Questa serata, che doveva aver luogo il 12 luglio, è stata rinviata per la pioggia che ha impedito ogni attività a domenica 14, anche se è la festa nazionale francese, ricorrenza della presa della Bastiglia.
Passano sul palco quattro gruppi, due per il canto e due per la danza, rispettivamente Tamanui Apatoa No Papara, in categoria tārava Tuha’a Pae, Te Pare O Tahiti Aea in categoria hura ava tau, e in tārava Tahiti Haururu Papenoo, gruppo a cui apperteneva Patrick Amaru, autore scomparso lo scorso anno giusto prima della Heiva, che viene celebrato nelle canzoni di questo coro; infine Pupu Tuha’a Pae per la danza in categoria hura tau, professionisti.

Te Tama Nui No ‘Apato’a

Cantano per sostenere la lingua dell’isola di Rimatara, nell’arcipelago delle Australi. La maggior parte dei partecipanti provengono da quest’isola o ne sono originari i loro genitori; qualcuno è di Raivavae, qualcuno di Rurutu. Tutti vivono a Papara, sull’isola di Tahiti: il legame fra questo comune e l’isola di Rimatara è storico. Cantano del pandano e di come venga utilizzato per intrecciare borse, stuoie e cappelli, risorsa primaria degli abitanti dell’isola, fini artigiani.
Per questa strana serata l’orario d’inizio era anticipato di un’ora, facendo sì che il gruppo cantasse con la luce naturale! In una strana atmosfera, alla quale nessuno era abituato, con una lunga nuvola nel cielo come sfondo, abbiamo assistito ai canti di questo popolo delle isole Australi, tanto abile nell’artigianato e dallo stile canoro inconfondibile.

Te Pare ‘O Tahiti Aea

Te ti’amara’a o Pueu i mua i te hau o te ari’i vahine Pomare IV
La rivolta di Pueu davanti alla corte reale della regina Pomare IV

Inutile scrivere che il tema presentato da questo gruppo, la ferma resistenza davanti all’invasione della regina Pomare, può essere trasposto ai giorni nostri in relazione alla Francia.

Te ta’i nei te nuna’a i tona fenua
Te mauiui nei te mau tama
I mua i te ari’i vahine Pomare
Te ‘a’a nei te mau aito
I mua i te ari’i Pomare
Te ‘a’a nei te mau aito
No te paruru i tona fenua
Ma’ohi e, Ma’ohi e, Ma’ohi e

Il popolo piange la sua terra
Il popolo soffre
Davanti alla Regina Pomare
I grandi guerrieri fanno barriera
Davanti alla Regina Pomare
I grandi guerrieri fanno barriera
Per proteggere la propria terra
O Ma’ohi, o Ma’ohi, o Ma’ohi

 

Haururu Papeno’o

Te rahuà pāpaì e tō na parau – te rahu-raa-hia te taata
Lo scrittore e la sua opera – la creazione dell’uomo

Omaggio all’autore Patrick Araia Amaru scomparso lo scorso anno, subito dopo aver realizzato lo spettacolo del Conservatorio di Tahiti, con testo e sceneggiatura. Il gruppo Haururu del distretto di Papeno’o riprende il suo testo sulla creazione del mondo.
Patrick Amaru, riconosciuto come miglior autore della Polinesia francese, ha ricevuto premi su premi per le sue opere. La sua scomparsa è stata una grande perdita per la cultura ma’ohi. Cantava nel coro di questo gruppo.

