Per la terza serata della Heiva I Tahiti 2018 passano in scena due gruppi di canto, uno di Mo’orea in categoria Tārava Tahiti, Te Noha No Rotui e l’altro in categoria Tārava Raromatai (canti delle isole Sottovento nell’arcipelago della Società). Tamari’i Mahina; tre gruppi per la danza, Tama No Aimeho Nui in categoria Hura Ava Tau, amatori, Tamari’i Toahotu Nui, e lo storico gruppo Te Maeva in categoria Hura Tau, professionisti.

1 TAMA NO AIMEHO NUI – Categoria Hura Ava Tau, amatori.
Ta’inuna o na mo’ora ura i te mata o’o’i
Ta’inuna, l’isola delle due oche rosse dagli occhi penetranti

Nuovo gruppo della vicina isola di Mo’orea, che si presenta per la prima volta a To’atā; la loro fondatrice ha iniziato a ballare all’età di 4 anni, è appassionata della cultura polinesiana in generale. Raccontano la più conosciuta leggenda della loro isola.
Ottima la loro prestazione, non si direbbe che siano alla loro prima Heiva. Belli e curati i costumi, ben mantenuti gli allineamenti, una buona orchestra e tanta energia. Interessante la sonorità della ‘aparima ‘āmui, con le strofe che ritmano la vocale a; questo canto apparentemente allegro racconta la caduta del giovane dalla montagna, contrapponendo il ritmo alla tragedia.
Gli artisti sottolineano l’importanza dei messaggi trasmessi per risonanza, a volte usando persino intere montagne come casse armoniche e la partecipazione del suono dei tamburi agli eventi tristi e felici della vita.
Una volta, quando il popolo Mā’ohi era vicino agli dèi, viveva sull’isola di Ta’inuna un re dal nome Tenu’upana’i che aveva due gemelli, un ragazzo che si chiamava Aveari’i e una ragazza di nome Moeari’i. Il padre affidò il ragazzo al tahua (sacerdote) esperto in scalate, affinché potesse arrampicarsi sulle montagne per nascondere i corpi di re, preti e guerrieri in caverne inaccessibili (nella cultura mā’ohi se si ruba il corpo di una persona importante si arriva a possederne il valore). La sorella venne affidata al tahua esperto in telepatia. I ragazzi domandarono agli dèi di essere trasformati in oche dal colore simbolico del loro rango reale, il rosso, con occhi che potevano vedere lontano, per scorgere il minimo movimento. Sorvolavano l’isola e allertavano gli abitanti con il loro canto, semmai si avvicinassero piroghe nemiche.
Arrivò per Tenu’upana’i il tempo di pensare al suo successore; avendo due gemelli decise di farli gareggiare per scegliere il migliore: il primo che fosse arrivato in cima della montagna più alta, Fa’aaupo’o, avrebbe avuto il titolo di re. Gli abitanti avrebbero seguito la gara attraverso i messaggi del tariparau (grancassa) che iniziò a rullare per segnare l’inizio della competizione. Mentre il ritmo del tamburo rallenta per annunciare che Aveari’i è quasi arrivato in cima, Moeari’i chiama col pensiero il grande guerriero Pa’i, la voce della ragazza è silenziosa come il vento, gli ordina di prendere la sua lancia magica dal nome Raufautumu e di farla arrivare su di essa fino in cima alla montagna. Di colpo l’oscurità avvolge l’intera isola, il monte Muhu viene trafitto con un buco come lo si può vedere ancora oggi. La potenza del lancio fa tremare l’intera isola di Ta’inuna, tanto da causare una slavina che fa scivolare Aveari’i, facendolo cadere dall’alto e morire. Il suono del tariparau rallenta per annunciare l’arrivo in cima di Moeari’i, vincitrice della gara. Il suono del tariparau rallenta ancora per annunciare la morte di Aveari’i.


