Lettera dal Trentino: “Autonomia non è solo un privilegio economico”

L’autonomia è un termine molto ampio e vasto, che evoca una certa ambiguità nella gente trentina.
L’autonomia si compone giuridicamente di uno statuto, di un insieme di leggi, di disposizioni istituzionali per consentire necessariamente l’autoregolamentazione tra comunità autonoma e Stato centrale, ma coinvolge un sentimento che insieme è “cultura e vita” di sentirsi autonomi. Potremo avere importanti meccanismi che favoriscono la nostra autonomia, ma se non ci sentiamo autonomi questi  ”ingranaggi” si inceppano, finendo inevitabilmente di svuotarsi di significato.
Se nelle nostre comunità cittadine o rurali, percepiamo come un “privilegio” l’autonomia, significa che siamo prossimi a non avere più alcuna speranza di sfuggire alla globalizzazione. In Trentino dobbiamo capire se abbiamo la capacità di produrre una “cultura” dell’appartenenza all’autonomia e alla responsabilità di essa attraverso la partecipazione sociale politica dei trentini.
Stiamo vivendo una “deriva centralista”, e molti sono convinti che per essere “efficienti” bisogna mettere vasti territori sotto un’unica amministrazione, cioè sotto un unico ente.
Restando attenti e vigili, davanti a certi argomenti che possono minare la nostra autonomia, potremo essere protagonisti della nostra “comunità trentina”, ma se ci illudiamo che il potere centrale possa risolvere tutti i problemi, saremo già sconfitti in partenza.
Il Trentino non si difende costruendo barricate o presidiando confini, perché arroccandoci saremo sempre marginali e residuali, perché siamo in pochi e con il risultato di essere anche deboli.
Dobbiamo “noi” valorizzare la “cultura dell’autonomia” insieme agli “ingranaggi e meccanismi legislativi”, sia per sentirsi autonomi, sia guardando con attenzione cosa significhi la parola “autonomia”, occupandoci essenzialmente di temi concreti e reali.
I trentini devono interpretare il senso di autonomia come strumento per garantire il buon governo, e non certo ispirarsi al concetto di centralismo livellatore, ma intendere che ciascuna realtà territoriale si rafforza appoggiandosi all’altra in una condivisione e relazione di “mutuo aiuto”.

Fausto Valentini
Ville d’Anaunia (TN)