Gran Galà del Te Fare Upa Rau, il Conservatorio di Tahiti

gran galà del conservatorio di tahiti 2021Anche quest’anno la Heiva delle scuole di danza si è conclusa con lo spettacolo del Te Fare Upa Rau, il Conservatorio di Tahiti. I suoi 800 allievi sono passati in scena, mentre la voce di Fred  Cibard ha illustrato il tema dello spettacolo.
La manifestazione è iniziata con l’inno che la Polinesia francese ha adottato dal 1993, ‘Ia Ora ‘O Tahiti Nui, le cui parole sono state scritte da Maeva Bougues, Irmine Tehei, Angèle Terorotua, Johanna Nouveau, Patrick Amaru, Louis Mamatui, Jean-Pierre e Pierre Célestin Nouveau, con la musica di Jean Paul Berlier. Il primo a cantarlo, solo a cappella, è il mio piccolo amico Natihei, originario dell’isola di Rapa, dove ci siamo conosciuti mentre era in vacanza con la sua famiglia; fa parte del Coro dei Giovani Talenti, diretto da Bruno Demougeot, insieme a Raumata, Lylia e Tinalei che ha cantato la Marsigliese.

Hīmene ‘Āi’a, Inno alla Patria

‘Ia Ora ‘O Tahiti Nui
‘Ua rahu te Atua (i) tō’u ‘āi’a
Hono no’ano’a ō te motu rau
Heihei i te pua ri’i au ē
E firi nape mōrohi ‘ore
‘O tā’u ïa e fa’ateniteni nei.
Te tūoro nei te reo here
Ō te hui’a
‘A hi’i tō aroha
‘Ia ora ‘o Tahiti Nui ē.

Sia la vita di Tahiti la Grande
La mia patria è stata creata da Dio
Fragrante collana di molteplici isole
Ghirlanda di tanti fiori deliziosi
Legati nella treccia immortale
In questo momento ti lodo
Qui risuona la parola d’amore
Dei padri e della loro discendenti
Nutrice di pace
Sia la vita di Tahiti la Grande

Dopo i discorsi delle autorità – il presidente della Polinesia e l’alto commissario, rappresentante delle Francia sul territorio – viene conferito a John Mairai l’Ordine delle Arti e delle Lettere. John è professore al Conservatorio, insegna ‘ōrero e cultura polinesiana, è stato anche mio maestro. Durante la Heiva le nostre postazioni sono vicine, è un piacere ascoltare i suoi commenti sui vari gruppi, grande aiuto nella scrittura dei miei articoli.
L’anti-spettacolo continua con la classe di ‘ukulele che interpreta, fra le altre la canzone Porinetia di Bobby Holcomb, il cui testo mette il dito nella piaga del nucleare, ancora viva in Polinesia.

Porinetia

Fenua ruperupe e te ‘una’una
I roto i te rima o te mau tupuna

‘Oa’oa noa te ta’ata ma’ohi
O ratou i ora
I te hauhau hia ia
O te natura ia ia

Porinetia
Hau hia ia
O te natura ia ia

Porinetia

E reo o te mau ‘oti’a ‘ato’a ra
A haere mai na
A haere mai ra e ai

Te hau hia ia
E te natura ia ia

Porinetia

Hau hia ia
O te natura ia ia

Porinetia

Te piti ‘ahuru raa o te tenetere
Hamani hia i te ‘apa’era’a
No te mau manu o te reva
No te ‘afa’ifa’i mai
Te ‘oto e te mihi hia ia
E te patiri ia ia

Porinetia

Haruru ia ia
Haruru ia ia
I te motu atea

Porinetia

A a aaaaaaaaa
I te motu atea

Polinesia 

Terra ornata di fiori
Modellata dalle mani degli antenati

Gli uomini polinesiani vivevano felici
Avevano la vita
Molto tranquilla che desideravano
Secondo natura

Polinesia
Tranquilla come desideravano
Secondo natura

Polinesia

Questa voce da tutte le frontiere rocciose
Innanzitutto venite qui
Venite qui adesso e sviluppiamo

La tranquillità che desideriamo
Secondo natura

Polinesia

Tranquillà come desideravano
Secondo natura

Polinesia

Nel ventesimo secolo
Costruirono una pertica
Per gli uccelli del cielo [aerei]
Che trasportavano
Tanta pena e tormenti
Ci furono i fulmini [la bomba atomica]

Polinesia

Che fracasso
Che fracasso
Sull’isola immacolata [atollo di Mururoa]

Polinesia

Ah…
Sull’isola immacolata

Omaggio a Mamie Louise Kimitete e a Paulina Morgan, ballato dai tamaroa, i giovani ex alunni di Mamie, con la canzone da lei composta:

Hi’irere
Hi’irere te hau’a ri’i au e
Tuia hia ra te rima tama
Hi’irere te hau’a ri’i au e
Puhihau te mata’i ri’i ra e

Ua ‘ohu te hau’a ri’i au e
To tino no’ano’a
Ua rau ‘ohura’a o to tino iti e
Ua ‘ohu te hau’a ri’i au e
 
Hi’irere te mono’i no’ano’a
Tuia mai nei te hine iti e
Puta pu te hau’a ri’i au e
Mai te tupita ora e

Ua ‘ohu te no’a,
Ua ‘ohu ‘ohu ra
Tuia hia ra te no’a iti e, he he
Hi’irere tehau’a ri’i au e

