Anche in Polinesia francese si parla di elezioni europee: in questo lontano angolo di mondo gli abitanti hanno diritto a questo voto, “grazie” alla Francia. Sebbene adesso la Polinesia non si chiami più “colonia” ma Collettività Francese d’Oltremare (con autonomia di spesa), la differenza resta alquanto sottile.
Quest’anno è avvenuto un fatto curioso: le schede nulle sono arrivate al secondo posto, dopo la lista dei Repubblicani, ma non sono state annullate per errori. Il Tāvini (servitore della patria) Oscar Temaru, capo del partito indipendentista, aveva invitato gli elettori a sostituire la scheda ufficiale con quella diffusa in internet dove è ben marcato in rosso I love Maohi Nui, “amo la mia patria”, con un grande cuore ben in evidenza.
Non soltanto a Fa’aa, comune di cui Oscar è sindaco da più di trent’anni, dove le schede rosse sono state il 46%, ma anche nel lontano atollo di Ana’a le nulle sono state 57 su 97 votanti, e così per il resto della Polinesia. Con questo gesto il popolo Ma’ohi dichiara di non aver nulla a che fare con la lontana Europa, tanto meno con la Francia, e ribadisce con fermezza la sua identità.