gremmo valdostani contro roma
Roberto Gremmo, Valdostani contro Roma, Storia Ribelle, Biella 2019.

 
Nell’inverno del 1947 al passo del Piccolo San Bernardo i finanzieri fermano un giovane valdostano che sta cercando di espatriare in Francia e lo accusano di contrabbando. In realtà, l’uomo viene sospettato d’essere un corriere incaricato di mantenere i contatti fra i separatisti filo-francesi attivi a Parigi e i loro sostenitori ad Aosta.
Messo in prigione, il presunto separatista dichiarerà di credere nell’avvenire d’una Valle d’Aosta come “vero e proprio Stato indipendente a somiglianza degli altri Stati Europei”, e messo alle strette comprometterà diverse persone che verranno accusate di cospirare per unire le Alpi Occidentali alla Francia, con l’aiuto occulto dei servizi segreti “degollisti”.
L’odissea giudiziaria di questi montanari ingenui ma generosi durerà diversi mesi e soltanto il 5 luglio 1948 la Corte d’Assise di Genova, con una sentenza decisamente benevola, deciderà di proscioglierli da ogni accusa, richiamandosi sbrigativamente al “Trattato di Pace” fra Italia e Francia che assolveva da ogni colpa i cittadini italiani che avessero mostrato simpatia per le Potenze
Alleate.
Gli inediti atti giudiziari conservati all’Archivio di Stato di Genova su cui si basa questo libro di Roberto Gremmo permettono di conoscere la tragedia di alcuni pacifici idealisti contro cui il ministro Sceiba voleva il pugno duro, ma al contempo mostrano la realtà della vita politica valdostana del Dopoguerra dove prevalevano doppiogiochismi, tatticismi, illusioni e provocazioni.
Come chiaramente dimostrano i documenti processuali, il forte sentimento identitario valdostano
veniva strumentalizzato e sfruttato da politici spregiudicati per le loro ambizioni di carriera e di potere, anche se il sentimento indipendentista restava comunque forte, e ancora nel 1954 in Valle d’Aosta c’era chi minacciava di piazzare i cannoni a Pont Saint Martin contro l’oppressione di Roma.

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