L’estate si preannuncia calda in Ipar Euskal Herria

Sono previste entro un mese le udienze dei baschi Ion Parot e Jakes Esnal, entrambi con più di 70 anni di età. Detenuti da oltre 32 anni (così come un altro prigioniero basco, Unai) dovrebbero già essere in libertà, ma nei loro riguardi sono scattate misure restrittive ulteriori e particolari (“d’eccezione”) così da mantenerli ancora dietro le sbarre.
Anche per questo, qualora non venisse loro concessa la libertà condizionale ma rimanessero ancora in carcere, le organizzazioni che esprimono solidarietà ai prigionieri baschi (in particolare Bake Bidea e gli “Artigiani della Pace”) preannunciano di voler bloccare (letteralmente) tutto il Paese Basco Nord (Ipar Euskal Herria, sotto amministrazione francese). Il comunicato risale al 19 aprile, a pochi giorni di distanza dall’8 aprile, quinto anniversario del disarmo di ETA, e annunciava in particolare iniziative pubbliche per il 13 maggio a Bayonne e il 19 maggio a Saint-Jean-de-Luz, in concomitanza con le due udienze.
Un’altra azione di protesta, prevista per l’11 giugno a Lauga, dovrebbe diventare “l’espressione di massa di questo territorio e di tutte le sue componenti per sostenere il processo di pace e sorvegliarne i progressi”. Nelle intenzioni dei promotori dovrebbe trattarsi di vere e proprie “azioni di disobbedienza civile”, così come per altre già annunciate (ma in data ancora da definire, forse “a sorpresa”) e che si caratterizzerebbero come maggiormente “significative e impattanti”.
Nel comunicato non mancava un riferimento alle elezioni francesi. “Vogliamo convincere il futuro governo”, si leggeva nel comunicato, “a inserire urgentemente la questione dei prigionieri nell’agenda politica”.
Invitando quindi i candidati alle prossime elezioni legislative a “partecipare pubblicamente e attivamente al processo di pace”.