Nel grande “disordine sotto il cielo” che sovrasta i rigurgiti di un improponibile militarismo nell’Isola di Smeraldo, la comunità repubblicana più irriducibile registra una propria vittima. È morto, pare d’infarto, il prigioniero Seamus McGrane di 64 anni. Ritenuto un dirigente della Real IRA – quella “dissidente” – stava scontando una pena di undici anni per aver organizzato nel maggio 2015 un attacco armato al momento della visita del principe Carlo. Mc Grane era stato arrestato il 13 maggio 2015, sei giorni prima dell’attentato previsto, quando la Garda (la polizia dell’Eire) durante una serie di perquisizioni a Dublino aveva rinvenuto un paio di bombe.
Nel corso della sua visita, per la prima volta Carlo doveva recarsi a Mullaghmore (Irlanda del Nord) nei luoghi dove nel 1979 suo zio Lord Mountbatten era stato assassinato dall’IRA.
Insieme a McGrane venivano arrestati anche Donal O Coisdealbha (parente di Jim Managhan, uno dei tre membri dell’IRA arrestati nel 2001 a Bogotà per aver collaborato con le FARC) e Dylan Cahill. Mc Grane era ben noto come militante e combattente repubblicano. Arrestato una prima volta già nel 1976, veniva nuovamente imprigionato nel 2001. E poi, definitivamente, nel 2015.
In qualche modo anche la sua morte costituisce l’ennesimo effetto collaterale della difficile, controversa (e forse all’epoca non adeguatamente valutata dai leader del Sinn Fein) ma comunque ormai irreversibile, soluzione politica che venti anni fa poneva termine – anche se non totalmente – al conflitto.