Te Mana O Vaiahu, la forza della tradizione

L’associazione e gruppo di danza Te Mana O Vaiahu (“la potenza dell’acqua di pace”) nasce nel luglio 2020, prendendo nome dal marae principale dell’isola di Maupiti, dalla quale proviene la fondatrice del gruppo, Laina Yeou.
Con Te Mana O Vaiahu, Laina vuole onorare le proprie origini polinesiane e gli antenati, condividere l’amore per lo ‘ori Tahiti, la danza polinesiana, e vivere appieno la propria cultura.
Annullata la Hura Tapairu 2020, Laina si è lanciata, con la determinazione che la contraddistingue, nell’organizzazione dell’evento He’e mai i te motu nui (“avvicìnati a quest’isola”) per mostrare le capacità del suo gruppo, che vanta una cinquantina di artisti conosciuti nel mondo della cultura polinesana.
L’idea è di realizzare all’aperto il suo spettacolo di qualità sul motu (isola) dell’hotel Intercontinetal mettendo in evidenza il talento di ognuno: così le ‘aparima – cioè le danze che mimano con le mani le parole delle canzoni – diventano una sfilata di moda per mettere in valore il talento della costumista Shelby Hunter nello spettacolo Fenua, la terra; e si passa dagli effetti speciali della danza del fuoco della scuola Etuahi diretta da Tamatea Ondicolberry, già migliore ballerino alla Heiva I Tahiti 2018, fino allo spettacolo principale Tumu et si c’était vous (“radici e se fossi tu”).

Questo nuovo gruppo è sostenuto dall’associazione Te Maeva, il più antico gruppo della Polinesia francese, nelle persone di Roland Tauaroa, il presidente, e Bennett Flores, il loro ballerino più anziano. Per questo, e per rendere omaggio al fondatore Coco Hotahota scomparso lo scorso anno, vengono ballate due canzoni da lui composte che esaltano l’amore per la propria terra e per il proprio Paese: Pū fenua, legame alla terra, e Fēti’a Pō, stella della notte, arrarrangiate con un pizzico di modernità da due talenti della musica, Tuhiva Morgan e Teha Kaimuko.

Il tema è stato sviluppato con abilità da Maheata Teavai, le coreografie sono di Laina Yeou e Shelby Hunter che firma anche i costumi, i gioielli sono di Teoranoa Creazioni. Le ‘aparima sono composte da Teha Kaimuko, leader del noto gruppo musicale Varua, le ‘ōte’a (danze ritmate) sono firmate Rohipehe No Vaiahu .

Tumu in reo Tahiti significa il tronco, l’origine, le fondamenta, o la ragione.
Lo spettacolo Tumu mette in scena una leggenda quasi dimenticata di Maupiti, che narra l’origine di una tribù e la sua migrazione a Ra’iatea (Hawai’i, la terra promessa). Non si sa perché sia stata dimenticata, ma vi si possono scorgere la voglia di sopravvivere, i problemi politici e financo la magia che spesso accompagna le leggende polinesiane.
Tumu et si c’était vous comincia con il ritorno nel passato, alll’origine della storia di questo clan.
Uiatua, saggio quanto un dio, viveva a Tevaitoa nella vallata di Puhau; fondò a Ra’iatea un nuovo villaggio per i Tainu’u, la sua tribù, dopo aver lasciato Maupiti, devastata dalle mareggiate. Vuole offrire una vita migliore a sua figlia e salvare il suo popolo.
Aroari’i, sua figlia  era la luce dei suoi occhi, da tutti apprezzata sia per la bellezza sia per la dolcezza del suo carattere. Simpatica la trovata di far ballare le due figlie di Laina prima dell’entrata in scena della protagonista, per sottolineare la crescita della ragazza.

I Varua Pō, spiriti della notte, sorvegliavano i Tainu’u: la popolazione dell’isola diventava sempre più numerosa e volevano sopprimerla. Catturarono Uiatua mentre si era inoltrato nella foresta per raccogliere piante e lo portarono nel loro accampamento in montagna .
Per non essere ucciso, Uiatua propose a Tumuiva la mano della sua figlia adorata in cambio della vita sua e del suo popolo. Tumuiva accetta, ma a due condizioni: vuole vedere la ragazza per verificare se gli piaccia e diventare lui il capo dei Tainu’u.
Uiatua posa la fronte contro quella di Tumuiva, e l’accordo venne concluso.

Grazie al potere degli antenati, Tumuiva e Uiatua scambiano i propri corpi, così Tumuiva nelle sembianze di Uiatua potrà avvicinarsi e apprezzare le qualità della bella Aroari’i Vahine, senza che nessuno se ne accorga.
Al levarsi del sole Tumuiva-Uiatua domanda a Aroari’i di accompagarlo al fiume dove può ammirare la bellezza della giovane e la vivacità del suo spirito. Spinto da una forza grande come l’onda del mare, rapisce la giovane e la porta in montagna.
Al suo risveglio la ragazza si ritrova sdraiata in una grotta e urla a quello che crede sia suo padre tutta la sua collera, Tumuiva riprende le sue sembianze lasciandola a bocca aperta. Uiatua appare davanti a loro, per congedarsi prima di ritornare dal suo popolo.

Tumuiva spiega l’accordo concluso alla ragazza che accetta, col cuore pieno di dolore, il matrimonio. Anche Uiatua ha il cuore gonfio di pena quando pensa alla sua amata figlia che spera possa un giorno perdonarlo per averla sacrificata.

La ragazza perdona il padre, tanto più che dalla sua unione con il capo degli spiriti nascono due bei figli. Il finale è lieto.
La storia di questa gente si fonda su uno scambio crudele: il sacrificio della propria figlia per la sopravvivenza del popolo. Come avreste reagito voi se foste stati al loro posto?

Ho seguito il gruppo sin dalla sua nascita, sono stata invitata a Ra’iatea e a Maupiti alla ricerca della leggenda da ballare, ho assistito alle prove, ho sofferto alla cancellazione della Hura Tapairu per la pandemia, sapendo quanto contasse per la fondatrice del gruppo e per tutti gli altri partecipanti, dall’autrice dei testi ai ballerini.
Ero alla prima rappresentazione, annullata per un acquazzone esploso proprio al momento dell’inizio della prima danza, che racconta l’epopea di questa tribù dalla quale discende Laina.

Dice un proverbio melanesiano: “La piroga è costruita dall’albero. La piroga è partita per viaggiare attraverso Moana Nui A Hiva, l’oceano dei grandi guerrieri, ma non ha mai dimenticato di essere un albero”.
E come la piroga non dimentica le sue origini di albero, così Laina non ha dimenticato la sua radice polinesiana, pur essendo figlia del suo tempo, abile manager negli affari e direttrice del suo gruppo. In seguito a un evento scioccante – l’improvvisa malattia della figlia più giovane che ha rischiato di morire – si è posta parecchie domande e ha capito che la strada da seguire era quella della tradizione. Sostenuta in questo dal marito Yvonne e da tutta la famiglia che ha avuto parte attiva nello spettacolo: le sue figlie ballano, la sorella partecipa al mehura, sua madre ha confezionato i copricapi fioriti… Laina e il suo gruppo sono stati capaci di mettere in scena uno spettacolo originale, che fonde modernità e tradizione, regalandoci ore di spensieratezza ma lasciandoci con una domanda: e se fosse capitato a noi?
Continuerò a seguire questo gruppo, fino alla Heiva I Tahiti, sperando che i tempi possano permettercelo!