Taparuru te mau tariparau
Fa’aara i te parau ‘oto
Ua pohe o Aveari’i
Taparuru te mau tariparau
Fa’aara te parau ‘oa’oa
Ua upoti’a o moeari’i
Taparuru te mau tariparau
Fa’aara te pohe e te ora

Il tariparau rallenta
Annunciando la triste novella
Aveari’i è morto
Il tariparau rallenta
Annunciando la buona novella
Moeari’i ha vinto
Il tariparau rallenta
Annunciando la morte e la vita

Il costume vegetale molto colorato del gruppo vuole richiamare la densità delle vegetazione dell’isola di Ta’inuna, il rosso è il colore regale, il giallo quello del sole e della conoscenza, il bianco è il colore dell’armonia, il marrone rappresenta la terra, il verde la natura verdeggiante e l’arancione il fuoco.
Nel gran costume il rosso richiama al colore delle oche e la loro appartenenza alla famiglia reale. Il bianco ricorda il vero colore delle oche e la vita in armonia di Tenu’upana’i e del suo popolo.
La forma del copricapo a mezza punta rappresenta la montagna, le piume rosse ricordano quelle delle due oche sacre; le rose rosse e bianche, colori dell’amore e della pace, simboleggiano l’appartenenza alla casta reale; le trecce sono i legami che uniscono il popolo di Ta’inuna al loro re Tenu’upana’i. I due cerchi rappresentano gli occhi delle due oche e il triangolo rappresenta la montagna.
Nel girocollo trecce e rose hanno lo stesso significato di quelle nel copricapo, in più le bande di more (fibre ricavate dalla corteccia interna del pūrau, ibisco selvatico, Hibiscus tiliaceus) pendenti intorno al collo indicano la caduta del principe Aveari’i.
Una parte delle ragazze porta ventagli che ricordano il titolo di principessa di Moeari’i, le restanti hanno ‘i’i (ciuffi di fibre, simili a quelli delle ragazze pon pon) di bambù e corde di pūrau per distinguerle dalla famiglia reale.

 

2 TE NOHA NO ROTUI – Categoria Tārava Tahiti, canti di Tahiti.
Ia Ora te Paripari Fenua!
Vita all’elogio della terra!

Gruppo dell’isola di Mo’orea, dei quertieri di Paopao e Piha’ena.
Melodioso il canto di Noha’ura, la moltitudine alata, che veglia la punta di Rotui, quella che rende famosa l’isola di Aimeho, oggi Mo’orea. Il loro ra’atira, giovanissimo, si esibisce in unōrero di presentazione delle piante della sua isola mentre queste sfilano presentate dalle vahine (ragazze). Nel ‘Ūtē paripari duetta insieme alla madre, giovane anch’essa.
Melodioso il suono del tamburo ai piedi della montagna, messaggio chiaro, insistente, pieno dell’amore di Teremu’ura, la donna dai sei poteri. Il mare tuona nel canale di To’atane per annunciare una novità, ma sedotto dagli stranieri, tu, bambino Mā’ohi non sei più capace di sentire, non sei più capace di vedere.
Volgiamo i nostri sguardi verso il monte Rotui dimora di Teremu’ura e insieme cogliamo i segni e i presagi che i nostri predecessori ci hanno lasciato attraverso le elegie di questa terra.

 

 

3 TAMARI’I TOAHOTU NUI – Categoria Hura Tau, professionisti.
Mititapa
Il sale di Mititapa

Gruppo abbastanza recente, fondato nel 2014, vengono dalla zona di Tahiti più lontana da Pape’ete, la capitale.
La loro eroina, oltre a essere una leggiadra fanciulla, è esperta nella confezione della tapa, e il gruppo si concentra così su questa preparazione tradizionale che si sta quasi perdendo, pur avendo la Polinesia un’ottima tradizione di prodotti artigianali.
La lavorazione della tapa (tessuto che si ricava battendo la corteccia interna di quattro tipi di albero), lunga e laboriosa, resiste in alcune isole del Pacifico: ancora oggi lunghi rotoli di questo materiale vengono offerti in dono per cerimonie di matrimonio o funerali nel regno di Tonga o a Samoa. Veniva preparata non solo come merce di scambio, ma anche per realizzare indumenti con i quali coprirsi. Ogni isola aveva sviluppato il suo stile, la più pregiata è candida e finissima. È uno stimolo al ritorno alle usanze ancestrali, per risorgere dal torpore che avvolge il popolo mā’ohi.
Ci narra della principessa Ahume Tepairu, figlia del tagliatore di pietra Ahume Tane, figlia non riconosciuta di Vaiufaufa, poe (perla) della casa di Mititapa, ornamento del marae Poeriro.
L’occupazione principale della bella Tepairu era battere la tapa e metterla a bagno nella fontana di Ufaufa, alimentata dal soffio di due balenotteri, per fissare i colori con il sale di questa acqua, proveniente dal mare. Attirati dalla bellezza della ragazza, due gemelli di Eimeo arrivano in piroga dall’oceano, uno si incammina per terra, l’altro si tuffa per arrivare più velocemente nuotando ma le correnti sono insidiose e annega. Il fratello ne raccoglie il corpo e ritorna nella sua isola. Elogio del tempo in cui si batteva la tapa nel mare interno di Tava’itai e di questa lavorazione ancestrale che oggi continua solo nell’isola di Fatu Hiva, la più remota dell’arcipelago delle isole Marchesi, la prima dove si arriva veleggiando dagli Stati Uniti e approdando nella magnifica baia delle Verghe.

