Diversamente da quanti, citando Pasolini, in merito alla strage di Mosca hanno dichiarato: “Io so ma non ho le prove”, personalmente ammetto: “Io non so un cavolo. Però ho dei sospetti”.
Andiamo con ordine, e con i piedi di piombo.
Tra le tante ipotesi formulate (è stato Putin; no, è stata l’Ucraina; magari la cia oppure il mi6…), non sarebbe da trascurare quella azzardata da fonti curde: partendo dalla presunta confessione di alcuni degli arrestati, secondo cui essi sarebbero arrivati a Mosca con un aereo partito dalla Turchia, si prospetta una eventuale responsabilità (complicità?) di Ankara.
Da qui ad accusare Erdogan il passo è breve, almeno per i curdi. Imputandogli in aggiunta anche un altro grave attentato, quello in Iran di qualche mese fa.
Fermo restando il ruolo di manovalanza che compete alle milizie jihadiste. 1)
Per Tülay Hatimoğolları e Tuncer Bakırhan, copresidenti del dem (partito dell’uguaglianza dei popoli e della democrazia): “Di fronte a questo attacco disumano, ci appelliamo a tutto il mondo per la lotta comune contro lo Stato Islamico. La pace e la stabilità per i popoli del mondo non possono nascere che dal dialogo tra i popoli e da una comune visione nella lotta contro isis e le sue emanazioni. Cogliamo questa occasione per ricordare una volta ancora che le forze che intendono utilizzare lo Stato Islamico contro i curdi del Rojava fornendogli uno spazio sono ugualmente responsabili di questi attacchi”.
Koma Civakên Kurdistanê, l’unione delle comunità del Kurdistan, si spinge oltre: dopo la ferma condanna di tali atrocità, nel comunicato del kck si legge che “questo attacco dimostra ulteriormente quali siano l’odio e la crudeltà dello Stato Islamico contro le persone e l’umanità”.
E prosegue: “Lo Stato Islamico è diretto dal governo turco, dall’alleanza akp-mhp. Con lo Stato Islamico, il regime akp-mhp minaccia il mondo e utilizza tale leva per ottenere concessioni. Lo utilizza contro il mondo intero, compresi il popolo curdo e il movimento curdo per la libertà in Siria, in Iraq e in Europa.
Con ogni mezzo il regime di Erdogan cerca di realizzare i suoi progetti colonialisti e genocidi. Utilizzando Daesh, il governo turco porta avanti i suoi obiettivi con una ideologia neo-ottomana […]. È evidente quali siano i motivi del massacro di Mosca. Con questo attacco, l’amministrazione akp-mhp costringe la Russia e altri Paesi a obbedire alle proprie richieste. L’Iran era già stato obiettivo di un attacco simile”.
L’accusa è perentoria: “Lo Stato Islamico è stato ingaggiato dal governo turco per condurre i due attacchi”.
Cosa ancora tutta da dimostrare evidentemente, ma su cui interrogarsi.
kck conclude affermando che “in quanto movimento di liberazione curdo, abbiamo lottato contro la barbarie e il fascismo dello Stato Islamico e, pur risultando vincitori, abbiamo ugualmente pagato un prezzo pesante.
Restiamo sempre al fianco del popolo e presentiamo le nostre condoglianze a tutte le persone colpite da questa atrocità”.
Inoltre alla ferma condanna dell’ignobile azione terroristica contro il teatro Crocus City Hotel, si sono immediatamente associate le organizzazioni curde presenti in Russia.

Piccoli jihadisti crescono

Dopo Mosca e pensando ai precedenti di Parigi (Bataclan), Madrid, Londra, Shengal, e ovviamente del Kurdistan, appare evidente che Daesh ha colpito quasi in ogni angolo del pianeta. Da cui la necessità di una risposta condivisa globalmente. Altrimenti l’idra jihadista potrà ricostituire le sue molteplici teste e colpire nuovamente e dovunque, Europa compresa.
Tra le misure indispensabili da prendere nel più breve tempo possibile, occorre affrettarsi a giudicare e rimpatriare i terroristi stranieri, i miliziani di Daesh e le loro famiglie (parecchi di origine “occidentale”) rinchiusi nel campo di al-Hol, nel nord-est della Siria.

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Nel campo di prigionia di al-Hol si perpetua l’ideologia islamista.

Un campo di prigionia diventato, nonostante tutto il loro impegno, un fardello insostenibile per i curdi che lo controllano e gestiscono da ben cinque anni.
Significativamente, è ormai conosciuto come “giardino d’infanzia per jihadisti” per le migliaia di bambini indottrinati dalle stesse madri alla nefasta ideologia. Una bomba a orologeria da disinnescare quanto prima.

N O T E

1) Qualche considerazione sui responsabili (almeno formalmente ancora presunti). Lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante – Provincia di Khorasan (ad-Dawlah al-Islāmiyah fī ‘l-ʿIrāq wa-sh-Shām – Wilayah Khorasan; isil-kp oppure iskp) si considera – non si sa quanto ricambiato – un ramo, un’emanazione dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (isil) ed è presente in Asia meridionale e centrale, operativo in Afghanistan, anche contro i Talebani, in Pakistan, in Iran e in Tagikistan (da cui forse provengono alcuni degli arrestati di Mosca). Più recentemente anche in India.
Dato che talvolta con il termine Khorasan (“Terre del Sole”) si indicano territori compresi tra Iran, Afghanistan e Pakistan, viene spontaneo pensare ai beluci. Seppur sottoposti a discriminazioni e repressioni, per ragioni religiose (in Iran in quanto sunniti), etniche e politiche (in Pakistan), di solito conducono battaglie politiche non violente o comunque “di massa”, tipo rivolte popolari.
Al loro interno però si sarebbe formata una minoranza jihadista (ma legata più a Al Qaeda che a Daesh) che ricorre al terrorismo. In Pakistan, per esempio, contro la comunità sciita; in Iran contro apparati istituzionali, come i pasdaran. E da tempo si sospetta che anche qualche intelligence “occidentale” (d’Oltreoceano?) possa averne richiesto i servizi…
Tutto da verificare e approfondire ovviamente. Rimane comunque il sospetto.