Ogni giorno che passa, diventa sempre più evidente che il mandato del presidente venezuelano Nicolas Maduro rischia di finire in malo modo. Sia la legislatura controllata dall’opposizione sia il suo stesso partito gli stanno chiedendo di dimettersi per calmare la rabbia dell’opinione pubblica contro il governo. Secondo alcune fonti, l’opposizione avrebbe già discusso con il Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV), in carica, la possibilità di formare una giunta per governare il Paese dopo l’allontanamento di Maduro.
Nel corso degli ultimi mesi, il presidente e la sua fazione del PSUV si sono chiaramente isolati dal resto del governo. Nella politica venezuelana a trazione militare, Maduro ha rappresentato solo una fazione civile minoritaria fin dal suo insediamento nel 2013, dopo la morte del presidente Hugo Chavez. Di conseguenza, Maduro ha fatto affidamento sulla fedeltà dei militari, ma questi  legami si stanno ora sfilacciando. Qualsiasi discussione su una soluzione futura dipende dal fatto che i potenti capi militari, come il ministro socialista della Difesa Vladimir Padrino Lopez, considerino la giunta o un altro governo di transizione positivi per il Paese. Allo stato attuale, sembra che almeno un segmento significativo delle forze armate, comprendente ufficiali in pensione e di medio livello, possa appoggiare una transizione; tocca ai militari affrontare i vari disagi sociali creati dall’economia venezuelana al collasso. Secondo una nostra fonte, Padrino Lopez appoggia la rimozione di Maduro, anche se in modo da preservare la sua dignità. Il presidente dell’Assemblea Nazionale Henry Ramos Allup ha anche affermato che una fazione di presenti e passati dirigenti militari guidati da Francisco Arias Cardenas – governatore dello Stato di Zulia – sta prendendo in considerazione le dimissioni di Maduro come un possibile mezzo per affrontare la crisi politica ed economica.
Un cambio di governo permetterebbe a una nuova amministrazione di intraprendere le riforme economiche strutturali cui Maduro si oppone da tempo. Servirebbe anche a placare la rabbia della  gente contro il governo che rischia di esplodere in manifestazioni di piazza. La domanda, tuttavia, è come un tale cambiamento di leadership potrebbe verificarsi. Gli eventi dei prossimi mesi determineranno quale dei quattro possibili scenari si avvererà. Il rischio di disordini sociali a causa della forte impennata dell’inflazione nel Paese sarà un dato di fatto, indipendentemente dalla sostituzione di Maduro.

maduro
Maduro, nato nel 1962 a Caracas, è stato designato nel 2012 dal presidente Hugo Chàvez come suo successore. Dopo la morte di Chàvez, Maduro ha assunto la presidenza ad interim ed è poi stato eletto definitivamente nel 2013. Come tutti i “socialismi bolivariani” in America Latina, anche quello di Chavez-Maduro si è risolto in un disastro economico e sociale.

Scenario 1: Maduro rimane al potere fino alle elezioni 2019

Questo è sempre più improbabile, dato il gran numero di esponenti del PSUV e dell’opposizione che hanno avviato discussioni sulla rimozione del presidente. Anche se Maduro riesce a superare i tentativi di allontanarlo, e le correnti del PSUV a lui contrarie si convinceranno a sostenerlo, la prospettiva di ulteriori anni di inflazione dilagante, carenza di cibo e immobilismo del governo sulle riforme economiche, finiranno per far esplodere proteste violente.

Scenario 2: Maduro viene revocato mediante referendum o emendamento costituzionale

Ci sono attualmente due iniziative di revoca che minacciano Maduro. La prima è una proposta di emendamento costituzionale per ridurre il mandato del presidente a quattro anni e indire nuove elezioni nel dicembre 2016. L’altra è un referendum per la sua destituzione. Entrambe potrebbero potenzialmente essere presentate alla cittadinanza del Venezuela per essere votate. L’Assemblea Nazionale ha iniziato a discutere l’emendamento, mentre non si registrano progressi per il referendum. La coalizione di opposizione deve ancora annunciare pubblicamente i progetti definitivi per la revoca di Maduro, probabilmente perché è ancora oggetto di discussione interna e, potenzialmente, di negoziati tra l’opposizione e il governo. Considerato che un referendum sia costituzionale sia di revoca costituiscono una minaccia per il governo e misurerebbero il livello d’insoddisfazione della gente verso Maduro, più è alta la probabilità che passino, più è facile che i dirigenti del PSUV e dell’opposizione lavorino insieme.
Tuttavia, lo svolgimento di un referendum di revoca sarebbe probabilmente più problematico per l’opposizione di un emendamento costituzionale. Un referendum potrebbe essere contestato dalla Corte di Cassazione o del Consiglio Nazionale Elettorale, entrambi ancora sotto il controllo del PSUV.

Scenario 3: Maduro è costretto a dimettersi

Costringere il presidente a dimettersi porterebbe alla formazione di una giunta o di altro governo di transizione. Questa quasi certamente includerebbe membri dell’opposizione; potrebbe anche ricevere scarsa legittimità da parte dei governi stranieri. Aprirebbe persino un percorso diretto alla presidenza per l’opposizione. Secondo la costituzione venezuelana, le nuove elezioni devono tenersi entro e non oltre 30 giorni dalle dimissioni del presidente. In questo intervallo, il governo del Paese sarebbe nella mani del presidente dell’Assemblea Nazionale. A innescare tali dimissioni forzate potrebbe essere il default del debito estero o qualche impopolare manovra di politica interna, come per esempio un possibile esproprio delle Polar Enterprises.
Anche questo scenario, probabilmente, comporterebbe seri negoziati tra governo e opposizione; se non altro perché un eventuale trasferimento del potere politico all’opposizione, in particolare quello presidenziale e parlamentare, sarebbe un grattacapo per i dirigenti socialisti, alcuni dei quali hanno pendenze penali all’estero per traffico di droga. I tempi di dimissione del presidente saranno a loro volta fondamentali. Se verrà rimosso prima del gennaio 2017, l’opposizione potrà obbligare giuridicamente il governo a indire nuove elezioni. Se invece verrà rimosso dopo tale data, chi occupa la vicepresidenza resterà presidente fino al 2019. I membri della élite politica avrebbero interesse a ritardare la transizione nel prossimo anno; d’altra parte, il rischio di sconvolgimenti sociali come conseguenza della crisi economica potrebbero spingerli a velocizzarla.

Scenario 4: colpo di stato militare Sostituisce Maduro

Infine, un segmento delle forze armate potrebbe tentare un golpe contro il presidente, anche se questa opzione è la meno probabile. Potrebbe succedere qualora Maduro resistesse alle spinte a presentare le dimissioni, o se una fazione militare sfidasse i suoi comandanti e avviasse ugualmente un colpo di stato. In ogni modo, si ritiene che Padrino Lopez sia contrario alla deposizione di Maduro con la forza, preferendo intraprendere la rimozione negoziata del presidente.

 

(Traduzione a cura di “Etnie” dell’originale How Venezuela Would Remove Its President, con l’autorizzazione di Stratfor.)