Ma’ine
Tapairu to ‘oe ‘ura
Tapa to’erau te mata’i
Tapa ‘u te Tavaitai
Tapa tau i te tai
Te tai tu, te tai roa
Te tai o Mititapa

Beneamata
Principessa di sangue
Batte il vento del nord
Bagna la tua tapa nelle acque di Tavaitai
Fissa il colore con il sale, il sale
Il sale di qui, il sale eterno
Il sale di Mititapa

Ma’ine
Tapairu to ‘oe ‘ura
Ahume to i’oa tapa
Ufaufa to vai tutu
Ufa riro a na tohora
E poe tu, e poe roa
E poe riro, E po e rori!

Beneamata
Principessa di sangue
Ahume è il tuo nome
Ufaufa dal doppio getto è il tuo bacino
Dove soffiano i balenotteri
Perla qui, perla per sempre
Perla perduta, disciolta nell’immensità!

Ave rā mau?
Ave rā mau i Taiarapu

Il raggio di sole che si posa dove?
Il raggio di sole si posa a Taiarapu

Tu’u ma na to rima
To rima tapu, to rima putaputa
Ei hau, ei hau to’u manava
O vai nei ‘oe?
Mā’ohi ai
Oe te ti are Mā’ohi

Posa la tua mano
La tua mano sacra, la tua mano che mi turba
Dammi la pace, accoglimi
Chi sei?
Sei Mā’ohi
Sei nato dall’onda Mā’ohi

Tutua e hi, tutua e
Taparau i te pō
Taparau i te ao
Te ‘oto o te ti’a ua moe
Te i’e o te tau, te tau, te tau-ui
Moe te parau, a tu
Mo’e te parau, a ara!

Batti, batti
Martella di notte
Martella di giorno
La pulsione della parola dormiente
Il battito del tempo del cambiamento
Parola addormentata, risvegliati
Parola perduta, risorgi!

 

 

4 TAMARI’I MAHINA Tārava Raromatai, canti delle isole sottovento.
Te here mo’emo’e a Tehohotauniua
L’amore perduto di Tehohotauniua

Il gruppo ci racconta la furbizia dell’eroina, sfortunata nel suo amore per Roanu’u.
Sull’isola di Tahiti, i capi dei vari villaggi avevano paura di Tehohotauniua, regina del villaggio di Mahina. Decisero di riunire le forze per combatterla, non volendo che una donna fosse al potere. Si riunirono sul marae di Puna’avia e per tre notti e tre giorni lanciarono sortilegi affinché Tehohotauniua venisse uccisa. Ma l’eroina, che aveva sognato il loro arrivo, manda gli abitanti di Mahina a tagliare tutti gli alberi di banane per piantarli sulla collina e raccogliere i frutti dell’albero del pane e i cocchi per fabbricare dei fantocci. Quando le armate nemiche arrivano, nella confusione generale si ode la voce di Tehohotauniua:

Uomini del fondo della valle, avanzate.
Uomini della montagna, avanzate.
Uomini a lato del mare, avanzate.
Uomini della valle, avanzate.
In mezzo ai fantocci c’era giusto qualche vero uomo, ma l’impressione era che avesse una armata numerosa.
Fu con la sua intelligenza che Tehohotauniua vinse i capi, senza combattere.

