Matava’a, il festival delle isole Marchesi

Il Matava’a, evento unico nel suo genere, riunisce artisti provenienti dalle isole Marchesi – Nuku Hiva, Ua Pou, Ua Huka, Hiva Oa, Fatu Hiva – per celebrarne la cultura attraverso canti, balli, musica, artigianato e gastronomia. È la koìka ènana, la festa degli uomini, un evento che coinvolge e riunifica l’intero arcipelago, momento essenziale per la trasmissione del patrimonio culturale, e momento di grande valore artistico per la Polinesia francese.
Il Matava’a 2023 si è tenuto a Nuku Hiva, in quattro diversi siti di tre vallate sacre, per enfatizzare la bellezza naturale e storica dell’isola.
Il tema prescelto, Auìi Tupuna, “energia ancestrale”, ha dato l’opportunità ai partecipanti del Matava’a di connettersi con il proprio passato e utilizzarne la forza per plasmare il proprio futuro. Le conoscenze e l’esperienza delle generazioni precedenti rappresentano un tesoro, e il tema esorta a studiarle e sfruttarle per modellare il futuro.
Prima dell’alba ha avuto luogo la “cerimonia ancestrale”, durante la quale i cuori si sono uniti in un’unica sommessa preghiera.

La navigazione è parte fondamentale della cultura polinesiana, così gli abitanti dell’isola di Hiva Oa hanno voluto cimentarsi nella costruzione di una piroga tradizionale interamente in legno, navigando poi trionfalmente per raggiungere il luogo del festival, dopo aver attraversato un tratto d’oceano sempre tumultuoso.
Al comando della piroga il grande navigatore Punua, appositamente giunto da Rangiroa.

Ecco arrivato il momento dell’inaugurazione, quando i gruppi delle diverse isole sfilano fieri. Ho particolarmente apprezzato quello dell’isola di Tauata, entrato in scena con grande energia.

Una dopo l’altra, le compagini delle varie isole si sono esibite in lunghi spettacoli, frutto di approfondite ricerche storiche e artistiche.

Momento topico del Matava’a, l’apertura dei forni interrati dai quali sono uscite prelibatezze gastronomiche che è possibile gustare soltanto in occasioni speciali, come questa.
Devo ringraziare il Manatu, il presidente della Polinesia Francese, per avermi permesso di utilizzare i suoi video. Quando l’ho visto passare dietro al forno con la cinepresa in mano, mi sono detta che per trovarsi in quella posizione privilegiata bisogna chiamarsi Moetai Brotherson… Il presidente non si limita al suo grande impegno politico, ma è anche scrittore e giocatore di scacchi, ha lavorato per anni anni a New York come ingegnere informatico, ama l’agricoltura ed è un ottimo fotografo. Insomma, come ogni polinesiano che si rispetti eccelle in molteplici attività.

Affascinanti, in questo Matava’a, le danze nei luoghi sacri, che hanno rianimato le vestigia dei popoli del passato, incorniciate da una natura prorompente.

Di gran moda quest’anno il tatuaggio del volto, segno di appartenenza a un lignaggio elevato.