Dopo la nostra introduzione, proseguiamo a descrivere il Festival Fa’ahio con il gruppo Hei Tahiti, che celebra il comune di Pīra’e (isola di Tahiti) con tema Pare Nui te Va’a Vaevae, la piroga dalle mille gambe; la raccolta di storie e leggende di questo territorio, dal litorale all’interno, costituisce il filo conduttore dello spettacolo.

Pare Nui te Va’a Vaevae

Manavā te u’i tapairu
‘ūa’a te pua i Temahue
Tiare mana’ona’ohia
te ‘una’una ïa o Pīra’e
Te hupe iti Aora’i,
tāhiri i te no’ano’a
‘O te aroha ïa ‘o tō’u nei ‘āi’a!
Pira’e uri, Pira’e tea
Pare nui i te va’a vaevae
Temahue i te araea ‘ura,
te mou’a fa’atoro i te hitia’a o te ra
Ta’ahira’a ‘avae ‘o te ‘aito ra o Tehana!
Vāhi hipahipara’a ïa i te ava Taunoa,
te ‘ūputa o te pare nui nō Pīra’e!
‘A tomo mai ma te hau,
‘E hō ma te tura i tai!
‘Ia tau te marotai i ni’a i te one Ta’aone
‘Ei tapu i te marae Taputapuatea iti,
i te aroha ha’atau i te ari’i Pōmare!
Te ua e topa nō Matafāura,
‘o te vavā ti’a mai i Ta’aone
‘o te hupe tāpo’i nō Arataha,
tāpo’ipo’i ia Pare ē
‘E ara ra ia tōtō te ‘ōmore ‘o Pare
Taparuru te vai ‘e tū
Vai poa, vai ma’a, vai Nahoata
Paha’apiti te mata’i pūpuhi i Arahiri
Arahiri teie i te i’a hiri,
‘e horohoro tāora te fenua
‘Ia puhihau mai ra te mata’i Niuhiti
‘E tāhiri ïa i tō’u nei ‘ai’a iti!
‘O Pira’e, te Pare nui i te va’a vaevae!

La piroga dalle mille gambe

Onore all’abbagliante stagione
Il pua [Fagraea berteriana] fiorisce
sulla montagna Temahue
Manifestandomi la bellezza
eclatante di Pīra’e
La leggera brezza di Aora’i
solleva la percezione
odorosa della mia terra!
Sterne grige, sterne bianche
Ecco la piroga Pare Nui, grande rifugio,
dalle mille gambe
Temahue dalla terra rossa,
è la montagna che si erge a est
segnata dal guerriero Tehana
quello che guarda benevolmente il canale
di Taunoa, ingresso del grande forte di Pīra’e!
Entrate in pace,
avanzate con deferenza!
Che le vostre offerte sulla sabbia di
Siano l’omaggio al piccolo marae, luogo di culto, di Taputapuatea,
eretto in onore del capo Pōmare!
La pioggia che cade da Matafāura,
è il rumore regolare che sgorga da Ta’aone
è la rugiada di Arataha,
che si posa delicatamente su Pare
Ma attenzione a quando colpisce con la lancia di Pare
Agita e tormenta le acque
Acqua delle scaglie di pesce, acqua di nutrimento, acqua della terza notte del calendario lunare,
Paha’apiti è il vento che soffia ad Arahiri
Arahiri dai pesci che si agitano,
la punta che si getta verso il mare
Ma quando si alza il vento di Niuhiti
Si alza per rinfrescare la mia tenera terra.
Il grande forte di Pīra’e,
la piroga dalle mille gambe.

L’energia di questo gruppo diretto da Tiaré Trompette è indiscutibile, unendo cultura e tradizione dei canti alla bellezza della danza.
 


 Il gruppo di canto Tauru’u diretto da Dayana Tavaearii, già in giuria alla Heiva, dopo la propria esibizione si integra nel gruppo di ballo, impreziosendone lo spettacolo con i suoi hīmene (canti).
 

 
Attesissimo e applauditissimo per la sua peculiarità, il gruppo di canto Tamariki Oparo dell’isola di Rapa fa furore, anche in mancanza del loro storico raatira (direttore) Pierrot Faraire, tornato a vivere nella sua isola natale. È un piacere vedere l’energia che le più attempate coriste mettono nell’esibirsi, fino a ballare scatenate.
 


 Unico, lo hīmene ruau di questo gruppo, dal ritmo che rallenta come se una mano invisibile trattenesse il vinile che sta girando: pare vogliano riprodurre il rumore della pietra che cade nel dirupo.
 


 I loro canti più antichi, accompagnati dai movimenti del nuovo raatira e di alcune cantanti, unici nel loro genere.
 


 


 Di grande effetto la loro esibizione insieme al gruppo moderno Sissa-Sue O’kota’i, sempre formato da polinesiani originari della remota isola di Rapa.
 


 Il gruppo Tamariki Poerani prima dell’apertura del sipario, accoglie il pubblico con queste parole poetiche:

Te varua o te hura
Lo spirito della danza

Non esiste danza senza la forza delle parole
Non esiste danza senza la musica della natura
Non esiste danza senza la grazia dello spirito
La parola del ōrero, oratore,
La forza del haka
La nostalgia del teki,
Il rigore del ōtea danza guerriera,
Il ritmo dei to’ere, idiofono,
La gioia del pātautau, filastrocca,
L’allegria del kapa,
Il richiamo a riunirsi del pū, conca,
La dolcezza rassicurante del vivo, flauto nasale,
ci riconducono alla nostra essenza divina.
Questo è lo spirito della danza!

Si inscena così la dimostrazione di queste parole, con un susseguirsi di ōrero, haka e pātautau abilmente accompagnati da toere, pū e vivo.
A conclusione del ori, la danza polinesiana, ecco la ōtea composta 30 anni fa da Makau Foster, fondatrice del gruppo Tamariki Poerani, oggi diretto da sua figlia Kohai, non in scena perché in stato interessante.
 


 


 Il gruppo Tamariki Poerani, tra l’altro, è famoso per la formazione delle mamie, signore, che avevo ripreso senza sapere bene chi fossero già 20 anni fa, nel mio primo passaggio in Polinesia francese; oggi il futuro di questo gruppo è assicurato, grazie alle giovani che lo hanno integrato, facendo volteggiare con grazia i lunghi abiti fiorati.
 


 Una sorpresa a conclusione dello spettacolo: Makau Foster è stata la prima insegnante di ori Tahiti a varcare i confini polinesiani per insegnare in Messico, Cina e Giappone, e questi Paesi le hanno lasciato un segno: ecco la aparima del duo intergenerazionale cinese, sullo sfondo voteggiano le ali di Iside dell’ultima Miss Dragone; ecco Makau stessa accompagnata dalla voce di Yves Montand esibirsi con la ballerina contemporanea; ecco le due allieve giapponesi ballare sulle parole degli aiku scritti da Makau stessa; e per finire, una dolce melodia interpretata dalla ballerina messicana.
Lo ori Tahiti resta ancorato alla sua tradizione, con possibili sviluppi di modernità oltreconfine.
 


 Il gruppo Natiara ha presentato gli stessi brani della scorsa Heiva, terminando la loro esibizione con la bringue religiosa: per chi è convinto che in chiesa non ci si possa divertire!