Tuttoscuola ha elaborato i dati
ufficiali pubblicati dal ministero dell’Istruzione. Ecco una
ricostruzione statistica della provenienza e dei flussi degli “alunni
con cittadinanza non italiana” che frequentano le nostre scuole, con
particolare riferimento a quelli di fede musulmana.
• Gli alunni di nazionalità non italiana che si sono seduti fino al
giugno scorso sui banchi delle nostre scuole sono stati quasi 802 mila.
• I ragazzi musulmani, o comunque originari di Paesi con prevalente
popolazione di cultura islamica, sono circa 300 mila, in buona parte
provenienti dai territori del bacino mediterraneo: Marocco 101.167,
Tunisia 18.363, Egitto 15.239, Algeria 4546.
• Vi sono anche pakistani (18.128), Siriani (1073), Iraniani (716), Giordani (191), Irakeni (339) e Afghani (1612).

Gli 802 mila ragazzi stranieri scolarizzati in Italia rappresentano 174 nazionalità diverse.
Gli alunni stranieri sfiorano il 9% dell’intera popolazione scolastica, e
quelli musulmani – stimati da Tuttoscuola sulla base dei dati sulla
nazionalità degli studenti stranieri e sulle religioni prevalenti nei
diversi Paesi interessati – sono circa il 38% del totale stranieri. Sono
almeno 14 le religioni, oltre a quella cattolica, professate dagli
studenti stranieri in Italia. 113 le diverse lingue parlate dai ragazzi
o, meglio, dalle loro famiglie. La comunità più ampia è proprio quella
islamica, con un trend in forte crescita.
Gli alunni musulmani rappresentano il 3,3% della popolazione scolastica
delle scuole statali e paritarie (complessivamente 9.036.499 nel
2013-14).
Gli studenti seguaci di Maometto sono soprattutto al Nord (quasi due
terzi del totale), pari al 5% del totale degli alunni in classe con
punte in Lombardia 74.247 (5,2%), in Emilia Romagna 35.178 (5,7%), in
Veneto 34.986 (4,8%).
Anche nel Centro Italia – secondo i dati elaborati da Tuttoscuola – c’è
una discreta presenza di alunni musulmani (poco meno di 70 mila unità)
con il Lazio che ne ha in classe 29.017 (3,4%), con la Toscana che ne ha
24.230 (4,7%).
Nel Mezzogiorno, dove gli alunni musulmani sono poco meno di 37 mila
(12%), la loro incidenza, rispetto al complesso della popolazione
scolastica, si aggira intorno all’1%.

Purtroppo, a dimostrazione che le pericolosissime fesserie
terzomondiste e oikofobiche partono proprio dalla scuola e dalla
categoria degli insegnanti – gli stessi che censurano le visite a mostre
d’arte o proibiscono il presepe – il comunicato di Tuttoscuola scrive:

La sindrome dello scontro culturale Islam-Occidente si
vince soprattutto a scuola. Troveranno da domani gli insegnanti italiani
le parole giuste per spiegare ai loro alunni marocchini, siriani,
pakistani, che la risposta dell’Europa agli attentati terroristici non è
la guerra dell’Occidente contro la cultura dei propri genitori che ogni
venerdì vanno a pregare in moschea?
Mentre i mass media parlano di “scontro di civiltà” e di guerra contro
l’estremismo islamico, gli insegnanti sono stati invitati dal ministro
dell’istruzione Stefania Giannini a dedicare un minuto di silenzio alle
vittime della strage parigina e almeno un’ora alla riflessione sui fatti
accaduti: come evitare che allievi di cultura islamica siano isolati e
guardati con sospetto dai loro compagni italiani? Che la sindrome dello
scontro culturale Islam-Occidente si sviluppi proprio in aula?

Gli alunni – i “nostri” alunni – verranno quindi ammaestrati da gente
che definisce lo scontro “culturale”, scatenato da un millennio e mezzo
dall’islam contro di noi, una “sindrome”, cioè una specie di fissazione
patologica che affligge noi poveri idioti. Come spiegare ai piccoli
stranieri (spesso addestrati in famiglia a considerarci spazzatura) che
le nostre pallide reazioni a fiumi di sangue non vanno considerate
offensive, per carità!? Come impedire che i nostri figli si facciano
strane idee su quanto sta succedendo nel mondo?

Il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi, Roma, 03 settembre 2014. ANSA/ANGELO CARCONI

Il ministro italiano dell’Istruzione, Stefania Giannini.