Abbiamo capito. Nelle prossime sedute, quella splendida organizzazione che è l’UNESCO stabilirà che San Pietro non c’entra nulla con il cristianesimo, che la muraglia cinese non è cinese, che il Vallo di Adriano non è in Gran Bretagna, dando a tutte queste opere un bel nome arabo. Per ora – anche con la complicità astensionistica dei cialtroni tricolori – la branca “culturale” dell’ONU è riuscita a stabilire che il Monte del Tempio e il Muro del Pianto sono sacri soltanto all’islam e vanno ufficialmente chiamati con il solo nome arabo. Gli ebrei con questi luoghi non c’entrano niente. Nel tentativo di riscrivere la storia trasformandola in una barzelletta musulmana (secondo loro contro chi avrebbero combattuto Vespasiano e Tito a Gerusalemme nel I secolo: gli ebrei o i cammellieri di Maometto?), l’UNESCO ha perso ogni residuo di credibilità. Tanto che Israele ha deciso di cancellarlo dal proprio vocabolario e troncare ogni rapporto. Essendo un luogo sacro anche ai cristiani, dovremmo boicottare anche noi europei questa sigla.

Ecco come i Paesi hanno votato l’infame risoluzione:

A favore.  Algeria, Bangladesh, Brasile, Ciad, Cina, Repubblica Dominicana, Egitto, Iran, Libano, Malaysia, Marocco, Mauritius, Messico, Mozambico, Nicaragua, Nigeria, Oman, Pakistan, Qatar, Russia, Senegal, Sudafrica, Sudan, Vietnam.

Contro.  Estonia, Germania, Lituania, Olanda, Gran Bretagna, Stati Uniti.

Astenuti.  Albania, Argentina, Camerun, El Salvador, Francia, Ghana, Grecia, Guinea, Haiti, India, Italia, Costa d’Avorio, Giappone, Kenya, Nepal, Paraguay, Saint Kitts e Nevis, Slovenia, Corea del Sud, Spagna, Sri Lanka, Svezia, Togo, Trinidad e Tobago, Uganda e Ucraina.

Assenti.  Serbia, Turkmenistan.

unesco monte del tempio islamico