorio, e cantano, suonano, scrivono, stampano un giornale, pubblicano libri, dischi, manifesti, cassette. Le scolaresche arrivano a frotte, e così gli altri visitatori: c’è un calendario di feste che rispetta le stagioni. La prima domenica di gennaio, la seconda domenica di luglio, tutte le domeniche di agosto, la prima domenica di settembre, ci si ritrova non per organizzare uno “spettacolo” da offrire agli estranei, a gente che venga per guardare senza partecipare: ma per vivere, sopravvivere e giocare insieme. Quest’anno, ai canti e balli tradizionali, sempre incentrati sul vivacissimo gruppo dei “Troubaires de Coumboscuro”, ma sempre con l’intervento di ospiti transalpini altrettanto bravi ed entusiasti, si è aggiunto un momento di solenne presa di posizione, di pubblica presa di coscienza della realtà nella quale il gruppo Arneodo si muove. Elaborata in comune tra il movimento di autonomia alpino-provenzale di Coumboscuro e l’Union Prouvencalo della Provenza propriamente detta, è stata “dichiarata” di comune accordo la “Carta di Coumbouscuro”, un progetto di accordo transfrontaliera per la formazione di un ’’Gruppo di unione provenzale” che porti avanti le maggiori istanze di base, e cioè: l’incremento di una elaborazione culturale comune, dal livello scolastico a quello delle comunicazioni stradali; la creazione di un organismo radiotelevisivo comune a tutta la Provenza Alpina; e poi accordi turistici, ecologici, l’istituzione di una festa ufficiale e tante altre cose. La sede provvisoria del Gruppo dovrebbe essere la città di Briançon, nelle Alte Alpi. Quando all’Albergo Posta di Monterosso Grana (il comune in cui si trova anche Sancto Lucio) sono terminati gli interventi ufficiali, le letture e le congratulazioni, in alto già si ballava al suono delle musiche del “Roudelet Felibren” di Chateau Gombert. La domenica mattina, dopo un’intera nottata di festa e di danze, si è celebrata la Messa in provenzale, e quindi si è ripreso a danzare e a cantare, concludendo così in tanta allegria questo ennesimo “Roumiage” (“pellegrinaggio”) d’autunno, e dandosi appuntamento per la prossima festa, il prossimo concerto, il prossimo abbraccio di vita in comune strappata con lavoro e con fatica a una terra che molti – com’è accaduto altrove – avevano cominciato ad abbandonare, finché il grande sogno degli Arneodo non li ha convinti che qui era la loro casa, il loro focolare alpino, che non li avrebbe traditi.

 

Progetto d’Accordo transfrontaliero tra la Regione Piemonte e la Regione Provence-Alpes-Còte d’Azur concernente le Alte Valli Provenzali dei due versanti delle Alpi

 

Motivazioni:

Considerando che tredici delle valli del versante orientale delle Alpi (appartenenti alla Regione Piemonte, provincie di Cuneo e Torino) sono di parlata provenzale alpina analogamente alle simmetriche valli della Regione Provenzale-Alpes-Còte d’Azur (dipartimento delle Hautes-Alpes, delle Alpes-de-Haute-Provence e delle Alpes Maritimes); considerando che alcune tra loro costituirono durante vari secoli delle autentiche comunità politiche, come gli “Escartouns” del Paese Briançonnais, dal 1343 al 1713; e la Comunità di tradizioni Valle dell’Ubaye – Valle Stura fino al 1743 (data della cessione alla Francia della prima di esse); considerando che stretti legami culturali e legami di affinità hanno da sempre unito i due versanti delle Alpi provenzali: quello della Regione Piemonte e quello delle Alpes-Còte d’Azur; considerando che sono da sempre esistiti degli scambi economici tra queste comunità grazie a dei valichi d’accesso relativamente agevoli; considerando che la Costituzione degli Stati nazionali e il loro consolidamento dopo il 1860, così come durante la prima guerra mondiale e soprattutto la seconda, hanno inferto un pesante colpo all’unità naturale e storica di queste regioni;

