Leggiadre come sempre, le ballerine di ’ori Tahiti si esibiscono in questi giorni per i concorsi della Hura Tapairu, nel Gran Teatro di Te Fare Tahuiti Nui, La Casa della Cultura di Tahiti. Le categorie di questa gara sono numerose, come amano i polinesiani.
La Mehura, nome antico, consiste in una danza di gruppo eseguita da tenere fanciulle, le Tapairu, appunto. Anticamente queste esibizioni erano riservate alle figlie degli ari’i, i capi, perché capaci di eseguirle con la grazie necessaria e in grado di procurarsi i costosi costumi.
Pahu Nui è il concorso per la migliore orchestra tradizionale, dove i pahu, tamburi, la fanno appunto da padroni.


Novità di quest’anno: il concorso di ’ori tahito vahine e tane (tahito, antico, ripropone il ballo nello stile degli anni dal 1930 al 1950) è stato sostituito dai balli in coppia di categoria ’aparima (vengono mimate con le rima, mani, azioni quotidiane o leggende) e ’ōte’a (danza guerriera): ’aparima ‘āpipiti e’ōte’a ‘āpipiti, che possono essere eseguiti da una coppia sia di uomini sia di donne.
Particolare quello del gruppo di Tiare Trompette, che affronta il tema della mascolinità e delle sue devianze. Dopo aver fatto ballare i Tane Ma’ohi, gli uomini Ma’ohi, in chiaro stile hawaiano, inscena questa storia: sulle rive di una fresca sorgente, un giovane resta ammaliato dalla bellezza di una ragazza, dai capelli lunghi e setosi; le si avvicina, la guarda, ma che sorpresa quando si accorge che questa fa pipì in piedi! È un travestito (pédé)! E parte un lungo rimprovero per aver seguito le menzogne dello straniero, essere diventato un detrito trasportato dalle correnti, piuttosto che restare con un Ma’ohi in una bel fare (casa) di foglie di palma di cocco, con il giardino ricco di piante da frutta. La breve scena si conclude con i due giovani, entrambi vestiti da uomo, che si ubriacano insieme.


Nella categoria Tapairu, che dà il nome a questa manifestazione, viene rappresentata una vera e propria leggenda composta da più quadri di danza, come quella di Tevaitea, lo spietato cacciatore di uccelli che viene convinto dall’uccello Manutea, inviato dal dio ’Oro sotto nelle sembianze della bella Rereau, a rinunciare alle sue gesta per amore, dopo che uno stormo di volatili da lei capeggiato lo abbia quasi ucciso ferendolo a colpi di becco.
Da segnalare nella prima settimana, in categoria Tapairu, il gruppo Manahau, capeggiato dall’estroso Jean Marie Biret che mi aveva confessato di essere contento… Lo credo bene, il suo spettacolo con i particolari costumi realizzati dalla moglie e le danze con le sue figlie in prima linea è veramente riuscito!