Manifestazione in Catalogna contro la riforma penale

 

manifestazione in catalogna contro la riforma penale
6 dicembre: folla oceanica a Barcellona per protestare contro le modifiche del codice penale spagnolo. Foto di Albert Salamé per Vilaweb.

Il 6 dicembre, giorno della Costituzione spagnola, si è tenuta a Barcellona una manifestazione di massa per respingere la futura riforma del codice penale. Lo Stato spagnolo contempla un reato improprio in Europa, quello di “sedizione”, grazie al quale sono stati condannati i politici che hanno organizzato, nel 2017, il referendum sull’indipendenza catalana.
Questo reato, introdotto nel 1822, prevede pene estremamente elevate per le manifestazioni di massa che impediscono l’applicazione delle leggi, anche se non viene usata violenza. In Europa sarebbe considerata una legge antidemocratica, poiché lederebbe il diritto di manifestare. Per questo motivo i tribunali di Belgio, Germania e Italia, non rilevando alcuna violenza negli eventi oggetto di indagine, hanno respinto l’estradizione alla Spagna del presidente catalano Carles Puigdemont per, appunto, “sedizione”.
I suddetti precedenti e le pressioni del Consiglio d’Europa hanno obbligato la Spagna a cancellare il reato, che però verrebbe sostituito con uno di nuovo conio, “disordine aggravato”, mirato, secondo i membri del governo spagnolo, a continuare a perseguire qualsiasi manifestazione non violenta del movimento indipendentista catalano.
A quanto pare le pene massime sarebbero più basse rispetto al precedente, ma in definitiva si potrebbe arrivare alle stesse condanne per gli organizzatori del referendum del 2017 (da 9 a 13 anni di carcere). Inoltre, secondo questa nuova interpretazione, una manifestazione di massa sarebbe un crimine qualora si ritenga che essa abbia lo scopo di “ostruire la pubblica via”, di “intimidire” (termine molto ambiguo), di “occupare un edificio o una struttura” senza violenza, ovvero se viene radunata “una folla idonea a compromettere seriamente l’ordine pubblico” (altrettanto ambiguo). Come se non bastasse, la pena minima per questo reato (che potrebbe riguardare la partecipazione a una manifestazione non violenta) è aumentata a 3 anni di reclusione!
Il governo spagnolo è convinto che la modifica permetterà l’estradizione del presidente Puigdemont dal Belgio, come se avesse scritto questa legge ad hoc per rinchiudere in carcere il “nemico numero uno” della Spagna.
Il movimento indipendentista rifiuta questa acrobazia legale, in quanto si abroga un reato che aveva i giorni contati, sostituendolo con un altro reato che ha il solo scopo di ostacolare l’autodeterminazione della Catalogna, senza preoccuparsi di violare i diritti fondamentali.