Mano tesa al Rojava dai Paisos Catalans

Risale a oltre due anni fa la prima richiesta di alcuni gruppi politici catalani al parlament de Catalunya di riconoscere ufficialmente l’amministrazione autonoma in Rojava. Tra i promotori: l’erc (Esquerra Republicana de Catalunya), la cup (Candidatura d’Unitat Popular), l’ecp (En Comú Podem) e Junts. Per l’erc aveva firmato il deputato Ruben Wagensberg. A tale scopo il 19 luglio 2021 era stata depositata una proposta di risoluzione poi sottoposta al dibattito parlamentare.
Si chiedeva inoltre di costruire una rete solidale tra la Catalunya e la Siria del Nord e dell’Est. Non solamente con interventi di cooperazione materiale, ma anche accogliendo nei Paisos Catalans rifugiati provenienti da questa area del medioriente. La proposta, poi andata a buon fine, nasceva dalla visita di una delegazione catalana in Rojava e rientrava in una campagna per il riconoscimento dell’amministrazione autonoma a livello internazionale.
In occasione del secondo anniversario di tale importante riconoscimento, la portavoce delle ypj Ruksen Mihamed e il comandante delle sdf Mazloum Abdi sono intervenuti al parlamento catalano il 19 ottobre. La mozione con la richiesta di tale intervento in plenaria era stata presentata dalle stesse forze politiche del luglio 2021: Esquerra Republicana, Junts per Catalunya, ecp e cup. Nel comunicato si ricordava che “il parlamento di Catalunya riconosce l’esistenza dell’amministrazione autonoma del Nord e dell’Est della Siria basata sul confederalismo democratico come soggetto politico e chiede alle istituzioni catalane di stabilire relazioni istituzionali con tale amministrazione”. Sottolineando inoltre “il valore potenziale del confederalismo democratico come alternativa pacifica, inclusiva, democratica e di convivenza per il medioriente basata sul municipalismo, il femminismo e l’ecologia sociale”. Esortando sia le istituzioni sia la società civile e i cittadini catalani a “promuovere una rete di solidarietà per contribuire alla ricostruzione della regione e all’accoglienza – temporale o permanente – dei rifugiati”. Attraverso la realizzazione di un tavolo a cui partecipino amministrazioni, società civile e altre entità.
Da segnalare che a esprimere solidarietà al Rojava non è soltanto quella parte dei Paisos Catalans attualmente sotto amministrazione spagnola. Per esempio nel febbraio 2021 era intervenuto pubblicamente Jaume Pol, presidente di Unitat Catalana (formazione politica della Catalunya Nord, sotto amministrazione francese) per il caso del rifugiato curdo Husseyin, disertore dall’esercito turco che si era integrato nelle forze curde combattendo contro Daesh. Rifugiato in Francia per evitare il carcere in Turchia, si era visto rifiutare la domanda d’asilo. Opponendosi all’ordine di lasciare la Francia, si era rifiutato di salire sull’aereo (8 dicembre 2020) e ripetutamente di sottoporsi al test del Covid-19 (indispensabile per l’espulsione). Per questo veniva condannato a tre mesi di prigione dal tribunale di Perpignan.
Jaume Pol ne aveva chiesto con forza la scarcerazione, e la concessione dell’asilo politico in quanto “combattente curdo contro lo Stato Islamico”. A farsi carico della causa del giovane curdo, con sit-in e presìdi, i militanti di Unitat Catalana (in particolare Joan-Miquel Touron) già impegnati in azioni di solidarietà con la popolazione del Rojava.