Comunità isolate, rovine, siti
archeologici… molte delle nostre mete di esplorazione non sono
raggiungibili in auto con le strade asfaltate, ma utilizzando sentieri
in mezzo alla natura da percorrere a piedi, a cavallo, in mountain byke o
con veicoli fuoristrada. In questo caso la navigazione gps e la
cartografia devono avere caratteristiche ben diverse da quelle che, come abbiamo visto,
ci aiutano nella normale rete viaria. Per prima cosa non possono
esistere vere e proprie istruzioni, visive e vocali, delle manovre (la
cosiddetta turn-by-turn navigation): rotonde, autostrade,
rampe, numeri civici, eccetera, sono elementi ufficiali e soggetti a
periodico aggiornamento; tratturi, cespugli, alberi e dirupi, no! 1)
In secondo luogo, se un navigatore stradale “costruisce” di volta in
volta sullo schermo l’immagine della zona che stiamo attraversando con
mappe dette “vettoriali”, spostarsi in un territorio naturale richiede
vere e proprie cartine topografiche interamente predisegnate, con
sentieri, isoipse (o curve altimetriche), sfw01fiumi
e montagne. Chiaro che non s’intendono mappe cartacee ma versioni
digitali delle stesse – in pratica file immagine come .PNG, .JPG,
eccetera – che vengono dette “raster”. Riassumendo, le mappe vettoriali
vengono elaborate a richiesta dal software in base a una serie di dati
(e quindi si possono zoomare, ovvero ingrandire, quasi all’infinito),
mentre quelle raster sono disegni stabili, sui quali si può zoomare come
su qualsiasi foto: quel tanto, cioè, che non li faccia diventare
sfocati mosaici di pixel.
Quanto detto comporta che sullo schermo del nostro navigatore, cioè del
dispositivo mobile smartphone o tablet con apposito software geografico,
compaia una mappa raster sulla quale si sovrappone un puntatore che
indica la nostra posizione secondo le misurazioni del sensore gps. Se ci
muoviamo, questo segnalino dovrebbe spostarsi a sua volta sulla mappa
tracciando il nostro movimento.
La mappa – ed ecco la seconda peculiarità della navigazione fuoristrada –
deve però essere georeferenziata, ovvero a ogni suo pixel sullo schermo
deve corrispondere un punto geografico in termini di latitudine e
longitudine, altrimenti il puntatore gps ci si muoverà sopra a caso. Per
ottenere questi dati e per elaborarli, preferibilmente su computer, ci
serviranno ulteriori software detti di mapping gps.

navigatori

Sinistra:
sui navigatori stradali, i percorsi e gli eventuali elementi del
paesaggio vengono disegnati di volta in volta elaborando una serie di
dati numerici. Destra: su questo smartphone, la app geografica ha
richiamato una mappa 1:50.000 con indicazione dei sentieri e delle
caratteristiche orografiche. La carta pieghevole originale è stata
passata prima allo scanner per ottenere un file immagine,
georeferenziata e poi adattata ai parametri dell’applicazione.

 

Le basi di OruxMaps

Come software per navigare fuoristrada con tablet o smartphone
prenderemo in considerazione OruxMaps, creato dal programmatore spagnolo
Jose Vazquez. Non è l’unica applicazione del genere e neppure la più
semplice da usare, ma ha una resa ineguagliata. OruxMaps svolge
fondamentalmente le seguenti funzioni:

Mostrare una mappa georeferenziata

OM può usare mappe online, per esempio collegandosi via internet a un server WMS e scaricando la cartografia della zona. 2)
Più tipicamente, a nostra richiesta richiama sullo schermo le immagini delle mappe che immagazziniamo nel dispositivo.

Indicare la posizione del viaggiatore sulla mappa

Se, come è logico, la nostra mappa è georeferenziata (cioè,
ripetiamo, a ogni suo pixel sullo schermo corrisponde un punto di
latitudine e longitudine sul terreno), l’applicazione legge i dati del
sensore gps e pone il cursore sulla mappa stessa a indicare la nostra
posizione.

Gestire una traccia

Immaginiamo ora di spostarci. La cartina resta fissa sullo schermo,
mentre il cursore si muove seguendo i nostri passi. Abbiamo così una
testimonianza precisa del percorso.
Ancora meglio se chiediamo a OM di registrarlo, ossia di tracciare una
linea visibile della nostra rotta sulla mappa che potrà poi essere
nominata e salvata sul dispositivo come file.
La “traccia” – come viene in genere definita – può trovarsi già
memorizzata nell’archivio di OruxMaps ed essere richiamata sullo
schermo, sovrapposta a una mappa della stessa zona. Questa è
propriamente la “navigazione” fuoristrada: il nostro compito sarà
restare il più possibile aderenti alla rotta, scegliendo sentieri e
passaggi che non allontanino il cursore gps dalla linea colorata sullo
schermo. Una versione elettronica dell’accoppiata cartina in una mano e
bussola nell’altra…

Gestire waypoint

È abbastanza intuitivo che le tracce non sono altro che una serie di
punti; non tanto nel senso teorico della geometria, quanto in quello
pratico di un sensore gps che comunica la posizione ogni tot secondi e/o
ogni tot metri. Se tecnicamente si tratta sempre e comunque di punti di
incrocio tra latitudine e longitudine, da un punto di vista
“culturale”, oltre a quelli che compongono una traccia, ce ne possono
essere alcuni che rivestono un particolare interesse, e vengono chiamati
waypoint o, non a caso, punti di interesse (POI).
Il navigatore è in grado di registrarli, se durante il viaggio glielo
chiediamo, corredandoli di informazioni precise, come altitudine, orario
di passaggio, mostrandoli sulla cartina con etichette personalizzate o
addirittura con fotografie del posto (file immagine “geotaggati”, ovvero
contenenti i dati geografici del luogo in cui sono avvenuti gli
scatti).
Un waypoint può essere un punto della traccia cui vogliamo dare rilievo
(per esempio un incrocio), uno vicino alla traccia (per esempio un
monumento, una grotta) o, in una situazione un po’ estrema, il traguardo
che dovremo raggiungere magari senza alcuna traccia a guidarci.

tablet1

OruxMaps su un tablet: la traccia è abbinata a una mappa 1:25000 dell’Istituto Geografico Militare.

 

N O T E

1) I navigatori fuoristradali hanno però la
possibilità di segnalare la vicinanza del viaggiatore a un waypoint,
cioè un punto di interesse localizzato sulla carta.
2) Web Map Service (WMS) è un protocollo specifico per
scaricare da siti (di solito) istituzionali una serie di dati e immagini
geografiche, comprese foto aeree e satellitari.