La storia racconta che nel regno di
Tonga, l’unico a oggi esistente in tutto il Pacifico, sono state al
potere 3 dinastie: i Tu’i Tonga, i Tu’i Kanokupolu e i Tu’i Ha’a
Takalaua; dove la parola tu’i significa divino ché i re di Tonga, come i faraoni egiziani, sono considerati dèi viventi.
Secondo la leggenda (c’è sempre un episodio che parte dalla verità e si
trasforma in mito), il primo re di Tonga era stato dato alla luce dalla
bella figlia del capo villaggio – tenuta isolata dal padre che non
riteneva nessun uomo degno di lei – e dal dio Tangaloa, sceso dal cielo
scivolando sul tronco di un albero di ferro (così chiamato per la
durezza del suo legno), attirato dalla bellezza della ragazza. Queste le
origini del semidio ‘Aho’eitu, primo Tu’i di Tonga.
Tonga è un esempio classico della brutalità verso la gente comune
giustificata dall’origine divina del sovrano. Del resto anch’egli, il
primo Tu’i di Tonga, quando salì in cielo spinto dalla curiosità di
conoscere suo padre – il quale, spentosi l’amore, si era stancato della
vita terrena ed era tornato tra gli dèi – fu mangiato dai fratellastri
che ignoravano il loro legame di sangue. In cielo tutto è possibile: non
vedendolo più, Tangaloa interrogò i figli, li costrinse a vomitarlo e
ne raccolse i resti in una noce di cocco; passata la notte, questi
magicamente si ricomposero nel suo corpo semidivino.
Il cannibalismo, anche tra fratelli, viene presentato da questa leggenda come una consuetudine.
Nel X secolo il re, dimostrando la sua autorità assoluta sulle cose e
sugli uomini, considerava le figlie del popolo a propria disposizione
per soddisfare gli appetiti sessuali, mentre la gente comune poteva
essere offerta agli dèi quale sacrificio umano per assicurare il regale
benessere. Terra, lavoro e vite umane erano al servizio
dell’aristocrazia.
La maggiore espansione del regno coincise con l’11esimo Tu’i, nel 1250,
quando furono conquistate Wallis e Futuna, Tokelau, Tuvalu, Rotuma,
Nauru, parte delle Fiji, le Marchesi, parte delle Isole Salomone,
Kiribati, Niue, le isole Cook, parte di Samoa, parte della Melanesia e
la Micronesia. Il regno si estese fino a superare i 3 milioni di
chilometri quadrati, grazie alla potenza della marina; ciò consentì a
Tonga di arricchirsi, favorendo intensi scambi commerciali e assicurando
un massiccio flusso di tributi alla tesoreria reale.
Per i problemi politici provocati dal loro governo dispotico, i re
venivano (comprensibilmente!) assassinati; tanto che, per proteggere la
propria incolumità, iniziarono ad abdicare a favore di altri familiari,
come un figlio o un fratello. Ciò avvenne per la prima volta nel 1470,
quando il 24esimo Tu’i passò il suo potere temporale al fratello, in
seguito all’assassinio del padre.
Era usanza che i re di Tonga sposassero la figlia primogenita dei Tu’i
Ha’amea, i re samoani (anche la madre del primo Tu’i di Tonga, il
semidio ‘Aho’eitu, era samoana), che fino al periodo della guerra civile
(a cavallo tra XVIII e XIX secolo) governava sulla metà dell’isola di
Pangai, all’epoca divisa verticalmente in due; questo per mantenere la
pace grazie alla stretta alleanza familiare.

