Stando a quanto viene riportato dall’agenzia ANF, tre guerriglieri curdi, Mizgin Dalaho, Armanc SimKo et Tekosin Devrim, hanno sporto denuncia nei confronti della Turchia che utilizzerebbe gas letali contro la resistenza: un’aperta e brutale violazione dei diritti umani, un crimine di guerra. Denuncia per ora solo “ideale” in quanto nessun tribunale internazionale sembra volersi far carico di una precisa inchiesta sull’operato di Ankara.
Sopravvissuti agli attacchi chimici turchi a Gire Sor, nei pressi della frontiera con la Turchia, i tre hanno invitato le delegazioni internazionali a “visitare i tunnel e condurre ricerche appropriate”, in quanto nei luoghi contaminati “permangono ancora tracce chimiche”.
Il sostanziale fallimento dell’invasione nella regione di Avasin avrebbe indotto la Turchia a lanciare ulteriori attacchi, utilizzando non solamente esplosivi ma – presumibilmente – anche mezzi proibiti dalla Convenzione di Ginevra contro i tunnel costruiti dai combattenti curdi.
L’esercito turco si era insediato nella zona di Gire Soir in giugno, ma nonostante l’impiego di ogni diavoleria tecnologica possibile, agli inizi di settembre restava ancora impantanato. Da qui la decisione di violare il diritto internazionale e fare uso di gas tossici di nuova generazione contro la guerriglia.
In questo modo, il 3 settembre almeno sei guerriglieri avevano perso la vita.
Per l’esponente di YJA Star, Mizgin Dalaho, lo Stato turco non si è limitato a lanciare qualche granata dentro i tunnel, ma avrebbe “condotto tutta la sua campagna militare utilizzando gas chimici ed esplosivi. Senza mai osare entrare nei tunnel per combattere corpo a corpo. Fumo e odore di tali gas erano di vario tipo, a volta simile al pepe, altre di diversa natura. Inizialmente di colore verde con un odore quasi piacevole [forse per non spaventare chi lo inalava?] che ricordava quello dello zucchero bruciato”.
Invece il gas che aveva causato il decesso di Heval Baz (esponente di HPG, nome di battaglia Baz Gever-Firat Sahin) avrebbe avuto, secondo Mizgin “odore di candeggina”. L’effetto letale non era stato immediato e il militante curdo era morto il giorno successivo, dopo che per molte ore aveva vomitato un liquido giallo. Altri gas utilizzati erano di colore bianco grigiastro.
Secondo Mizgin, chi li ha visti ha potuto constatare che “i corpi dei sei compagni uccisi il 3 settembre erano di un colore rosso violaceo e tutti mostravano segni inequivocabili di morte per soffocamento”.
Da qui la richiesta di una delegazione internazionale che si affretti a prendere visione di quanto è accaduto, sia visitando i tunnel, sia analizzando i cadaveri delle vittime per stabilire quali sostanze siano state utilizzate. Naturalmente, finora lo Stato turco si è ben guardato dal riconsegnare i corpi alle famiglie proprio per timore che un’inchiesta possa stabilire che le vittime erano state esposte a sostanze proibite.

Analogamente Armanc Simko, esponente di HPG, ha dichiarato che “tali gas attaccano il sistema nervoso e provocano la morte per soffocamento”. Come ha potuto riscontrare di persona, “quando il compagno Baz è rimasto esposto ai gas, l’effetto non è stato immediato. Successivamente ha cominciato a mostrare difficoltà respiratorie, il suo cuore batteva molto velocemente e il polso risultava irregolare. Quando hanno tentato di praticargli un massaggio cardiaco, dalla bocca e dal naso è uscito un liquido giallo ed è morto soffocato”.
Quanto ad Armanc, dopo aver inalato del gas (evidentemente in piccola quantità, altrimenti non sarebbe sopravvissuto) era caduto in stato di incoscienza per diverse ore, e anche a distanza di tempo ne risente ancora gli effetti con perdite di memoria e difficoltà nel controllare i propri riflessi.
Egli conferma quindi che “sono stati utilizzati gas chimici nelle zone di Mamreso e Gire Sor, così come più recentemente nella zona di Werxele”. Da parte sua si associa alla richiesta rivolta alle organizzazioni internazionali per una verifica diretta nei tunnel su quanto è avvenuto. E che definisce senza mezzi termini “un crimine di guerra e contro l’umanità”.
Stando alle dichiarazioni di un’altra combattente, Tekosin Devrim di YJA Star, dopo tre giorni dall’inizio dell’attacco nella zona di Gire Sor (21 giugno 2021) i soldati turchi (che lei definisce “codardi” e “senza morale”) hanno iniziato a utilizzare i gas. Questi erano “di color verde vivo e”, conferma, “dall’odore di zucchero bruciato”. In seguito hanno “pompato” nei tunnel (dove evidentemente non osavano entrare per combattere) un “altro tipo di gas dal colore grigio e dall’odore di candeggina, nauseabondo”.
La militante curda ha sottolineato che il gas utilizzato il 3 settembre era molto denso e dall’odore insopportabile. Nonostante i tunnel siano assai lunghi, era penetrato in profondità, non in seguito a un’esplosione, ma a qualcosa che assomigliava a un terremoto, a uno scuotimento del terreno. Lei stessa era caduta e per qualche momento aveva creduto di essere sul punto di morire. Salvata dai suoi compagni, la donna patisce tuttora gli effetti delle sostanze inalata: soprattutto perdita di memoria e difficoltà nel controllare i riflessi.