considerando che il secondo conflitto mondiale ha portato alla massima esasperazione l’opposizione delle sovranità, costringendo ad affrontarsi sul campo di battaglia popolazioni dello stesso ceppo e coscienti della loro unità profonda di etnia e dì sentimento; considerando che nessun indennizzo a soddisfazione dei danni materiali e morali così subiti è fino ad oggi intervenuto;

considerando che, malgrado il Mercato Comune, le relazioni economiche e di vicinato sono ancora ostacolate dal perdurare dei controlli doganali; considerando che le infrastrutture in materia dì comunicazione segnano un ritardo e che alcuna linea ferroviaria non collega per ora Briançon a Oulx; considerando che le Alte Valli Provenzali della Regione Piemonte e quelle della Regione Provence-Alpes-Côte d’Azur non dispongono tuttora di collegamenti stradali:

– in numero sufficiente;

– aventi, per quanto riguarda quelle esistenti, caratteristiche tali da non consentire di intraprendere relazioni umane e normali scambi economici; considerando pure che due metropoli europee assai prossime geograficamente e fra loro complementari – Marsiglia e Torino – non sono tuttora collegale da ferrovia: fatto che costituisce un caso unico nell’insieme dell’Europa dei dodici;

considerando che nessun collegamento diretto e rapido unisce due città a vocazione regionale come Nizza e Cuneo e che il percorso stradale Cuneo-valle Stura-Barcelonette-Avignone non presenta caratteristiche adeguate alla vocazione di arteria internazionale; considerando che nessuno sforzo è stato fatto, nè da parte francese nè da parte italiana, per assicurare al provenzale alpino, lingua “autentica e tradizionale” delle comunità in questione, un posto nella scuola e nella vita pubblica; che, d’altra parte, l’insegnamento stesso delle lingue nazionali (italiano e francese) su una base di reciprocità non è assicurato, e che nello stesso modo nulla è stato fatto, nè sul piano economico, nè sul piano culturale, per riparare il torto immenso compiuto dagli Stati-nazione  a questa regione tradizionale, mutilata dalla frontiera; considerando che i progetti della costruzione europea sono troppo lenti per rispondere alle attese delle popolazioni;

le regioni Piemonte e Provence-Alpes- Còte d’Azur,

– prendendo atto delle lagnanze che esse hanno formulato, così come delle loro aspirazioni, debitamente articolate;

– animate dalla sollecitudine di ristabilire i legami storici infranti;

– coscienti di operare in tal modo tanto per il riavvicinamento Piemonte – Provenza e delle comunità provenzali dei due versanti alpini quanto per una migliore comprensione tra i popoli, condizione preliminare della costituzione di una autentica Federazione Europea;

– nel rispetto delle disposizioni costituzionali e legislative dei due rispettivi Stati e sulla base delta convenzione – quadro europea relativa alla cooperazione transfrontaliera delle collettività o autorità territoriali di Madrid (21- V-1980);

– convengono di creare un gruppo di consultazione tra autorità regionali e locali gruppi

socio-economici e culturali, che sottoscriveranno il presente accordo, al fine di coordinare la gestione degli affari pubblici transfrontalieri, denominato “Gruppo di Unione Provenzale”;

– e decretano a tale scopo ciò che segue:

Scopi del gruppo di consultazione

art. n. 1

Le autorità regionali del Piemonte e della Provence – Alpes – Côte d’Azur si impegnano a consultarsi nei seguenti settori e per ciascuno di essi negli esclusivi limiti di loro competenza, per incentivare:

1 Cultura

insegnamento, comprendente:

–          la creazione o lo sviluppo dell’insegnamento del provenzale a tutti i livelli;

–          istituzione di diplomi di Stato per l’insegnamento del provenzale;

–          parità dei diplomi nelle due regioni;

–          scambio di borse di studio;

–          scambio di insegnanti, di studenti e di allievi;

–          messa a punto di un organismo di coordinazione e di promozione della lingua provenzale alpina;

gioventù, comprendente:

–          l’apprestamento di case internazionali della gioventù e di colonie di vacanza; l’orga-nizzazione di incontri culturali, folcloristici, musicali, scientifici (archeologia, storia, dialettologia, toponimia, patronimia), sportivi, teatrali; l’organizzazione di incontri dei responsabili dei differenti settori culturali;

–          scambi su quanto riguarda l’inventario del patrimonio;

–          organizzazione del territorio nel rispetto del patrimonio locale;

–          protezione della natura, dei monumenti e del patrimonio storico-artistico;

            realizzazione di parchi naturali interregionali; creazione di zone turistiche;

            protezione delle foreste, della fauna, della flora; lotta contro l’inquinamento;

lotta contro gli incendi;

–          mezzi di comunicazione, tra l’altro, con la creazione di una radio-televisione comune alle due regioni con programmi di Radio-Televisione della Provenza Alpina; incoraggiamento alla creazione di organi di stampa interregionali;

–          istituzione di una festa ufficiale della regione soprafrontaliera.