salote-accoglie-elisabetta

I primi vagiti della democrazia

Dopo il Codice di Vava’u del 1839, il 4 giugno 1862 nell’arcipelago
tongano delle Ha’apai, fu messo per iscritto il primo Codice
Legislativo: il popolo poté finalmente pagare tasse fisse senza essere
esposto alle razzie della famiglia reale e dei nobili. Ciò ha assicurato
alla monarchia il controllo del Paese.
Nel 1867, Nukualofa divenne la capitale del regno unificato sotto
Giorgio I, primo della dinastia attuale, i Tupou, che conta fino a oggi 6
monarchi, 5 re di nome George e la regina Salote III (cioè terza di
questa dinastia).
Con l’aiuto del reverendo Baker, metodista, sepolto a Lifuka nelle
Ha’apai, il regno ebbe la sua prima Costituzione nel 1875, e venne
riconosciuto come Stato indipendente da Germania, Gran Bretagna e USA.
Nel 1900, re Giorgio II firmò un trattato di amicizia e protezione con la Gran Bretagna, che ne influenzò la politica estera.
La regina Salote è una simpatica figura, sposò re Giorgio II nel 1917, e
l’anno successivo alla morte del consorte ne prese il posto sul trono.
Partecipò alla cerimonia di incoronazione della Regina d’Inghilterra,
Elisabetta II, svettando sul corteo (era alta 1 metro e 91) in una
carrozza scoperta sotto la pioggia, sorridendo e salutando. Cercò di
dare istruzione e sanità al suo popolo, fondando scuole che ancor oggi
sono le migliori.
Suo figlio Tupou IV morì a 88 anni. L’aver portato la corona per 41 anni
fa di lui uno dei sovrani più longevi, dopo il re di Thailandia
Bhumibol Adulyadej, la Regina Elisabetta e il re di Samoa Malietoa
Tanumafili II.

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Re
Giorgio, morto di cancro a 63 anni nel 2012. Molto “britannico”,
illuminato, era un personaggio piuttosto eccentrico e divertente. Per
esempio, aveva acquistato come auto principale un tipico taxi londinese.
“Mi sono reso conto”, spiegava, “che non c’è veicolo più comodo quando
devi salire e scendere indossando sciabola e speroni”.

Il figlio della regina Salote a 14 anni era uno dei migliori atleti
di Tonga, ma più tardi fini per entrare nel Guinness dei primati come il
monarca più pesante: 209,5 kg! Grazie al suo personal trainer italiano,
l’atleta Franco Bettella, ne perse 70 andando in bicicletta, camminando
e seguendo una dieta. Fu talmente contento di aver perso tanto peso e
ritrovato la salute, che iniziò a scrivere proclami per obbligare la
popolazione a seguire il suo esempio… per quanto, a giudicare dalla
stazza media dei tongani, non sia riuscito a modificare la locale
convinzione che “grasso è bello”. Alla sua morte, nel 2008, sali al
trono il figlio Giorgio V. Con il suo biposto rosso amava volare per
tutto il regno compiendo acrobazie sulle caldere dei vulcani. Non aveva
il brevetto da pilota, ma a un re tutto è permesso, e si divertiva a far
morire di paura il pilota ufficiale che sedeva al suo fianco,
meritandosi il soprannome di Barone Rosso. Non era sposato ma amava le
donne: spesso con i sui due amici consiglieri indiani spariva per
trascorrere intere giornate in feste e baldorie.
Al contrario il fratello, l’attuale regnante, è sposato con una bella donna ma pare gli piacciano gli uomini.
Se un tempo i tributi alla Famiglia Reale venivano pagati sotto forma di
cocchi, pesci e maiali, oggi le maggiori società di Tonga appartengono
alla principessa, al re o a qualche stretto familiare. E così, ogni
volta che si effettua una ricarica telefonica, una parte dei soldi
arriva direttamente sul loro conto in banca, idem per le bollette dela
luce; una bella evoluzione per un Paese dove le sedie sono arrivate nel
1930 – e molti siedono ancora a terra sulle stuoie intrecciate – mentre
la foto del primo divano risale al 1940.
D’altra parte, la scritta sul loro stemma parla chiaro: “Dio e Tonga sono il mio patrimonio”.
“Ci vorrà un po’ di tempo prima che la democrazia, che ha solo 2 anni,
fiorisca a Tonga”, ha detto l’attuale re, Giorgio VI, il 7 giugno 2013
all’assemblea legislativa.
Sì, la “politica dell’obbedienza” è fondamentale in questo regno.