Anche se lo davo per scontato, prima o poi, mi ha ugualmente commosso. Baschi e curdi sono due popoli altrettanto amati, ammirati e – compatibilmente con la scarsità dei mezzi a mia disposizione – sostenuti da anni scrivendo, informando, partecipando quando possibile alle iniziative di solidarietà.
La notizia è questa: il parlamento del Paese Basco starebbe per riconoscere ufficialmente l’amministrazione autonoma della Siria del Nord e dell’Est (AANES). L’annuncio proviene dalla deputata Oihana Etxebarrieta, esponente di EH Bildu. La quale ha anche aggiunto che i mercenari dello Stato Islamico dovrebbero venir giudicati da un tribunale internazionale (come da tempo e finora invano viene richiesto dall’Amministrazione Autonoma).
La deputata basca ha colto l’occasione per “augurare agli abitanti dell’Amministrazione Autonoma un anno ricco di risultati sia per i diritti sia per la pace”. Aggiungendo che “in quanto forza municipalista, noi sappiamo quanto sia importante che la gestione e le decisioni politiche si svolgano con la piena partecipazione di tutti i cittadini”. Per questo “sosterremo la lotta quotidiana del governo dell’Amministrazione Autonoma del Nord e dell’Est della Siria continuando a marciare al loro fianco”.
Parlando poi del recente attacco dell’ISIS (con l’appoggio di Ankara e forse anche di Damasco) alla prigione di Sina, Oihana Etxebarrieta ha criticato la sostanziale indifferenza manifestata dalla comunità internazionale, che ha lasciato i curdi da soli di fronte all’emergenza di dover gestire migliaia di prigionieri integralisti e le loro famiglie.
“Sono stati i curdi”, proseguiva la deputata basca, “a combattere per l’intera umanità contro Daesh, ma nessuno ha voluto aiutarli”. Invece, secondo Oihana, la comunità internazionale dovrebbe prendersi le proprie responsabilità e “istituire una corte internazionale per giudicarli”.
In merito, rilancio il sospetto che forse – ma neanche tanto – diversi Paesi si aspettavano che i curdi eliminassero, semplicemente, gran parte di tali prigionieri jihadisti. Invece, come è noto, le YPG e l’AANES hanno di fatto abolito la pena di morte. Non è da poco, in quel contesto medio-orientale e sapendo cosa hanno subìto i curdi.
È ovvio quanto sia necessario per l’AANES ricevere pieno riconoscimento a livello internazionale. In particolare, finora tale riconoscimento è venuto soprattutto da istituzioni, come dire, “minori”: parlamenti autonomi e regionali, piccole nazioni indipendenti… Tra i più significativi quello giunto da Barcellona, la storicamente libertaria e indipendentista Barcellona, dove era stata approvata una proposta sull’impegno della Catalogna per la ricostruzione del Kurdistan. Proposta venuta da ERC, Junts, CUP e da vari comuni catalani. Con il riconoscimento “dell’esistenza dell’Amministrazione Autonoma del Nord-Est della Siria, fondata sul confederalismo democratico, come soggetto politico”. Chiedendo inoltre “alle istituzioni catalane di stabilire relazioni con tale amministrazione”.
Per la cronaca tra i partiti più o meno eredi del franchismo, il PP si era astenuto mentre Vox e Cs avevano votato contro.
Tornando ai baschi, Oihana Etxebarrieta ritiene che invece non sarebbe opportuno un simile riconoscimento da parte del parlamento di Madrid, in quanto “da anni lo Stato spagnolo reprime e criminalizza la lotta dei popoli per l’indipendenza e l’autonomia”.
La richiesta del riconoscimento proviene da molteplici organizzazioni e movimenti baschi. Anche se il dibattito parlamentare vero e proprio non si sta ancora svolgendo, le possibilità sono concrete in quanto “esiste già una forte legittimità sociale per tale riconoscimento”.
Finora il governo basco aveva sempre tentennato (si è anche parlato di depositi su conti aperti nelle banche turche), ma nel contempo i vari gruppi parlamentari hanno lavorato per trovare un punto comune di accordo sulla questione.