2 Economia

–          azione comune in vista della soppressione dei controlli doganali;

–          collaborazione tra gli Enti Camerali: agricoltura, artigianato, commercio e industria;

–          creazione di cooperative commerciali e agricole;

–          sviluppo delle vie di comunicazione, compresa la costruzione di una ferrovia Briançon-Oulx e l’elettrificazione della linea Marsiglia-Aix-Briançon-Oulx;

–          miglioramento della rete stradale esistente tra i due versanti alpini con costruzione di superstrade e apertura di nuovi passaggi là dove si renda necessaria; caso particolare, per quanto di valore indicativo, l’apertura del tunnel del Ciriegia, tra V. Gesso e V. Vesubie;

–          costruzione di una centrale elettrica inter-regionale;

–          messa a punto di una rete di distribuzione di gas, di elettricità, di benzina e di altri prodotti;

–          costituzione di unità di mutuo soccorso e di pronto intervento in caso di incidenti e di catastrofi di qualsiasi natura;

–          problemi relativi ai lavoratori frontalieri dei due versanti, compresa la questione del rientro definitivo al paese d’origine.

3 Turismo

–          collaborazione tra uffici del turismo;

–          organizzazione di manifestazioni comuni inter-regionali;

–          sentieri per escursioni;

–          strutture alberghiere, ostelli della gioventù, centri di accoglienza, stazioni sciistiche; problemi di unificazione e organizzazione delle strutture complementari;

–          organizzazione di stages (seminari) di studio per gli ambienti alberghieri e di sport invernali ed estivi.

 

Territorio contemplato dall’accordo

art. n. 2

Il territorio contemplato dall’accordo comprende: nelle province di Cuneo e di Torino della Regione Piemonte e della Regione Provence-Alpes-Còte d’Azur, tutte le valli, i comuni, i sindacati intercomunali, i departement e circoscrizioni amministrative interessati dal presente accordo, che desiderino aderirvi, essendo inteso:

1°) che la lista non è in alcun modo limitativa;

2°) che convenzioni particolari potranno essere firmate tra i comuni o gruppi di comuni di lingua provenzale alpina.

Sede

art. n. 3

A questo scopo, le parti concordano il gruppo di consultazione (qui avanti denominato “Gruppo di Unione Provenzale”) con sede provvisoriamente stabilita a Briançon. La sede definitiva sarà in seguito scelta dal gruppo di consultazione. Compito del gruppo è di assicurare lo scambio di informazioni, il contatto e la consultazione tra i suoi membri nei settori indicati all’articolo n. 1.

Le autorità membri si impegnano a trasmettere ad esso tutte le informazioni necessarie all’adempimento del suo compito e a consultarsi al suo interno preliminarmente all’adozione delle decisioni o misure che riguardano i settori sopra menzionati.

Membri del gruppo dell’Unione Provenzale

 art. n. 4

Ogni regione (Piemonte e Provence- Alpes-Cóte d’Azur) è rappresentata nel gruppo dell’Unione Provenzale da una delegazione di… membri delegati dalla stessa. Ogni delegazione può, in accordo col gruppo dell’Unione Provenzale, farsi assistere da rappresentanti di organismi socio-economici privati e da esperti. Sono membri del gruppo dell’Unione Provenzale le autorità locali e regionali,

i gruppi socio-economici e culturali che sottoscriveranno il presente accordo. Il gruppo dell’Unione Provenzale decide sulla ammissione di nuovi membri all’unanimità.

Attributi del gruppo dell’Unione Provenzale

art. n. 5

Il gruppo dell’Unione Provenzale può deliberare su tutte le questioni indicate all’articolo n. 1.