 

 

 

5 TE MAEVA – Categoria Hura Tau, professionisti.
Fa’a hei taoto
Il sogno

Gruppo storico fondato nel 1962 da Coco Hotahota, ha al suo attivo parecchie vittorie alla Heiva I Tahiti. La loro entrata in scena porta sempre qualcosa di diverso, quest’anno i magnifici costumi sembravano ispirati ai colori della bandiera italiana, in realtà sono due citazioni: il doppio more bordato di rosso aveva ballato col villaggio di Tautira negli anni ‘60 mentre il copricapo richiama lo storico gruppo di Madeleine Mou’a. Semplici ma di grande stile ed eleganza, come il costume vegetale, riconoscibile da lontano, che sembra firmato da uno stilista.
La scelta di un tema astratto come quello del sogno permette di disegnare nei vari quadri il mondo ideale sognato da Coco, carico di fiori e amore.
L’ironia di Coco, autore dei testi e delle danze, è percepibile in vari brani del testo, dal profondo significato poetico. Simpatico l’aver fatto recitare il brano della presunzione alla altezzosa Cathy, donna di mezza età che si sente ancora nel corpo di una prima ballerina, ma gonfia e bolsa.

‘Aparima vava (tipo di danza)
Tutu te ora (titolo)

Tutu e maniota
E tiare taina
E tu, e tu maniota
Tara riha rau e tutu tara riha rau e
E tu, e tu maniota

‘Aparima muta (tipo di danza)
Batti la vita (titolo)

Batti la manioca
Fiore di gardenia
Batti, batti la manioca
Uova di pidocchi, batti le uova di pidocchi
Batti, batti la manioca

‘Aparima
Hei iti firi toru

Toriri ua i te iri-a-tai
E ere ra i te ua, roimata ra no ‘Oro
Te firi toru, hoe hei iti pia no mehara
Taviriviri, patui i te aveave o te anuanua,
Pi’i hau o te reva, ia teatea
Ia no’ano’a te ra’i, i te hau
Na rotoroto te are miti
Fafati hua rea
Ia ma, e ia hotu te ora
I te fenua nei.

Anoi hoe reo iti haihai no te aroha
Ia ‘oto te a’au i te tatarahapa
E to’u fenua iti e.

‘Aparima
La piccola corona a tre capi

Una pioggia fine cade sull’oceano
Non sono gocce d’acqua, ma le lacrime del dio ‘Oro.

Con tre fili intreccia una corona per non dimenticare
Intreccia i raggi dell’arcobaleno delle pace
Che tutto diventi un bianco splendore
Intreccia il cielo profumato di pace
Con le onde
Dai gialli riflessi del sole
Che sia pura, che fiorisca la vita
Su questa terra

Aggiungi una piccola voce di tenerezza
Per la sofferenza della mia anima piena di rimpianti
O mio piccolo paese

‘Ōtē’a
Te ora o te moana


Ua rutu a pahu te miti i tua
E a ta’u mate taparuru i te a’au
Tei rurutaina i te ora
Te ora mau mau ore, mave ra
Ua horo, ua rere, ua ohu i te a’au

‘Ōtē’a
La vita dall’oceano


L’onda si infrange sulla barriera corallina
Si infrange con un fracasso assordante
La barriera freme di vita
Di vita eterna, nuota adesso
La vita è breve, vola, si fracassa sulla barriera di corallo
La vita va in pezzi,
La vita passa, la vita si allunga, la vita sgorga
Opera della lunga onda che batte e ricopre la barriera di corallo

‘Ōtē’a
Reo aroha o te fenua


E tama aia, fatu fenua
I te pito a’ano e te hinuhinu.
Tei opuopu i te ino o te pohehae tia ore
E ua opiropiro i te ha’avare, fa’atupu hara
A tae hoi e, o vau rahi e, o vau teie, o vau a, auae au
Na’u i fa’a tia, no’u hope ai, o vau noa e aita atu ai, o vau rahi e,
I te hoe poipoi, a haururu te pateri
Putapu aera te maere i to’u a’au
A huri to’u aro i te hitira’a o te ra
Te hiti maira te aroha o te fenua
tei oi i to’u pito i tona aroha faito orecchie
E ua otamu tona here I te hohonura’a o to’u opu
E a tahee i to’u a’au
O tei taui I to’t huru, e to’u orara’a
Mata e, noatu a oe i to moua
E ore tona aroha e ahihi
Taiva noa tu a oe i to fenua
E vai, e vai a tona aroha.
E no tona aroha tu’utu’u ore.

