La diaspora armena solidale con i curdi aggrediti in francia

Dopo l’assalto del 3 aprile scorso al Centro curdo di Lione, il Conseil de Coordination des Organisations Arméniennes de France (CCAF) ha espresso profonda indignazione e solidarietà verso i curdi aggrediti. Inoltre, ricordando le analoghe aggressioni subite in Francia dagli Armeni (a Décines, a Vienne, a Dijon e lo scorso autunno anche a Lione), ha richiamato lo Stato francese alle doverose misure da intraprendere per fermare l’attività dei Lupi Grigi (organizzazione paramilitare turca) che da tempo “seminano il terrore sul suolo francese”. 

assaltato centro curdo a lione
Il Conseil de Coordination des Organisations Arméniennes de France è stato fondato nel 1993 come Coordination des Organisations Politiques Arméniennes. La denominazione attuale risale al 2001.

Ovvero una “ferma risposta sul piano penale e misure concrete di protezione a difesa degli oppositori di Erdogan e della sua politica di panturchismo”. In particolare, si chiede al ministero della Giustizia e a quello degli Interni di essere “meno compiacenti nei confronti delle operazioni condotte da Ankara che rappresentano potenziali minacce sia per l’ordine pubblico in Francia, sia per i fuorusciti”.
Sono ormai anni che talune organizzazioni islamo-fasciste sul libro paga di Ankara operano in Europa, colpendo sia i democratici turchi, sia i fuoriusciti di origine armena e curda. Per il CCAF le recenti aggressioni avvengono “nel quadro del montante espansionismo turco nel Caucaso, in Medioriente, nel Mediterraneo e in Europa”.
A conclusione del comunicato, il CCAF esprime la propria “totale solidarietà al Conseil Démocratique Kurde en France, al movimento progressista curdo e a tutte le forze politiche che si oppongono alla politica criminale dello Stato turco sia dentro che fuori dalle sue frontiere”.
Purtroppo, contemporaneamente al comunicato del CCAF, dalla Francia è arrivato anche un altro segnale poco incoraggiante. Una manifestazione curda che si stava svolgendo davanti al palazzo del CPT (il comitato europeo per la prevenzione della tortura) a Strasburgo, veniva pesantemente repressa a manganellate dalla polizia francese. Con ampio uso di gas lacrimogeni e almeno due manifestanti arrestati.
L’iniziativa – una disobbedienza civile nel corso della quale sono stati esposti ritratti del leader curdo e scanditi slogan per la sua liberazione – era nata come protesta per il duraturo silenzio delle istituzioni europee in merito all’isolamento imposto da lunghissimo tempo al “Mandela curdo”, il prigioniero politico Abdullah Ocalan.