Festival Tahiti Ti’a Mai, terza serata

Grande serata, la terza, con tre gruppi di danza e la corale Reo Papara diretta da Mike Tessier. Il mitico gruppo a me caro, Te Maeva (che sto seguendo dall’inizio delle prove), apre le danze seguito da Hanatika di Hirohito Tematahotoa e, dulcis in fundo, il gruppo vincitore dell’ultima Heiva, O Tahiti E di Marguerite Lai.
La rappresentazione del gruppo Te Maeva ha commosso molte persone per la profondità dei testi delle ‘aparima scritti da Coco Hotahota, fondatore del gruppo, mancato lo scorso anno. Le sue parole sono semplici, ma arrivano dirette al cuore.

Teie to’u marama
Teie to’u marama
I teie pō ā’va’e haumārū
Ia vai ‘oe i roto i māfatu
Ia riro hoi ‘oe ‘ei poehere no’u nei e
Teie to’u marama

Mai te ata e pe’e
No to’u māfatu e
No to’u haere rarahi
Mai te ata e pe’e i te ra’i ra
Na roto i te reva
Mai te ‘aremiti rā e fafati mai
I ni’a te tai e
No to’u mau aere a rah

Ecco la mia luna
Ecco la mia luna
In questa notte che la luna rinfresca
Tu resti nella parte più profonda del mio cuore
Tu diventerai la mia perla d’amoreEcco la mia luna
Come una nuvola portata dal vento
Nel mio cuore
Per il mio grande viaggio
Come le nuvole che volano lontane nel cielo
Fino al firmamento
Come le onde del mare che si infrangono qui
Per andare lontano nel mare
Mi preparo al mio grande viaggio nel cielo

Maoti Te Here
Maoti te here e i hiti ai te mahana
No te here nei ‘a i hau ai to te ao nei
Te here o ta’u i heheu
I te hohonura’a o to’u a’au
Te here o ta’u i aupuru
Ei niu no to tatou orara’a

Grazie all’amore
Grazie all’amore si leva il giorno
Grazie all’amore è pace nel mondo
L’amore che ho scoperto
Nel più profondo delle mie viscere
L’amore che accudisce
Base della nostra vita

Il tema, presentato sulla scena dal ‘ōrero Viri, è Mā’ohi: grazie alla mia terra faccio parte di un popolo, è grazie alla mia terra che sono un uomo. È grazie alla mia terra che sono Mā’ohi, grazie alla mia identità sono in pace, grazie alla mia pace posso amare. E grazie al mio amore ho dignità.

Hina pa’arae, Hina tua
No to’u fenua i nuna’a hia ai au
No to’u hio tumu i hau ai au
No to’u hau i here ai au
No to’u here i tura ai au
No to’u reo i Mā’ohi ai au
E ere i te reo tipe’e
Te here o ta’u i aupuru
E reo no teie fenua
e’ereau i te ai hamu
e’ereau i te taparu
E upu taere reau
Mauruuru rahi e te nu’u atua rahua
Mauruuru rahi e te nu’u tupuna arata’i
outou te hi’o mai nei matou
Te nini’i mai nei i to otou aroha faito’ore
Te tipapa atu nei
Teie naho’a tini a fari’i mai to matou manava
Ei tapa’o fa’atau aroha no tatou
I teie ‘arui hanahana tei raro a’e tatou
I te tavai  maru o Urataetae
Atua vahine o te Heiva e te mau ‘oa’oa rau
E tipapa atu nei
E teie naho’a tini teie mai te pupu Temaeva
E tana tumu parau Ma’ohi
Ma’ohi e Ma’ohi e, ‘a tu!
Ia fenua te fenua, ia ta’ata te ta’ata e
ia Mā’ohi te Mā’ohi

