Huelga de hambre per i prigionieri mapuche

Talvolta le notizie si accavallano, sembrando quasi contraddirsi. È il caso – almeno in questi giorni – dei prigionieri politici mapuche rinchiusi nelle carceri cilene e da mesi in huelga de hambre, lo sciopero della fame.
Stando alle fonti ufficiali (diciamo “istituzionali”) almeno due di loro avrebbero appeno sospeso la protesta dopo quasi 80 giorni.
Comunque sia, il 9 febbraio la corte di appello di Concepcion avrebbe annullato la sentenza a circa 15 anni di carcere contro due dirigenti della Coordinadora Arauco Malleco (Héctor Llaitul, figlio del principale leader della cam, e Ramón Llanquileo) e altri comuneros (Ricardo Reinao, Nicolás Alcaman e Esteban Henríquez).
Osservo che tra gli scioperanti della fame ne troviamo almeno altri due con il cognome Llaitul, Ernesto e Bastian. Sono accusati di tentato omicidio (presunto) e di incendio. Per gli avvocati della difesa, accuse e condanne sarebbero “prive di fondamento” in quanto la “prova” principale sarebbe appunto l’appartenenza alla cam. In attesa del nuovo processo, la difesa ha richiesto la scarcerazione provvisoria per gli accusati.
Sarebbero almeno quindici i mapuche in sciopero della fame (alcuni da circa 90 giorni, altri da oltre una sessantina) nelle carceri di Temuco e di Concepcion, nel colpevole silenzio delle istituzioni mentre le loro condizioni di salute andavano aggravandosi.
Recentemente la manifestazione dei loro familiari che avevano raggiunto Santiago per protestare davanti al ministero di Giustizia veniva duramente repressa dalla polizia anche con arresti (poi giudicati illegittimi dalle stesse autorità).
Risaliva al 13 novembre 2023 l’inizio della huelga de hambre di quattro mapuche rinchiusi a Concepción: Ernesto Llaitul, Esteban Henríquez, Ricardo Delgado e Nicolás Villouta. Condannati a 15 anni per sabotaggio ai danni dei camion delle imprese forestali: cioè di attività devastanti per le terre ancestrali del popolo indigeno mapuche (circa 1,7 milioni di persone). E almeno dagli anni novanta la cam rivendica azioni dirette contro le multinazionali del legno.
Circa un mese dopo, dicembre 2023, altri 11 si univano alla protesta, tra i quali Héctor Llaitul Carrillanca (storico portavoce della cam), Daniel Canio, Pelentaro Llaitul, Juan Carlos Mardones, José Lienqueo, Jorge Caniupil, Luis Menares Chanilao, Bastian Llaitul, Axel Campos, Oscar Cañupan e Roberto Garling.
La maggior parte di loro avrebbe perso perso oltre 20 chili di peso, è soggetta a frequenti svenimenti e soffre di scompensi cardiaci. Uno di loro, Esteban Henríquez, risulta ricoverato all’ospedale da circa due settimane: secondo i medici, nella sua situazione ci sarebbe “alta probabilidad de que sufra una descompensación grave, un deterioro a múltiples órganos y falla multiorgánica secundaria, que podría conducir a su fallecimiento”.
In seguito è stato necessario ricoverare sia Ernesto Llaitul per “aritmia cardíaca severa” sia Ricardo Delgado.
Anche Pelentaro Llaitul soffrirebbe di seri problemi, ma dall’ospedale era stato subito riportato in carcere su richiesta della gendarmeria.
All’inizio di febbraio era poi toccato a Esteban Pezoas di venir ospedalizzato d’urgenza, sempre per scompensi cardiaci.