Avia Morris

Come può testimoniare la maggior parte dei visitatori non musulmani del Monte del Tempio, a Gerusalemme, gruppi di donne urlanti si avvicinano ai fedeli e ai turisti al grido di Allahu akbar e altri slogan islamici, trasformando così la visita in un inferno. Chiamate murabitat, le “determinate”, queste donne vengono finanziate da un’organizzazione islamista.
Il copione si è replicato il 23 luglio scorso, in occasione della visita all’area sacra da parte di un gruppo di ebrei. Le donne urlanti hanno seguito il gruppo che si allontanava dal Monte del Tempio e in una strada vicina lo hanno infastidito e minacciato.
Irritata, una dei visitatori, Avia Morris di 20 anni, ha reagito alle molestie rivolgendosi a una telecamera inviata dal Jerusalem Information Center (Markaz A’lam al-Quds) e pronunciando due parole, Muhammad khanzir, che in arabo significa “Maometto è un maiale”, il che ovviamente è un insulto pesantissimo.
Il giorno dopo, la polizia israeliana ha arrestato la Morris. Nonostante questo, il video è diventato virale sul web e potrebbe aver contribuito ai disordini scoppiati domenica sul Monte del Tempio.

Commenti:

1) La Morris ha spiegato così al “Jerusalem Post” la situazione e la sua reazione:

Per tutti i 40 minuti della passeggiata a piedi che abbiamo fatto nella Città Vecchia fino al Monte del Tempio, un gruppo di donne arabe ci ha seguiti urlando Allahu Akbar, Itbach al-Yahud (in arabo “A morte gli ebrei”) e riempiendoci di insulti. Abbiamo chiesto alla polizia di tenerle lontane, ma non le hanno fermate. Anzi, hanno lasciato che le donne continuassero a insultare la fede ebraica e il popolo ebraico nel nostro luogo più sacro al mondo.

Avia Morris sapeva che sarebbe stata subito arrestata se avesse detto qualcosa mentre si trovava sul Monte del Tempio, così si è comportata da stoica insieme al resto del gruppo. Ma le murabitat sono tornate alla riscossa quando i visitatori ebrei hanno lasciato il Monte del Tempio. E così la Morris ha lamentato di non potersene stare in pace mentre le donne continuavano a lanciare insulti e a mostrare il simbolo dello Stato Islamico.

A quel punto ho capito che se avessi ancora taciuto e se avessimo continuato a far finta di niente, saremmo stati come gli ebrei in esilio che hanno paura dei non ebrei e non sono in grado di reagire. Pertanto, ho deciso che sarebbe stato un errore non replicare qualcosa e ho detto: “Maometto è un maiale”… dopodiché ce le hanno finalmente tolte di torno.

Paradossalmente, la tattica ha funzionato, almeno a breve termine.

(2) Finisce sempre così: gli islamisti la fanno franca, mentre la vittima dell’aggressione islamista paga il prezzo. Si pensi a Geert Wilders, costretto a vivere nella cella di una prigione per questioni di sicurezza, o alle sinagoghe in Francia che sono ridotte a fortezze. Anche il presidente egiziano dorme in un luogo segreto, per paura di attacchi islamisti.

(3) Questo rientra in uno schema più ampio che risale almeno al 1997, quando le autorità israeliane arrestarono dei non musulmani che avevano offeso la sensibilità islamica. Per maggiori informazioni si veda l’articolo del mio blog Israelis Insult Muslims, Face Criminal Charges.

(4) Questo arresto può creare problemi. E se migliaia di israeliani caricassero dei video che li ritraggono mentre dicono Muhammad khanzir? La polizia li arresterebbe tutti? E in caso contrario, come potrebbe incriminare la Morris?

 

 

 

28 luglio 2015 – www.danielpipes.org
traduzione di Angelita La Spada