Primogeniti, cadetti
Grazie alla mia terra sono popolo
Grazie alle mie radici sono in pace
Grazie alla mia pace sono amore
Grazie al mio amore sono degno
Grazie alla mia lingua sono Mā’ohi
Non è una lingua prestata
La lingua di questa terra
Non sono un mendicante
Non sono un adulatore
Sono l’originale
Un grazie infinito agli dèi creatori
Un grazie infinito agli antenati, nostre guide
Voi che ci osservate 
Voi che ci riempite del vostro amore infinito
Ci prosterniamo davanti a voi
Assemblea, accordateci
Il benvenuto, segno del nostro amore
In questa serata gloriosa
Noi siamo sotto la protezione di Urataetae
Dea della Heiva e della gioia
Ci prosterniamo davanti a voi
Assemblea, ecco il gruppo Temaeva
Con il suo tema Mā’ohi
Mā’ohi, Mā’ohi, alzati!
Terra sei terra, uomo sei uomo,
Mā’ohi sei Mā’ohi

Nel ‘ōte’ā (danza tradizionale) del gruppo Te Maeva, condotta da Edwin Tautu, si intravede il fotografo hawaiano di origine giapponese Danee Hazama, che ha voluto partecipare ancora una volta alle danze, come quando era più giovane.

Il gruppo Hanatika si esibisce in uno spettacolo fuori dal comune, sottolineando la dipendenza al mondo dell’elettronica che può portare a gravi disagi, fino alla morte.
Con scenografie moderne, costumi scuri e accessori luminosi ci porta in un mondo mille miglia lontano dalla tradizione della hura, la danza polinesiana, pur mantenendone i passi di base.

Il gruppo Hanatika è il solo a presentare la ballerina solista in questa serata che ci regala una prestazione di buon livello.

La corale Reo Papara descrive con il suo canto il territorio del suo comune. Tanto è stato l’entusiasmo che John Mairai, giornalista, attore, personaggio televisivo, ha chiesto loro il bis!

Il gruppo O Tahiti E, di Marguerite Lai, ci offre uno spettacolo dove mette in risalto i tre elementi: terra fuoco e acqua.
Commovente la dedica a Albon Ellcott e Jean-Claude Teriierooiterai, autori della maggior parte dei brani della serata. In più Jean-Claude, esperto navigatore tradizionale, capace di solcare l’oceano semplicemente seguendo le stelle, qualche anno fa partiva da Hawai’i a bordo della piroga tradizionale Fa’aifate per riportarla a Tahiti, proprio in questa data. Coincidenza? O forse espressione del mana, l’energia presente in queste isole.

Con originalità il gruppo O Tahiti E comincia la sua rappresentazione facendo esibire ballerini e ballerine in costume vegetale sulle note dell’orchestra sinfonica del Te Fare Upa Rau, il Conservatorio di Tahiti. Mi ha ricordato il film Fantasia di Walt Disney, per l’abilità di adattare i movimenti alla melodia e i colori delle luci, tendenti al violetto.

Perticolare il costume vegetale con il quale i ballerini entrano in scena, nel quadro del primo elemento, Fenua, la terra.
O Te Fenua Ora, il tema di questo gruppo, Terra di Vita, Terra Vivente, Terra di Speranza. Si riferisce a Te Tahu’a Tarahoi, la piazza Tarahoi, sulla quale si trovava il marae (luogo di culto) Tarahoi-I-Pape’ete, eretto per lodare Pomare, l’ultima famiglia regnante su Tahiti e le sue isole. Il baniano e il chiosco di questa piazza erano centro culturale e politico del Paese; e le prime festività, riprese dopo la lunga interdizione all’inizio del protettorato francese, si erano svolte proprio lì.
La città di Pape’ete, il cui nome significa “cesto pieno di acqua”, è ricca di ruscelli e sorgenti sotterranee: il principale è Te Puna, “bagno della regina”, così chiamato perché la regina Marau Pomare IV amava fare il bagno nella pozza di quest’acqua, tutte le mattine, insieme alle donne della sua corte. Quest’acqua rappresenta la vita spirituale e materiale, le anguille che pulivano la vasca erano considerate sacre, tanto da essere portate in caso di migrazione sulle piroghe. Le abluzioni femminili riportavano al bagno della puerpera con il nuovo nato, sotto la protezione di Tane, dio della bellezza.