Hīmene tārava
Te parau (o) Araìa tei ravehia mai
Hāmanaòraa (i) te àito e
E àito tei àro tuutuu òre
Ia tāpeà òe to reo e
No tātou hoì te nunaa Māòhi
I roto i teie heiva e
Tei tuì te roo na poro e hā
Na te moana o Hiva e

Abbiamo scelto di parlarvi di Araia
In memoria di ciò che ha fatto
Non ha mai cessato di impegnarsi
Per preservare la lingua
Sensibilizzarci a questa preziosa eredità
Gli rendiamo omaggio in questa Heiva
É conosciuto
In tutto il Pacifico

Ûtē paripari
E àito mau ā ò Araìa e
E rahuà pāpaì òia e
Pāpaì àai, pāpaì òrero
Pāpaì pehepehe huru rau e
A vai tāpeà tō reo e
O tā òe ia poroì e
Poroì nā te nunaa e
O tā òe ia i here e

Araia è un vero guerriero
Uno scrittore
Ha scritto storie, declamazioni
Canti diversi e vari
Preserva la tua lingua
È il messaggio
Indirizzato al popolo
che ama

E àito taaê mauā ò (òe) Araìa
Arataì te āti Haururu e
Ua parare te parau o Haururu
Na roto i ta òe mau pehe e
Pehepehe faateni, pehepehe faatara
Pehepehe faaara nunaa e
Ia topa te mau ùnaùna paa e
E aha paì te mea (e) toe mai e ?!

Araia sei un guerriero particolare
Hai guidato il clan di Haururu
La notorietà di Haururu si è diffusa
Grazie ai tuoi canti
Canti che celebrano, che denunciano,
Che risvegliano la conoscenza del popolo.
Perchè quando cadranno le apparenze,
Cosa resterà?

Patrick Amaru amava terminare i suoi testi con domande retoriche sospese qua e là…
Il suo testo sulla creazione dell’uomo ha toni epici.

Te piha àore reva.
Taaroa te a-tua
A-tua mata rau
Rau mata a-tua
Hoê noa rā a-tua…

La camera senza spazi vuoti
Ta’aroa era a-tua, portava sul dorso
Ta’aroa dalle numerose manifestazioni
Dai molti e vari volti
Ma che non formano che un solo e unico dio…

Nā hea? Nā hea?
Hāmani ia te taata…
E, e hamani i te taata!

Come? Come?
Creare l’uomo…
Sì, creare l’uomo!

Tii, te taata mātāmua
Tōro ia rima a-tua,
Rima a-tua Taaroa.
Heru ia rima a-tua,
Pāheru i raro roa,
I raro i te haro,
Te haro o Haèhaa…
Hāmani ia manimani,
Manimani Taaroa a-tua,
Hāmani i raro o Haèhaa.
Rahu Taaroa a-tua,
Rahu i raro,
Raro i te haro
Te haro o Haèhaa.
Hū i te Rā Taaroa a-tua,
Hū i te Rā ia Tii mātāmua,
Rahu ia ia Tii mātāmua.

Tii, il primo uomo
Le mani divine di Ta’aroa
Si tendono.
Le mani divine scavano,
Frugano in basso,
Sotto lo sguardo
Dell’umile
Le dita del dio Ta’aroa
Creano,
Sotto l’umile
Il dio Ta’aroa crea,
Crea in basso,
In basso sotto lo sguardo
Lo sguardo dell’umile.
Il dio Ta’aroa fece sorgere davanti al sole
Il primo uomo,
Creò il primo uomo.

Te ao taata nei.
Te vaamataeinaa.
Hee te tau Ia noho ā o
Tii te taata mātāmua
Ia Hina-Mahaì-Tua-Mea
E ia fānau mai ra ta rāua tamarii,
O te arii nui maro ùra,
E huaài teie na te a-tua
Te a-tua mai i te pō a rahu.
E ia fānau mai ā ta rāua
O te taata rii ia,
Te manahune o te ao nei.

Il giorno di questo uomo.
La gente comune.
Passa il tempo,
Quando Ti’i, il primo uomo si unisce
Con Hina-Mahaì-Tua-Mea
Ebbero dei figli,
Che diventarono famiglia reale dalla cintura rossa,
Discendenti degli dèi,
Gli dèi della notte della creazione.
Quando ebbero ancora dei bambini,
Diventarono gente comune,
I plebei di questo mondo.

