Festival Tahiti Ti’a Mai, l’inaugurazione

Il vicepresidente della Polinesia francese (presidente e ministro della Cultura sono a Parigi per partecipare alla tavola rotonda sul nucleare) inaugura con un breve discorso il Festival Tahiti Ti’a Mai, che quest’anno, dopo la lunga pausa dovuta alla pandemia, ha sostituito la Heiva I Tahiti.
È stata un’espressa richiesta dei gruppi di danza: non una competizione ma rappresentazioni senza regole rigide, tanto più che quando sono iniziate le prove si pensava di dover ballare tristemente senza spettatori… Per fortuna la situazione è migliorata, anche se l’arena di To’atā sarà riempita per metà dal pubblico.
La grande scena viene purificata, prima da ragazze che passano con il purūmu nī’au, la scopa realizzata con le nervature delle foglie di cocco, poi “unta” con mono’i, l’olio di cocco. Questo gesto ha una sua sacralità: è la nonna che unge il nuovo nato, massaggiandolo.
All’inaugurazione hanno partecipato tutti gli esponenti della cultura, inframmezzata dai discorsi degli ‘ōrero, fra i quali spicca Minos.
Le danze hanno avuto un ruolo importante in questa serata. Tahiti Ti’a Mai, la canzone di Coco Hotahota, il cui titolo ha dato nome al Festival, è stata ballata da una Makau Foster vestita in rosso, raggiunta dai rappresentanti dei gruppi con una candelina in mano, di bianco vestiti.
Si è voluto richiamare lo spettacolo vincente del 2015 del gruppo Te Maeva ripetendo la scena d’amore sul palco realizzato in mezzo alla grande scena; come interprete è stato scelto Hugues Oopa, fra i ballerini il più anziano, prima medaglia d’oro di Te Fare Upa Rau, il Conservatorio di Tahiti.


Omaggio a Mamie Louise con la canzone da lei scritta, Hi’irere (“spandi”), ballata dai suoi numerosi allievi di anni d’insegnamento.

Olivier Lenoir, capogruppo dal fisico agile e scattante, ha gestito gli ingressi in scena delle delegazioni artigiane dei 5 arcipelaghi polinesiani e degli sportivi: lanciatori di giavellotto, lottatori, sollevatori di pietre, corridori con il carico di frutta; ma anche rematori, che hanno simpaticamente portato in scena, a bordo della va’a (piroga), miss Heiva e miss Tahiti.
La poetessa Flora Devatine ha acceso la fiamma della conoscenza, e subito il gruppo di danzatori col fuoco si è esibito in mille acrobazie. Il pompiere di servizio non doveva essere molto rilassato: è immediatamente intervenuto per un fuocherello appiccato da una torcia caduta dal suo alloggiamento…

La cerimonia del rāhiri (rispetto), durante la quale capigruppo e giuria si  promettono stima reciproca, è stata sostituita dalla cerimonia della ‘ava, bevanda ricavata dalle radici del Piper methysticum, leggermente stupefacente. A officiarla l’equipaggio della piroga tradizionale Fa’afaite e tra essi India Tabellini, capitano, da poco tornata dalla Nuova Zelanda dove era rimasta bloccata per venti lunghi mesi.
L’inaugurazione del Festival non poteva che terminare in bellezza con due canzoni ben ritmate.
Non resta che immergersi nelle prossime serate, ricche di canti, danze ed emozioni!