Me la voglio ricordare così, con quel sorriso enigmatico, lei, considerata la Thatcher del Pacifico, donna energica, volitiva, dalla chiarezza di idee. La prima volta che mi ha vista mi ha chiesto di controllare la sua bella casa in riva al mare a Mo’orea, mentre era negli Stati Uniti con tutta la famiglia. Sono rimasta senza fiato da tanta fiducia: Tamara Bopp Dupont capiva al volo di chi poteva fidarsi. Militante nel Partito Indipendentista, è stata la prima donna eletta all’Assemblea, della quale ha occupato anche la carica di vicepresidente.
Amante delle piante e dei fiori, li coltivava nel suo grande giardino per poterli vendere durante le fiere. Vedere una parlamentare che fa la fioraia è inconcepibile in Europa ma non in Polinesia, dove ci si può trovare a parlare con qualcuno seduto a terra, scalzo, e scoprire che è un ministro…
I vestiti a fiori erano il suo indumento preferito, li indossava sempre, anche all’estero nei suoi viaggi a Parigi o negli Stati Uniti, chiaro simbolo di appartenenza alla razza Ma’ohi e al suo Paese. Proprio al ritorno da uno di questi viaggi, da brava crocerossina le ho misurato la pressione: non si sentiva bene, ho intravisto nei suoi occhi un attimo di timore, passato veloce come un lampo. Da allora il suo cuore era controllato da quelle pilloline che non mancava mai di prendere.
Non sono bastate: l’altra mattina si è fermato, mentre era in bagno a prepararsi con la solita cura e con il profumo dei suoi fiori freschi tra i capelli. Tutta la famiglia, i tre figli e i numerosi nipoti erano occuparti a sistemare la grande proprietà, potare, rastrellare, tagliare l’erba, in attesa del suo passaggio per un controllo che sarebbe arrivato preciso come sempre: “Sposta quel vaso sulla scala, pota di più la siepe, raccogliete quei rami…”
È scritto nel Corano che moriamo come abbiamo vissuto, e così è stato per Tamara, scivolata nel sonno eterno mentre tutta la sua famiglia lavorava intorno a lei, eseguendo i suoi ordini.

Tamara Bopp Dupont
Tamara Bopp Dupont, la “Thatcher del Pacifico”.

I polinesiani considerano gli antenati sempre presenti nella loro vita, come se non l’avessero mai lasciata, per questo i funerali sono gioiosi, con musica, canti e grandi discorsi per i due o tre giorni necessari. Anche il rapporto con la salma è molto diverso, la si espone nelle sale delle parrocchie, a seconda della religione, amici e parenti sfilano per rendere omaggio, baciando e accarezzando il defunto. Non è raro vedere i bambini abbracciare e financo sdraiarsi a fianco al corpo, gli adulti li incoraggiano affinché possano assorbire il mana, l’ energia del defunto.
Due ex presidenti hanno partecipato alla cerimonia, l’indipendentista Oscar Temaru, col quale aveva militato per lunghi anni, e il filofrancese Gaston Flosse, col quale era passata lo scorso anno, in seguito a un diverbio con Oscar. Non sono mancate le schermaglie politiche nei discorsi tra i due vecchi leoni, che hanno approfittato entrambi dell’occasione per diffondere i propri messaggi.
Tamara, immagino la tua anima pronta a volare dalla punta Ta’ata al Rohotu No’ano’a, il paradiso profumato, attraverso il lungo percorso necessario a purificare la tua anima. Ci mancherai.