Hi’irere tehau’a ri’i au e

Spandi mille profumi gradevoli
Per farli accarezzare dalle mani del bambino
Spandi mille profumi gradevoli
Portati dal soffio leggero del vento

Che questi dolci sentori
Invadano il mio corpo
I cicli del corpo di ragazza sono molteplici
Spandi mille profumi gradevoli

Spandi il mono’i [olio di cocco] profumato
Per le giovani donne
Centra con l’odore soave
Riempine la vita

Possa spandersi il profumo,
Possa spandersi questo profumo
Per far penetrare il profumo soave
Spandi mille profumi gradevoli

Dopo gli ‘ōrero degli allievi di John Mairai, inizia lo spettacolo vero e proprio sul tema della lotta fra Ātea, dio dello spazio, e suo figlio Tāne, dio della bellezza. Il tema è scritto da Vaihere Cadousteau, ispirato alle memorie di Teuira Henry, testo che è considerato la Bibbia della cultura polinesiana.

Il viaggio di Tāne e la sua battaglia contro Ātea

Nell’epoca lontana, quando il dio Ta’aroa fece nascere la prima parola, le radici del primo albero, che servivano da fondamenta al mondo, si allungarono, le acque e la terra si ammassarono e le cupole della conchiglia celeste chiamata Rūmia vennero fissate da nove pilastri. Vennero formati dieci cieli mentre appariva il viso del dio Ātea nel cielo di Rūmia.
Per far guadagnare importanza a questa divinità, gli artigiani, muniti della loro ascia, si misero all’opera per ingrandire lo spazio tra i due gusci del cielo, tranciando i tentacoli della piovra Tumu-ra’i-fenua che li trattenevano. Le divinità poterono volare via e gli elementi celesti, come le stelle furono dispersi. Ātea, dio dell’aria e dello spazio, guadagnava in forza mentre più lontano si notò qualcosa che somigliava alla placenta, un essere vischioso, senza dorso né viso. Era il dio Tāne, figlio di Ātea.
Alcuni artigiani, aiutati dallo spirito di Ta’aroa e di Ātea stesso, si misero a dargli forma, ma nessuno poteva toccarlo. Le diverse parti del corpo di Tāne vennero realizzate ponendo cortecce a guisa di pelle. Fu così che divenne una persona viva, nota come dio della bellezza.
Un giorno, spinto dal desiderio di rivaleggiare con Ātea, seguito dalla sua donna ‘Aruru e dai suoi compagni, il dio Tāne vogò a bordo della piroga Fa’atere-’apu nei diversi strati del cielo fino ad arrivare al decimo, per tentare di sconfiggere il rivale, ma la loro imbarcazione venne immobilizzata e dovettero navigare di sbieco davanti al dio dell’aria.
Malgrado i colpi portati all’orecchio destro di quest’ultimo e i venti lanciati contro il padre, Tāne non ebbe alcun successo.
Egli ripartì navigando d èra in èra, attraversando flutti agitati e brezze leggere. Alzò le vele, fece un giro del cielo grattando il fondo dell’oceano prima di sgottare la sua piroga, una volta arrivato nelle acque di Vavau a Tahiti. Là, rimasto senza fiato, il dio della bellezza respirò rumorosamente.
Discese in seguito fino al regno di Ta’ere mā’opo’opo per farsi trasmettere tutta la sua abilità e ripartì fino al cielo aperto che gli apparteneva, nel suo regno chiamato Vai-ora.
Arrabbiato e in cerca di vendetta, cercò una volta in più di distruggere Ātea, pronto a lanciargli numerosi attacchi: mari in tempesta, folgore che trafiggeva il suo cielo come una lancia. Invocò l’uccello portatore di morte e ne indossò la cintura.
Nonostante ciò Ātea restò immutabile e invincibile. Tāne fuggì e tornò verso il suo genitore per presentargli un dono: la stella filante simbolo di pace e di rimorso, segno del suo nuovo obiettivo, quello di rispettare il proprio padre, padre dalla forza inattaccabile.

Cosa c’è di meglio per scandire una storia se non farla cantare dalla corale? Così, diretti dalla voce squillante di Mama Iopa e da Mike Tessier, un mare di alunni si esibisce negli hīmene, gli inni tradizionali.


È un piacere vedere le classi dei piccolini, bambine e bambini ben pigiati sulla scena, dare il meglio nella danza.

Le allieve e gli allievi giovani e adulti raggiungono un livello quasi professionale, lo spettacolo del Te Fare Upa Rau migliora di anno in anno.

Il finale non poteva che essere sulle note della canzone di Coco Hotahota Tahiti Ti’a Mai, Tahiti risollévati adesso, che quest’anno risuona ovunque.

Tahiti Ti’a Mai
To te ao nei fa’aro’o mai
Te fenua fa’aro’o mai teie pure
E pure teie no te here
E pure teie no te aroha i to’u fenua here
Iaora, iaora ‘oe
E ta’u maimoa
Ia ra’a to ro’o e a muri noa tu

Tahiti adesso risollévati
Gente del mondo ascoltate adesso
Ascoltate la terra adesso, questa preghiera
Questa è la preghiera d’amore
Questa è la preghiera di pace per la mia terra amata
Sia la vita, sia la tua vita
O mia preferita
Sia sacra, sia celebre una volta risollevata