Le indagini del gruppo di analisi Gefira sui guardiani del boldrinianamente e sorosianamente corretto.

EUvsDisinfo è un sito creato dai caporioni europei nel 2015 allo scopo, in teoria, di combattere la “propaganda russa” online. Di fatto, un’istituzione statale che si dovrebbe occupare di stabilire ciò che è “vero” e ciò che costituisce “notizie false”, e allo stesso tempo stilare una lista dei “colpevoli della diffusione” di queste ultime. Critici dell’iniziativa hanno subito contestato che essa assomigli a un Orwelliano “ministero della Verità”.
L’anno scorso tre siti olandesi, De Gelderlander, TPO e GeenStijl, sono finiti nella lista dei “cattivi” per aver scritto articoli in cui si denunciava l’infiltrazione di gruppi di ispirazione nazista nella rivoluzione ucraina ribattezzata “EuroMaidan”. Questo tipo di critica verso il movimento e gli eventi in Ucraina è stato spesso utilizzato in passato dalla federazione russa: di conseguenza – indipendentemente dal fatto che corrisponda a verità – EUvsDisinfo ha subito tacciato le testate olandesi di “propaganda russa e diffusione di notizie false”; l’istituzione europea però non ha fatto i conti con lo storico amore per la libertà del popolo olandese. La libertà di parola e di stampa sono valori fondamentali delle società occidentali.

euvsdisinfo
Il sito web di EUvsDisinfo è gestito dall’European External Action Service del ministro degli Esteri europeo Federica Mogherini. La donna è stata sistemata in quella posizione dalla dirigenza del partito comunista italiano.

I siti olandesi in primo luogo hanno contattato EUvsDisinfo, che si è rifiutato di rivedere i loro casi. Gli olandesi allora si sono rivolti al tribunale, e EUvsDisinfo, dopo essere stato chiamato a comparire davanti al giudice, ha accettato di rettificare le proprie liste: le storie sull’Ucraina erano corrette. Il caso ha ottenuto attenzione nazionale, e altri media olandesi hanno iniziato a investigare sull’istituzione.
Ufficialmente, EUvsDisinfo collabora con un “network di volontari di 400 esperti, giornalisti, ufficiali governativi, think thank e ONG”. La testata olandese “NOS”, tuttavia, analizzando i loro rapporti ha scoperto che solo 10 sono attivi e hanno compilato il 75% delle segnalazioni. I rimanenti 390 “esperti” hanno compilato solo 1 o 2 segnalazioni a testa e poi hanno smesso. Ciò che stupisce è che gli impiegati di EUvsDisinfo siano anonimi e a compilare la “lista dei cattivi” siano solo tre individui. Avete capito bene: tre anonimi impiegati dell’Unione Europea decidono cosa è vero e cosa costituisce “notizie false e propaganda russa”. Di loro non è dato sapere nulla: formazione, orientamento politico, alleanze, niente.
Qui sotto proponiamo l’analisi della testata “NOS” sui volontari che collaborano con EUvsDisinfo:

euvsdisinfo

Come mostra il grafico, è un certo Pavel Spirin l’individuo che contribuisce in assoluto più di tutti. Intervistato dalla rivista, risulta essere un giornalista disoccupato che spende 10-15 ore al giorno a guardare media russi. Gli unici altri giornalisti attivi sono Oleksandr Nykonorov del “Kyiv Post” e Igor Solovey. Il team Gefira ha poi cercato di scoprire chi stia dietro le 7 organizzazioni che collaborano regolarmente con EUvsDisinfo:

  • la più attiva è European Values tramite la sua unità Kremlin Watch, un think thank ceco finanziato dalla fondazione Open Society dell’oligarca George Soros;
  • c’è poi StopFake, sostenuto anch’esso, in maniera non meglio specificata, dalla fondazione Open Society;
  • la ONG Promote Ukraine;
  • l’ungherese Political Capital Institute, che elenca tra i propri donatori di nuovo la fondazione Open Society;
  • Polygraph, un fact-checker creato da Radio Free Europe/Radio Liberty; quest’ultima collabora con gli “Archivi della Open Society”;
  • Myth detector, un’organizzazione Georgiana: non sono membri dell’Unione Europea, ma sono finanziati dalla solita fondazione Open Society, il che evidentemente è abbastanza per essere presi in considerazione.

In conclusione, l’istituzione che decide cosa è vero e cosa è falso, EUvsDisinso, non solo non è trasparente ma manca di qualsivoglia imparzialità, in quanto 5 su 10 delle sue fonti primarie sono finanziate dalla fondazione del famigerato George Soros, mentre almeno un’altra collabora con essa.

Gefira.