Intanto ecco lo schema: 1) Una nave con 125 clandestini (solita ONG tedesca) punta sull’Italia cioè verso Lampedusa; 2) l’Italia – in teoria anche Malta – risponde no, fermatevi, regolatevi con la Germania che è il vostro Stato; 3) la nave fa casino, protesta con l’Italia e con la Germania, comunica che allora sbarcherà in Francia, a Marsiglia, ma è una balla, una finta; 4) a Marsiglia intanto sono tutti contenti (governano i socialisti) e il sindaco dice che accetterà “incondizionatamente” la nave respinta dall’Italia, però bisogna vedere che cosa dice il governo francese; 5) infatti Emmanuel Macron risponde: non se ne parla, i clandestini se li deve pigliare l’Italia che è il “porto sicuro più vicino”; 6) Giuseppe Conte obbedisce – figurati – e fa contattare la nave perché sbarchi in Sardegna, verso cui la nave ha sempre direttamente puntato – altro che Marsiglia – tanto che nel comunicato in cui fingeva di voler andare in Francia, la ONG già spiegava: “Passeremo molti porti al largo della Sardegna, al largo della Corsica e al largo del sud della Francia, saremo in grado di chiedere sostegno ovunque”; 7) quindi ora, mentre la nave punta su Arbatax, la ONG ringrazia pubblicamente Marsiglia e però preferisce sbarcare in Italia, ventre molle dell’immigrazione mediterranea.
Se questo è lo schema, le morali parrebbero due: 1) Macron e Merkel ordinano e Conte ubbidisce; 2) il nuovo patto europeo su asilo e immigrazione, che dovrebbe superare il famigerato Trattato di Dublino, per ora lascia intendere che andrà sempre peggio (vedi schema) e che l’Italia sarà sempre più l’obiettivo privilegiato degli sbarchi di migranti, s’intende presi a carico: col motivato sospetto che la genuflessione automatica del nostro governo faccia parte di un contraccambio legato ai miliardi che incasseremo col Recovery fund, cosa che nessuno ammetterà mai, tuttavia molti continueranno a pensare: tra questi noi.

Una recita

Detto questo, ricominciamo con qualche dettaglio in più. La ONG tedesca si chiama Sea Eye, la nave si chiama Alan Kurdi e Arbatax, verso cui è diretta, è un porto della Sardegna esposto verso l’Italia, non verso la Francia. Dopo il primo respingimento d’ufficio (Italia e Malta) l’imbarcazione ha lanciato il diversivo-Marsiglia e ha fatto la scena: “Non sappiamo come il governo francese reagirà alla nostra richiesta di assistenza. Ma crediamo nel sostegno del popolo francese e che non lascerà che l’Alan Kurdi sia bloccata al largo di Marsiglia”. Il sito francese “infomigrants” intanto festeggiava e faceva dire al vicesindaco di Marsiglia: “Non permetteremo a nessuno di annegare nel Mediterraneo”; il politico invitava Macron “a salvare i morenti” ma intanto il governo francese dettava alle agenzie che era “responsabilità dell’Italia ospitare la nave come porto di scalo sicuro più vicino”.
Questo avveniva ventiquattr’ore dopo l’avvio del nuovo patto di solidarietà dell’Unione Europea per i migranti. Ecco poi la presa in giro francese, tradotta direttamente dalla loro lingua: “La politica migratoria francese è basata su un giusto equilibrio tra responsabilità e solidarietà, sostiene i Paesi di primo ingresso come Malta e l’Italia e si è sentita onorata nel partecipare al meccanismo di alcuni migranti che arrivano sulle loro coste”. Parla del portavoce del ministero dell’Interno.
Leggiamo ancora sul sito francese: “Mercoledì il ministero dell’Interno ha detto che la solidarietà che avevano dimostrato all’Italia negli ultimi due anni doveva essere ricambiata, e che sarebbe stata l’Italia ad accettare Alan Kurdi… Chiediamo quindi all’Italia di rispondere favorevolmente alla richiesta”. Manco a dirlo.

All’Ogliastra

Poi siccome c’era maltempo (vento di maestrale a 50 miglia) d’un tratto dalla nave hanno fatto sapere che “le autorità italiane ci hanno contattato martedì a mezzanotte, dopo 5 giorni, per discutere l’ulteriore coordinamento e fornire protezione dalle intemperie ad Arbatax”. In pratica è stato offerto un ormeggio al largo dell’isola di Ogliastra. L’ha comunicato la capitaneria di Porto. L’ha ordinato Emmanuel Macron.

 

Filippo Facci, “Libero”.