I canti di questo gruppo sono stati commoventi, il loro autore Patrick Araia Amaru è sceso dalle stelle in mezzo a noi abbraccandoci con le sue parole. Il gruppo è entrato in silenzio, mentre una lettrice declamava i versi del poeta. L’oratore che lo ha celebrato ha fatto venire i brividi a tutto l’uditorio.
È stata una sorpresa leggere questo testo, profondo e penetrante, trovarmi ancora una volta a tradurre le parole del mio autore preferito, nonostante la sua scomparsa. Ma si sa, un vero poeta non muore mai.


Pupu Tuha’a Pae

Ia hi’a o tapuata
La caduta di Tapuata

Un’epopea per Pupu Tuhaa Pae, gruppo delle isole Australi, che vede come ra’atira (capo danza) il noto ballerino Oscar.
Tematauira era un guerriero indomabile dell’isola di Tumura’i, oggi Tubua’i, alto più di dieci metri. Venuto a conoscenza dell’uccisione di un membro della sua famiglia a ‘Eteroa, oggi Rurutu, decide di vendicarne la morte sterminando i guerrieri Tānete’e.
Arriva nel villaggio di Tū’ura, oggi Averā, con l’idea di combattere ‘Ututoa, il guerriero che aveva tolto la vita di Teuruari’i. Infuria la battaglia e si trova da solo a fronteggiare i Tānete’e al canale di ‘Ōpūpū lanciandoli lontano con la sua forza prodigiosa. I due guerrieri Tera’imana’a e Tānete’e si trovano ad assistere impotenti.
‘Ututoa, prima di lanciarsi nella battaglia contro l’invincibile Tematauira, chiede consiglio a sua madre andando a trovarla sulla montagna dove vive a Vaitōnino, verso Nāru’i. Questa gli consiglia di scavare una trappola profonda più di diciotto metri, in modo che il gigante non possa uscirne. Così arriva la fine del leggendario Tematauira, col petto trafitto dalla lancia di ‘Ututoa una volta caduto nella buca, legato dalle corde di purau (ibisco selvatico) che lo imprigionano.
Diventato adulto, il figlio di Tematauira annuncia alla madre la sua decisione di partire per vendicare il padre. La genitrice lo sconsiglia: non ha ereditato la forza paterna, meglio attendere la morte di ‘Ututoa prima di lanciarsi in questa spedizione. Le esortazioni materne sono inutili e il giovane parte per ‘Eteroa. La madre non può che invocare gli dèi per domandare di proteggerlo.
Egli arriva a Avarua, cercando di non farsi scorgere dalle sentinelle di Mairerauri’i, oggi Moera’i. Chiede a Aauruatua, che incontra lungo il cammino, dovi si trovi ‘Ututoa con i suoi uomini per ucciderli; questi gli indica la strada ma lo sconsiglia: “Tuo padre aveva una forza prodigiosa ed è stato ucciso, faresti meglio a tornare nella tua isola, da tua madre Teinauri” Il giovane gli si rivolta contro per trapassarlo da parte a parte, ma Aauruatua gli blocca la lancia che si spezza e lo colpisce alla nuca facendolo svenire. Quando il giovane si sveglia capisce che non può che tornare a Tumura’i. Quando la madre lo vede, contenta di ritrovarlo vivo, esclama: “Ti avevo detto di aspettare la caduta di Tapuata prima di recarti a ‘Eteroa!”
Sempre di buon livello le prestazioni di questo gruppo, molto legato alle tradizioni; i loro passi hanno sapore d’antico. Simpatici i duetti fra madre e figlio, dove litigano accompagnati dal corpo di ballo. Le danze guerriere sono tipiche di queste isole, patria di grandi soldati. Il gran costume è di estrema finezza, realizzato da dita abilissime.