Le castronerie del professor Castrucci (quasi un caso di nomen omen) vanno prese sul serio e sbugiardate, ovviamente. Operazione del resto di una facilità rara: Hitler non fu il il “difensore della civiltà europea”, come vaneggia l’oscuro prof su Twitter, ma piuttosto colui che provò a distruggerla in tutto ciò che la contraddistingueva per rifondarla ex-novo, su basi totalitarie. In ogni caso: non sminuire, agire, adottare provvedimenti, come oggi diranno tutti. Quel che (scommettiamo?) non dirà quasi nessuno, è che bisognerebbe prendere altrettanto sul serio l’allarme lanciato da Pinchas Goldschmidt, presidente della Conferenza dei rabbini europei, non un accademico sciroccato di provincia. In un’intervista al network israeliano Arutz Sheva, ha messo in fila alcune verità che sono altrettanti ceffoni al politicamente corretto, quell’ideologia pigra strumentalmente imbalsamata nel culto degli ebrei morti, ma indifferente o nemica esplicita degli ebrei vivi. Stando sull’antisemitismo contemporaneo, dice il capo dei rabbini continentali, occorre partire dalla presa d’atto che “siamo davanti a un fenomeno completamente nuovo”. Ce lo racconta la quotidiana cronaca nera: “Negli ultimi anni nessun ebreo è stato ucciso dai neonazisti in Europa”, scandisce Goldschmidt, e figuratevi quanta simpatia possa provare costui per gli esaltati rottami della Storia in svastica e braccio teso. L’uomo però è anche assai affezionato al principio di realtà: “Questa è la verità e il dato da cui partire”. E la prima conclusione a cui porta è già un colpo da ko per tutti gli antifà di professione, per tutti gli integralisti della Commissione Segre, per tutti i Fiano e i Lerner, per tutte le Sardine e le specie ittico-mediatiche allevate negli acquari radical: “Oggi i maggiori problemi li abbiamo dalle sinistre, questa è la grande novità sul fronte dell’antisemitismo”. Gioco, partita, incontro.

gli ebrei temono gli immigrazionisti
Agli occhi di un importante leader ebraico europeo, uno come Jeremy Corbyn, che si candida a premier di un Paese decisivo per la civiltà occidentale quale il Regno Unito, e che nel suo curriculum ha la presenza a una cerimonia in onore di due membri del commando che fece strage di atleti israeliani a Monaco, è assai più inquietante della nostrana Miss Hitler, che al massimo va bene per una pellicola nazi-pecoreccia di serie C. Ma anche i personaggi(ni) di casa nostra confermano il teorema-Goldschmidt, basti pensare al ministro dell’Istruzione penta-gretino Lorenzo Fioramonti, che nel 2016, quando era docente in Sudafrica all’Università di Pretoria, partecipò attivamente al “boicottaggio accademico internazionale contro gli ufficiali israeliani”, rivendicando anche la scelta in un’intervista a Daily Vox. O alla piddina Federica Mogherini, che nella veste di Alto rappresentante per la politica estera UE è stata la migliore amica e protettrice del regime nazislamico iraniano, una “collaborazionista”, si sarebbe detto ai vecchi tempi.
Ma non è finita: di fronte alla domanda precisa “Cosa è successo per questo cambio di scenario?”, il rabbino nomina l’innominabile, spezza il dogma fondamentale del multiculturalismo acefalo del Vecchio Continente. “La causa è l’immigrazione di milioni e milioni di persone dal Medio Oriente. È molto semplice”.
Semplice e tragico, nella sua ineluttabilità: l’Europa ospita dissennatamente frotte di fedeli in Allah (lasciando circolare perfino gentiluomini già condannati per terrorismo come l’attentatore del London Bridge). La sinistra nella sua versione millennial, iper immigrazionista e antioccidentale, diventa il loro partito di riferimento. Il virus antisemita prende sempre più possesso del corpaccione della sinistra, il che significa che viene anche sempre più sdoganato dentro tutto i suoi megafoni mediatici, accademici, intellettuali, quel sistema che Gramsci chiamava le “casematte” del potere.
Capite che se per le orride boutade di un Castrucci dobbiamo preoccuparci, di fronte all’antisemitismo montante dei compagni siamo, appunto, in pieno allarme rosso.

Guivanni Sallusti, “Libero”.