Heiva I Tahiti 2022, la terza serata

Dopo qualche giorno di interruzione, giovedì 7 luglio sono riprese le serate della Heiva I Tahiti, con quattro gruppi in scena, due per la danza e due per il canto.
Il primo gruppo, Ia Ora Te Hura, in categoria Hura Ava Tau, amatori, si presenta con un tema importante: il Mana, questa forza impalpabile, così percepibile nelle isole polinesiane. 
È un tema ardito per un gruppo ancora acerbo, anche se nel corso della loro prestazione hanno messo in scena belle coreografie, come per l’unione dei due giovani o durante il pifau, il maleficio.

Primo coro in scena i Tamariki Rapa, fra i quali ha brillato l’assenza del loro Ra’atira storico, Pierrot Faraire, tornato nell’isola natale, che ha però scritto i testi.
Con le loro particolari sonorità raccontano la storia di Kopara il quale, inghiottito da un pesce mentre si trovava in mare, resta nel ventre dell’animale 3 giorni e 3 notti, per essere poi espulso in prossimità dell’atollo di Niahu. Qui si trova a essere l’unico uomo dell’isola, abitata esclusivamente da donne. Diventerà così il padre di tutta la popolazione a venire. 
Non so se questa storia sia frutto di fantasia o abbia fondamento in qualche remota leggenda, certo è che Rapa e Niahu sono ben lontane per percorrere il tragitto, pur se aiutati dalle correnti, in tre soli giorni. 
Alle Tuamotu il termine kopara indica la fanghiglia. In particolare a Niahu – atollo chiuso, senza sbocchi nell’oceano e per questo melmoso – il fango, ingerito e digerito dai pesci, finisce nello stomaco di chi li cucina.

Oltre al ‘ute paripari, elegia alla terra, il gruppo presenta anche lo ‘ute ‘ārearea, il canto comico, forte della bravura della loro partecipante, che è stata già premiata due volte. 

Attesissimo il coro Te Pape Ora No Papofai, del tempio principale della capitale Pape’ete. 
Il loro tema è Vai’ete, sorgente d’amore. 
Si fanno trasportare dall’uccello meho che percorre tutto il distretto di Pare in cerca di acqua, ricordando tutto ciò a cui ha assistito mentre sorvolava il canale di Taunoa. Esso continua il suo volo verso le montagne che si ergono lontane: Te Tara O Mai’ao, il “diadema”, e il monte Aora’i, la cima più alta dell’isola. Mentre viene avvolto da una pioggia impercettibile, il toriri, il volo dell’animale prosegue lungo la vallata verdeggiante di Mau’a Iti.  
Dalla collina di Faiere percepisce lo sgorgare della sorgente di Vai’ete. Segue il corso del fiume Pape, verso Taraho’i, luogo ricco di potenza, per passare su Pāpōfa’i, terra un tempo paludosa diventata oggi un parco fiorito. Dal canale di Taupō, la sua attenzione si focalizza nuovamente su Vai’ete, la cui acqua attraversa la città di Pape’ete. 
Il loro hīmene diventa, nella seconda parte, la melodia cantata negli anni 50 dal gruppo di Pare, in richiamo alle parole del testo. 

Purtroppo anche questo gruppo non raggiunge le buone sonorità nel paripari, e una delle due cantanti ha un timbro sgradevolmente elevato.

Attesissimo il gruppo Tamariki Poerani, che ci porta alle Tuamotu grazie alla sua fondatrice, Makau Foster. Attualmente è gestito dalla figlia Kohai.
Il ragazzo in gara per il concorso di migliore ballerino, che salta come un grillo sulle lunghe gambe, è il figlio di Makau.

Da notare il particolare stile dei costumi, creati da Shelby. 
Il loro tema è Rogo, dallo sguardo benevolo. 
Il dio del mare Tūtepoganui penetra all’interno delle terre degli uomini dove ha modo di constatare la disperazione della popolazione, affamata dal persistere della siccità.
Ogni albero era stato abbattuto.
Ma il richiamo d’aiuto arrivato fin nel profondo degli abissi ha spinto Tūtepoganui a intervenire per salvare la popolazione e portare loro il nutrimento dal mare: pesci, crostacei, ostriche: “Che riprenda la vita nel paese della siccità!”
Il dio Tane, suprema divinità celeste, scende dal cielo e fa coprire il suolo di vegetali, fa apparire una moltitudine d’uccelli, insieme a vari animali… una gioia per gli uomini, che ringraziano il cielo di tanta abbondanza.
Rogomatne, il capo, con Hinerua, la sua divina, potranno partire per mare alla scoperta di nuove isole, guidati dalle costallazioni di Ka.

Come in ogni gruppo di professionisti che si rispetti, non poteva mancare l’eccezionale prestazione per il concorso di migliore ballerina di Matagi Louvat.

Anche le sonorità dell’orchestra nel concorso a lei dedicato non sono male.