Heiva I Tahiti 2022, la prima serata

La prima serata inizia con la cerimonia del Rāhiri, parola che in reo Ma’ohi, la lingua polinesiana, sta a indicare il mazzo di foglie che vengono presentate alla giuria, anticamente al ari’i, il capo, in accettazione del verdetto, qualunque esso sia.

Te Rāhiri i te Heiva

Tu mai nei tatou i To’atā
Ei ti’a no tera pupu hīmene
No tera pupu ‘ori
Ei tomite hi’opo’a
Hafa’i mai te rau mei’a
Ei rahiri i teie heiva

Ei pü no te ha’amata
Ei pahu no te fa’a’ara’ara
Ia oti e tu’u i te rau mei’a
I ni’a i te peruvai o To’atā

Ei pu no te fa’aoti!

Ei hei no te tura
Ei va no te vaeatua
Ia heiva te heiva!
Ia hura te hura!

La cerimonia del Rāhiri

Eccoci tutti presenti a To’atā [luogo dove avviene la Heiva]
Rappresentando ciascuno un gruppo di canto
Un gruppo di danza
Un giudice della giuria
Portando una foglia di banano
Per sottolineare la partecipazione alla Heiva

La conchiglia ne suona l’inizio
Il tamburo ne accompagna lo svolgimento

Poi, ognuno porta la sua foglia
Su To’atā

La conchiglia ne suonerà la fine!

La corona sottolinea l’onore
La competizione è dedicata agli dèi
Che la Heiva sia Heiva!
Che la danza sia danza!

Partecipano a questa prima serata il gruppo Tamari’i Tuha’a Pae No Mahina diretto da Moeata Arai, in categoria tārava Tuha’a Pae, e il gruppo Tamari’i Teahupo’o in categoria tārava Tahiti diretto da Laiza Tanematea per il canto.
Dopo le due corali sarà il gruppo Hitireva di Kehaulani Chanquy a inaugurare gli spettacoli di danza.
Autore del testo l’ecologista Jacky Bryant; compositori dei canti Teiva LC, Jean-Marc Zinguerlet, già giurato alla Heiva I Tahiti, e Nohorai Temaiana. Tre gli ‘ōrero, oratori del gruppo: il tatuatore Patu, il giovane Maono e il celebre Minos. In aiuto dietro le quinte lo scenografo Moana’ura Tehei’ura e Erena U’ura, insegnante di ‘ori Tahiti, la danza polinesiana al Te Fare Upa Rau, il Conservatorio.

Il gruppo Tamari’i Tuha’a Pae No Mahina in categoria tārava Tahiti ha come tema: “‘Amaitera’i, giovane di Tupu’ai, raccontami la leggenda di Taita’a”.
‘Amaitera’i, tu che spesso ti chiedevi: “Chi sono?” “Da dove vengo?” O ancora: “Dove vado?” E “Cosa so?”, raccontami la leggenda di Taita’a.
Prima dell’esistenza delle cinque isole, esisteva una piovra con cinque tentacoli, per questo eccezionale (la piovra ne ha otto). Oggi i tentacoli sono rappresentati da Rimatara, Tubuai, Rapa, Rurutu e Raivavae. Ma Tubuai, rappresenta anche la testa della piovra, per questo è il centro dell’arcipelago.
Taita’a è la montagna più alta di Tubuai con i suoi 422 m.
Heimatoa era la principessa et Titoarii un semplice abitante. Si innamorarono, ma il re era contrario a questa unione. Si dovevano vedere di nascosto. Un giorno, mentre erano insieme, si accorsero che le acque si stavano alzando, era una mareggiata. Corsero e corsero, lasciando dietro di loro gli abitanti dell’isola, che annegarono sotto le onde. I due giovani si rifugiarono in cima alla montagna, l’acqua arrivò fin quasi a coprire il loro corpo, lasciando fuori solo la testa, tanto che dovettero alzare il mento per salvarsi.
Da quel giorno, la montagna si chiama Taita’a; tai, il mare; taa, il mento.

Il gruppo Tamari’i Teahupo’o in categoria tārava Tahiti ha come tema: Rauhi, te mata ura ura o Tahiti Nui, ovvero la proibizione di sfruttare la terra o di pescare, per dare il tempo alle risorse naturali di rigenerarsi.
Gruppo fondato nel 2006 da Alphonse Raveino è diretto da Laiza Tanematea.

Il gruppo Hitireva ha come soggetto la storia di tre alberi, molto diffusi qui nelle isole del Pacifico.
‘Aito
, il legno di ferro, non sceglie lo spazio dove crescere, è presente dalla notte dei tempi. Lo si può osservare lungo le rive, con le sue radici rampanti, estese, sui versanti montagnosi; in riva al mare sulla sabbia dal sapore salato, fino alla nera roccia vulcanica delle falesie, alla terra argillosa, rossa come i mattoni, sulle cime delle creste. Rāau pa’ari te ‘aito, la Casuarina equisetifolia è un albero solido, dicono i polinesiani.
Lo ‘ā’eho, canna selvatica, dalle foglie ingiallite, ha il tronco morbido che riesce a inclinarsi da ogni lato, spinto dalla furia del vento. “Mea paruparu te ‘ā’eho”, la Phragmites australis si piega ma non si spezza, si dice nelle isole. Si trova sulle crete aride delle colline, esposte al sole.
Il terzo albero è il tāhinu (Tournefortia argentea), guardiano di tanti avvenimenti. Era l’arbusto diffuso nella zona paludosa dove adesso sorge la città di Pape’ete, capitale della Polinesia francese, bonificata dal pastore Crook per costruirvi un tempio e un ospedale. Il missionario non era stato previdente, gli erano semplicemente toccate le terre peggiori dell’isola, e il caso ha voluto che la vita si sviluppasse in questa direzione.

Come sempre, all’interno del concorso di danza il concorso per migliore orchestra, migliore ballerina e ballerino. Sta facendo scalpore la prestazione di Onaku Ellis la quale, con la sua bravura unita alla bellezza, ha mandato in estasi gli spettatori. Non si direbbe che è diventata mamma da soli cinque mesi!