‘Ōtē’a
Parole di pace sulla terra

Sono figlio del paese, questa terra mi appartiene,
Ho l’ombelico largo e brillante
Gonfio d’orgoglio e di vanità
Gonfio di cattiveria e di gelosia senza fondamento
Che esala il putridume delle menzogne che provocano la discordia
Alla fine sono io, sono proprio io, sono ancora io, è grazie a me,
Sono io che posseggo la verità, sono io che ho l’ultima parola,
Sono sempre io e solo io, è grazie a me.
Una mattina il tuono ha rimbombato
Sorprendendomi nel profondo delle viscere
Ho girato il viso verso dove si leva il sole
L’amore per la terra è apparso
La terra ha massaggiato il mio ombelico con il suo amore immenso,
Ha spinto la sua tenerezza nelle mie viscere
Ha purgato la mia anima con il mono’i (olio di cocco) dei rimpianti
Che ha riscaldato il mio ombelico
Ha reso umile la mia anima
Ha cambiato le mie abitudini e la mia vita.
Anche se distogli il tuo sguardo dalla tua montagna
Il suo amore è incrollabile
Anche se tradisci il tuo paese
Il suo amore sarà per sempre
Con il suo amore senza fine
Torna la pace, la tenerezza, l’affetto
In questo momento ho detto “A haere mai, ite fare nei
Haere mai, e tama”
Sii il benvenuto nella mia casa
Entra e mangia con me

‘Aparima
Orama iti nei a o’e

Pa’aina uana te rai teitei
A hoa te uira i mua i to hinuhinu
A hau i te aveave purapura o marama tea
Hei fetia i te upoo
Tahei hupe marearea i te ai
To tootoo mana rahi i to tara
Hamama ae nei, te rai-ma-te-ata i to aro
A hee arii atu ai, i te tua o te moana nui
Mai te hoe va’a ama
E Orama Iti nei a oe, e to’u fenua iti e
I roto i to hanahana

‘Aparima
Come un miraggio

Il tuono rimbomba senza fine
Il lampo brilla per la tua gloria
Adornati dei raggi luminosi della luna pienamente
Corona la tua testa con le stelle
Avvolgi il tuo collo con la brezza del mattino
Il tuo potente scettro è la tua cima
Il cielo si apre davanti alla tua grandezza
Cammina come un re sul dorso dell’oceano
Come la piroga senza bilanciere
Sei un miraggio, o paese mio
In tutta la tua gloria.

‘Aparima
Porohi aroha


Ua ao te po e ua po te ao, to’u tiaira’a
A hea hoi o’e, e huri mai ai i to aro
I te reo iti pu mahanahana o te hau
Ia aroha taua
a tire i te huri tua i to’u hau
A virio to a’au i te hepohepo
A rohi e a titau i te ora
A tire i te nounou i ta vera ma
A riro o’e ei ratere
A fatafata ra to a’au
E pehepehe i to aia o tahi

‘Aparima
Messaggio d’amore


Giorno e notte sei tu che ho aspettato
Quando mi guardi
Con la mia piccola voce calorosa e dolce
Perché possiamo salutarci
Cessa di rifiutare la pace che ti offro
La tua anima si torce per l’inquietudine
Affronta la vita e sceglila
Smetti di invidiare ciò che hanno gli altri
O diventerai uno straniero
Trova la tua anima
E canta il tuo paese unico

‘Aparima
Maoti

Hanahana i te ra’i teitei e
Ua hiti, e ua api
Ua tatau, e ua tatau peretautau
No’u aea, te ta’ata nei
Te hau e te hanahana
O te ra’i teitei
Ua rotu a pahu te ora
Ua rotu a pahu te ora
E te tu’utu’u ore no te moana nui
Te papa o to’u fenua
Riro atu ai ei ta’ata tumu, fatu fenua

‘Aparima
Grazie a te

La gloria del cielo
È apparsa, si è amplificata
È dipinta, dipinta e ancora
Per me, l’uomo
La pace e la gloria
Del cielo
L’oceano risuona di vita
L’oceano risuona di vita
La vita eterna dell’oceano
Fondamenta della mia terra
Di questa terra che mi appartiene