Recovery Fund, Mes, Ilva, caso Benetton, riapertura scuole. Conte è così assediato da problemi irrisolvibili per la sua maggioranza che si è lasciato scoppiare una bomba tra le mani: quella dei clandestini. L’emergenza sociale dell’immigrazione incontrollata al tempo della pandemia sta battendo sul tempo quella economica prevista per l’autunno.
Un anno fa vigeva lo slogan salviniano “prima gli italiani”. Con il Conte bis, sotto il ricatto “umanitario” del Pd, è diventato tutto un “porti aperti” e “viva le Ong”. Basti pensare che il governo ha ridotto le multe alle navi delle Organizzazioni non governative da un milione a 560 euro. Anche sul fronte immigrazione l’ex avvocato del popolo ha cercato di traccheggiare per 12 mesi, ma adesso si è inserita la variabile pandemia. Con l’Europa che sta contenendo a fatica il virus, le notizie che arrivano dagli altri continenti indicano che il contagio è ancora fuori controllo. Dall’Africa al Sud America. E così, se fino a oggi la politica del governo giallo-rosso era da considerarsi irresponsabile ora rischia di diventare criminale. La gente non ci sta. Ovunque si cerchi di spostare gli immigrati contagiati per la quarantena, complici fughe di massa, ci sono proteste. Da Pozzallo a Jesolo, da Comiso a Roma. Perché se chiudere per mesi gli italiani in casa e accogliere immigrati è impopolare, autorizzare gli sbarchi con il rischio di diffusione del coronavirus scatena la rabbia. Senza considerare i costi. Si parla di 5000 euro al mese per ogni immigrato in quarantena.
Con 2500 sbarchi nelle prime due settimane di luglio, la situazione è fuori controllo. Lo dimostra il viaggio del ministro degli Interni Luciana Lamorgese a Tripoli. Qui ha incontrato i vertici del governo libico ufficiale di Al Serraj, che noi non abbiamo aiutato militarmente a differenza dei turchi. E ha chiesto loro di contenere gli sbarchi. Prima conseguenza: il parlamento ha prorogato (solo grazie ai voti della destra) i finanziamenti alla Guardia Costiera libica. La stessa accusata di praticare violenze e crimini ai tempi di Salvini. L’ultimo disperato tentativo “contiano” sembra quello di mantenere formalmente i porti aperti ma di limitare gli imbarchi dalla Libia. Ma se la situazione al fronte sud complice l’estate diventata emergenziale, cresce l’allarme anche a est. Dai Balcani continuano ad arrivare clandestini ad alto rischio di contagio.
Anche di fronte alla doppia emergenza, immigratoria e sanitaria, il governo non sa cambiare passo. Alla base c’è la patologia culturale di una sinistra diventata benestante e benpensante. Alla Beppe Sala, sindaco di Milano, per intenderci. Una mentalità totalmente diffidente dei poveri di casa nostra, che dai dati Caritas sono aumentati di 450mila unità. Del resto come dice un proverbio americano: “I figli dei poveri amano i soldi, i figli dei ricchi amano l’umanità”. Vedi Carola Rakete. Per quelli del “restiamo umani” vengono sempre e comunque prima gli stranieri. Da Lampedusa a Bruxelles.

Gianluca Mazzini. “Libero”.