Il processo verbale registrerà tutte le questioni sulle quali è stato espresso un consenso, così come le raccomandazioni che si è convenuto di indirizzare alle autorità o raggruppamenti interessati.

Il gruppo è abilitato a procedere a ricerche e inchieste sulle questioni di sua competenza.

art. n. 6

I membri del gruppo dell’Unione Provenzale possono stabilire di affidare al gruppo dell’Unione Provenzale l’esecuzione di talune incombenze di ordine pratico ben delimitate. Il gruppo dell’Unione Provenzale inoltre può svolgere missioni che potrebbero essergli affidate da altre istituzioni, particolarmente del quadro europeo.

Funzionamento del gruppo dell’Unione Provenzale

art. n. 7

II gruppo dell’Unione Provenzale approva il suo regolamento interno.

art. n. 8

Il gruppo dell’Unione Provenzale è convocato in linea generale due volte all’anno o su richiesta di un terzo dei membri che propongono l’iscrizione di un punto all’ordine del giorno.

La convocazione e la trascrizione dell’ordine del giorno deve avvenire quindici giorni prima della data fissata, al fine di consultare lo studio delle deliberazioni all’interno di ogni istituzione rappresentata.

art. n. 9

Il gruppo dell’Unione Provenzale designa nel suo seno un ufficio permanente del quale determina gli attributi e la composizione;

la presidenza è esercitata conformemente al regolamento interno e, in mancanza di tale possibilità, dal più anziano di età.

Relazioni con terzi e le autorità superiori

art. n. 10

Nel rapporto con terzi, il gruppo dell’Unione Provenzale è rappresentato dal suo presidente, salvo disposizioni particolari del regolamento interno. Le autorità superiori, dalle quali dipendono i membri del gruppo dell’Unione Provenzale, possono ottenere da quest’ultimo, a loro richiesta, qualsiasi informazione sulla attività del gruppo dell’Unione Provenzale e sono abilitate ad inviarvi un osservatore.

Conciliazione

art. n. 11

Ogni membro dell’Unione Provenzale e ogni parte può muovere eccezione al gruppo di Unione Provenzale, ogni volta che consideri che l’accordo non è stato applicato:

–          quando non sia avvenuta la consultazione pregiudiziale,

–          quando le misure prese non siano conformi all’accordo,

–          quando le misure necessarie alla realizzazione del fine dell’accordo non siano state prese.

Se le parti non giungeranno ad un accordo, possono ricorrere ad una commissione di conciliazione, incaricata di controllare il rispetto degli impegni assunti.

Istanza di controllo

art. n. 12

Le parti possono accordarsi sulla formulazione di una commissione di istanza specifica di controllo nel rispetto degli impegni, composta da un numero uguale di esperti delegati dalle due parti e da un esperto neutro, la designazione del quale o il modo di designazione è previsto in anticipo.

L’istanza di controllo esprime il suo giudizio sul rispetto o non rispetto dell’accordo. È abilitata a rendere pubblico il suo verdetto.

Segreteria e finanziamento

art. n. 13

La segreteria è assicurata da una delle istituzioni membro, rinnovabile o no ogni anno.

Ogni collettività è tenuta a contribuire alle spese della segreteria secondo le modalità che verranno stabilite dal regolamento interno.

L’invio delle informazioni e la documentazione si esegue in lingua provenzale, con traduzione in francese e in italiano.

Adesioni e ritiri

art. n. 14

Possono diventare membri del gruppo di Unione Provenzale le autorità locali e regionali, i gruppi socio-economici e culturali citati all’articolo n. 4 del presente accordo. Il gruppo di Unione Provenzale decide sull’ammissione dei nuovi membri.

art. n. 15

Ogni membro può ritirarsi dal gruppo di Unione Provenzale mediante notificazione della sua decisione al Presidente. Il ritiro di un membro non pregiudica il funzionamento del gruppo di Unione Provenzale salvo la deliberazione formale del medesimo.

Notificazione al Consiglio d’Europa

art. n. 16

Le parti informeranno il segretario generale del Consiglio d’Europa della conclusione di questo accordo e trasmetteranno il testo nelle lingue provenzale, francese, italiano.